Bulgaria pronta all’euro? Sfide e prospettive per Sofia

La Bulgaria è ormai a un passo dall’ingresso nell’Eurozona, ma la decisione finale dell’Ecofin arriva mentre l’economia del Paese mostra luci e ombre. I numeri su crescita, inflazione, bilancia dei pagamenti e settore industriale evidenziano le criticità ancora aperte in vista del passaggio alla moneta unica previsto per gennaio 2026.
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Consumi robusti, industria fragile
Nel 2025 l’economia bulgara sta mostrando una resilienza discreta, con la crescita dei consumi e dei salari che riesce a mascherare in parte le fragilità dell’apparato industriale.
Stefan Posea, Economist di ING, osserva come i consumi privati abbiano svolto un ruolo chiave nel sostenere il PIL, che dovrebbe crescere del 2,8% quest’anno, con una moderazione attesa al 2,3% nel 2026. Gli investimenti, invece, restano indietro e devono ancora dimostrare la loro efficacia. Il settore manifatturiero, in particolare, ha visto un peggioramento della dinamica produttiva, riportando la produzione sotto i livelli pre-pandemici.
Secondo ING, gli stimoli fiscali attivati in Europa, soprattutto in Germania, potrebbero dare una spinta all’industria bulgara orientata all’export, ma serviranno anche investimenti più consistenti per rafforzare la base produttiva.
L'immagine sottostante mostra il PIL della Bulgaria settore per settore.
Bilancia dei pagamenti e sfida del deficit
Per Posea, la bilancia dei pagamenti rappresenta una variabile delicata. Tra gennaio e aprile 2025 il deficit commerciale è peggiorato del 75% su base annua, trainato da scambi sempre più sbilanciati con Cina e Turchia, oltre a un surplus ridotto con la Germania.
A compensare parzialmente questa dinamica negativa, spiega ING, saranno i flussi turistici, che dovrebbero mantenersi robusti anche quest’anno grazie al buon rapporto qualità-prezzo delle destinazioni bulgare. Per quanto riguarda il conto capitale e i redditi secondari, la Bulgaria dovrebbe beneficiare di nuovi fondi UE nella seconda metà dell’anno, con due rate del Recovery Plan europeo che porteranno risorse fresche tra luglio e l’autunno.
L’ingresso nell’euro dovrebbe dare stabilità anche agli investimenti esteri, grazie al regime fiscale competitivo e al contesto politico relativamente stabile. Tuttavia, Posea invita a monitorare attentamente la delocalizzazione di imprese dai Paesi limitrofi, così come i benefici attesi dai progetti regionali e dai fondi NATO.
La produzione industriale della Bulgaria negli ultimi 5 anni:
Inflazione e salari sotto controllo?
Sul fronte prezzi, ING stima per la Bulgaria un’inflazione CPI al 3,9% nel 2025 e al 3% nel 2026. Posea sottolinea come i rischi di inflazione restino presenti, alimentati soprattutto dal forte aumento dei salari. Nel primo trimestre dell’anno, l’inflazione è salita sensibilmente, attenuandosi solo lievemente nel secondo. La reintroduzione dell’IVA su ristorazione e pane, l’aumento dei prezzi dei servizi pubblici e le accise sui tabacchi hanno spinto i prezzi al rialzo.
Anche la prossima adozione dell’euro contribuisce a pressioni sui prezzi: ING osserva come in tutto il Paese si siano già registrati rincari legati al cambio di valuta, contrastati però da campagne di sensibilizzazione e sanzioni che puntano a frenare derive speculative. La liberalizzazione del mercato energetico per le famiglie, invece, è stata rimandata a data da definirsi, riducendo i rischi a breve termine su questo fronte.
Il grafico qui sotto mostra come l’inflazione della Bulgaria si prospetta abbastanza elevata.
Politica fiscale espansiva ma disciplinata
La politica di bilancio, evidenzia Posea, continua a puntare su spesa sociale e salari. Nei primi cinque mesi del 2025, le retribuzioni dei dipendenti pubblici e la spesa sociale sono state molto superiori alle spese in conto capitale, con rapporti di 3,7 e 6,2 volte, in crescita rispetto al 2024. Questo trend alimenta i consumi, ma apre interrogativi sulla sostenibilità di lungo periodo, specialmente in relazione alla competitività.
ING rimarca come, nonostante la tradizionale disciplina fiscale, sia importante monitorare i segnali di tensione sui conti pubblici, mantenendo l’obiettivo di un deficit pari al 3% del PIL nel 2025 come scenario di base.
L’ingresso nell’eurozona più vicino
Il passaggio alla moneta unica è ormai definito nei tempi: la Bulgaria, secondo Posea, dovrebbe adottare l’euro dal 1° gennaio 2026. La valutazione positiva di BCE e Commissione Europea sui progressi del Paese lascia pochi margini di sorpresa: l’ultimo passo formale è l’approvazione degli atti legislativi da parte dell’Ecofin, prevista per l’8 luglio.
Dopo quel via libera, spiega ING, il governo bulgaro dovrà gestire gli ultimi dettagli tecnici e amministrativi in un contesto interno non privo di tensioni. Il dibattito pubblico sull’euro resta acceso e le opinioni contrastanti complicano la governance, ma secondo Posea la Bulgaria dovrebbe riuscire a completare la transizione rispettando gli impegni di bilancio UE anche nel medio termine.
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