Campari a picco dopo trimestrale deludente e outlook negativo

La società ha avvisato di attendersi il persistere del ciclo macroeconomico sfavorevole nel resto dell’anno, con la svolta prevista solo a partire dal 2025.
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Crollo Campari
Già dal “nonostante” con cui apriva il comunicato era evidente che gli investitori non avrebbero trovato sorprese positive nella trimestrale di Campari diffusa ieri sera. Sensazione confermata in apertura di seduta di oggi, quando il titolo della società delle bevande crolla a -16 nella prima ora di contrattazioni a Piazza Affari, toccando così un minimo dal marzo 2020 a 6,448 euro per azione.
Ottimismo rimandato al 2025 in quanto la società si attende il persistere del ciclo economico sfavorevole anche nel resto dell’anno, per poi cambiare passo solo il prossimo anno.
Calano le vendite nel trimestre
Le vendite nette del terzo trimestre del produttore di Aperol hanno raggiunto i 753 milioni di euro, al di sotto della previsione di consenso degli analisti interpellati da Visible Alpha di 832 milioni.
Nei primi nove mesi la società ha registrato vendite nette pari a 2.277 milioni, registrando una crescita organica del 2,1% (-1,4% nel terzo trimestre 2024) e un aumento complessivo del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2023.
L’Ebitda rettificato è calato (-2%) a 590,7 milioni, con un margine sulle vendite del 25,9% rispetto al 27,3% dello stesso periodo del 2023. L’Ebit rettificato è sceso (-4,2%) a 499,4 milioni, con un margine sulle vendite del 21,9% (-140 punti base).
Previsioni per il futuro
Per quanto riguarda la restante parte dell’anno, Campari si attende il persistere del ciclo macroeconomico sfavorevole, caratterizzato da una crescita delle vendite nette organiche low single digit, con una performance organica dell’Ebit rettificato ancora negativamente impattata da uno sfavorevole mix di vendita e dal mancato assorbimento dei costi fissi a causa di minori volumi di produzione.
Solo nel 2025 e oltre il gruppo si attende un attenuarsi dell’impatto di questi fattori ciclici, anno in cui prevede di continuare a sovraperformare rispetto ai competitor e guadagnare quota di mercato, grazie alla forza dei propri marchi in categorie in crescita, con un graduale ritorno nel medio termine a una crescita organica mid-to-high single digit delle vendite nette, in un contesto macroeconomico normalizzato.
Analisti tagliano il target price
Sulla scia di risultati trimestrali “sotto le attese, uniti ad un allarme sull’intero 2024”, gli analisti di JP Morgan hanno ridotto il target price sul titolo Campari, portandolo da 7,8 a 6 euro, sulle attese di “margini in calo e più deboli prospettive di crescita”. Gli esperti della banca esprimono preoccupazione, inoltre, “sui rischi per la bevanda Aperol nel 2025” e ritengono che la famiglia Lagfin, che controlla il gruppo, "potrebbe vedere una pressione finanziaria dal calo del valore del capitale di Campari".
Anche Banca Akros ha tagliato il prezzo obiettivo sul titolo, sceso a 9,6 dai 10,2 euro precedenti citando i risultati dei 9 mesi decisamente “inferiori alle aspettative”, a seguito dei quali hanno abbassato le stime di Ebit adjusted 2024 di circa il 10%.Stessa decisione anche per WebSim Intermonte, che ha rivisto le stime in media del 14% con una conseguente revisione del target a 9 euro dal precedente 10,2 euro, mentre il prezzo obiettivo è stato tagliato anche da Goldman Sachs (da 9 a 8,5 euro), alla luce di conti del trimestre valutati “deboli” e un “downgrade della guidance” che hanno portato il broker a ridurre del 9% le stime sul 2024 e del 7% sul 2025 per quanto riguarda gli eps.
Bicchiere mezzo vuoto
Gli esperti di eToro definiscono “deludente” la trimestrale, in linea con le due precedenti, con vendite nette cresciute di un “modesto 1,4%, un risultato ben al di sotto delle aspettative per il terzo trimestre, tradizionalmente uno dei più rilevanti dal punto di vista stagionale. A complicare il quadro, i costi operativi sono aumentati dell'1,8%, superando la crescita dei ricavi e colpendo duramente la redditività dell'azienda”, secondo l’analista Gabriel Debach.
"Sebbene il management abbia cercato di mantenere una nota ottimistica per il 2025 e oltre, l'outlook di crescita a bassa singola cifra conferma un approccio prudente”. Questa trimestrale" per l'esperto "evidenzia come Campari sia intrappolata tra fattori esterni difficili da controllare e sfide interne. Il mercato accoglierà probabilmente con scetticismo le prospettive di miglioramento nel medio termine, aspettando segnali più concreti di ripresa. Con il titolo che scambia sui livelli dell'uscita di Fantacchiotti dalla carica di ceo, è lecito attendersi non solo nuove pressioni, ma forse anche un cambio di rotta.
In conclusione, secondo Debach “per Campari il bicchiere sembra ancora mezzo vuoto. Se l'azienda non riuscirà a trovare la giusta ricetta per rilanciare vendite e redditività, il rischio è che gli investitori preferiscano passare ad altri aperitivi più frizzanti".
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