Calano le vendite di Stellantis in Italia a maggio


La performance della casa automobilistica italo-francese è risultata inferiore a quella del mercato lo scorso mese, sul quale ha influito l’attesa per gli incentivi delle auto elettriche.


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Vendite di Stellantis in calo

Nuova frenata delle vendite in Italia per Stellantis nel mese di maggio, con un’andatura più lenta rispetto al resto del mercato nel nostro Paese. La casa automobilistica, infatti, ha visto calare le immatricolazioni delle sue auto del 13,9% rispetto al -6,62% complessivo, con 42.334 registrazioni rispetto alle 49.195 unità dello stesso mese del 2023, mentre ad aprile aveva registrato un -0,5%. Leggermente migliore il dato dei primi cinque mesi dell’anno, con un calo limitato allo 0,3% a 235.383 unità rispetto alle 236.201 del 2023.

Si riduce anche la quota di mercato del gruppo, passata dal 32,9% del maggio 2023 al 30,3% del mese scorso, mentre tra gennaio e maggio 2024 è scesa dal 33,6% al 32,4%.

Il gruppo vede cinque auto nella classifica delle dieci più vendute in Italia a maggio, occupando i primi quattro posti, con la Fiat Panda in testa con 8,655 unità, seguita dalla Citroën C3, la Lancia Ypsilon, la Jeep Avenger e la Opel Corsa.

Tutti i marchi, con l’unica eccezione della Citroën, sono in territorio negativo: -25,3% per Alfa Romeo (2.001 targhe), -53,5% per DS (480), -11,8% per Fiat (12.960), -4,7% per Jeep (6.577), -18,6% per Lancia (3.827), -38,9% per Maserati (228), -6,2% per Opel (4.174) e -38,5% per Peugeot (6.569). Il Double chevron, invece, segna un +42,5% e registra 5.693 vetture.

A Piazza Affari, intanto, il titolo Stellantis apre in calo di circa l’1% indebolito da un contesto negativo (FTSE MIB a -1%), scendendo a 19,92 euro.

Il mercato italiano

La flessione delle immatricolazioni di Stellantis si inseriscono in un contesto generale negativo per il mercato italiano dell’auto, tornato in negativo dopo la ripresa di aprile che era stata determinata dall’effetto statistico legato alla diversa collocazione delle festività pasquali (due giorni lavorativi in più rispetto al 2023).

A penalizzare l’andamento mensile del mercato è stata l’attesa per lo sblocco dei nuovi incentivi per le auto elettriche, partiti ufficialmente solo oggi con l’apertura delle prenotazioni sull’apposita piattaforma del ministero delle Imprese e del Made in Italy.

In ogni modo, restano lontani i livelli pre-pandemia: il consuntivo dei primi cinque mesi dell’anno risulta in crescita del 3,4% a 726.311 targhe, un valore, secondo le elaborazioni dell’Unrae, inferiore di quasi il 20% rispetto al corrispondente periodo del 2019.

Tra i vari gruppi, aumentano le vendite di Volkswagen (+4,7%), Toyota (+2,8%), BMW (+3,2%), Mercedes-Benz (+8%), Nissan (+36,2%), Mazda (+1,5%), Hyundai (+9,9%) Honda (+9,1%) e Mitsubishi (+884,5%).

In rosso Renault (-12,3%), Ford (-25,1%), Kia (-6%), Suzuki (-34,3%) e Subaru (-24,2%).

Crollano le Bev

L’attesa per i nuovi incentivi sbloccati oggi ha fermato le vendite delle auto elettriche, calate del 18,3% a maggio, dopo il -34,5% di marzo e il -19,6% di aprile, scendendo dal 4,1% al 3,6% del mercato. Prosegue il momento negativo delle ibride plug-in: -34,9% e quota in contrazione dal 4,6% al 3,3%. Al contrario, le ibride non ricaricabili salgono del 7,7% (+2,7% per le ‘full’, +9,8% per le ‘mild’) e passano dal 34,7% al 40,1% del mercato.

Tra le auto solo elettriche, la classifica vede in cima la Tesla Model 3 (682 targhe), seguita da Tesla Model Y (378), Renault Twingo (264), Audi Q4 e-tron (255), MG4 (244), BMW iX1 (230), Fiat 600 (206), Renault Scenic (201), Volvo EX30 (183) e Jeep Avenger (179).

Preoccupazioni per gli incentivi

“Scopriamo con sorpresa il giorno dell’apertura della piattaforma per gli incentivi sulle elettriche che non sono stati resi disponibili tutti i fondi previsti per le autovetture: mancano ben 178,3 milioni”, evidenzia il Presidente dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE), Michele Crisci, e a questo punto “per farlo sarà adesso necessaria l’emanazione di un DPCM apposito, che auspichiamo avvenga nel più breve tempo possibile, per evitare l’ennesimo periodo di incertezza che si prospetta per il mercato”.

Sui nuovi incentivi, quindi, l’UNRAE “da un lato esprime soddisfazione per l’accoglimento della maggior parte delle richieste portate all’attenzione del Governo, come l’innalzamento degli incentivi unitari e l’inclusione delle persone giuridiche con bonus ad importo pieno. Dall’altro lato manifesta forti preoccupazioni per le distorsioni che si potranno generare sul mercato”.

Inoltre, l’organizzazione auspica “che venga indicata presto una strategia chiara sui supporti alla transizione, con un orizzonte di 2-3 anni, per consentire a consumatori e imprese di programmare gli acquisti ed evitare che lo stop & go crei ulteriori danni al mercato”.

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