Campari punta sull’M&A e accende un faro sull’Asia

Campari punta a crescere in Asia. È la novità più saliente dell’intervista rilasciata dall'amministratore delegato Bob Kunze-Concewitz al quotidiano La Stampa. Secondo quanto riferito dal Ceo, alla domanda se il gruppo continuerà con le operazioni di M&A, Campari proseguirà con le acquisizioni,  puntando sui marchi premium e «guardando in particolare agli Stati Uniti e all'Asia. «Sono un'opportunità – ha detto Kunze-Concewitz –, Campari ha costruito un apparato in grado di gestire un fatturato molto più grande di quello attuale».

Il gruppo comprende i marchi Aperol, Skyy vodka e Grand Marnier, e vuole dare valore ai suoi marchi premium continuando a espandersi nel segmento di fascia alta, ha aggiunto il ceo.

Il ceo ha anche commentato come un «successo» il bilancio 2020, con vendite in calo del 4% nonostante la crisi Covid. «Il 2021 sta proseguendo con un forte trend di ripresa dopo il primo trimestre e si aspetta un forte trend di recupero», con l'e-commerce cresciuto dallo 0 al 2% dei ricavi totali con l'acquisizione di Tannico che continua a contribuire strategicamente allo sviluppo.

Il focus adesso è sui prodotti Premium: Grand Marnier, Wild Turkey, Glen Grant ne sono un esempio e negli Stati Uniti nei primi 4 mesi i Value Products sono scesi dello 0,6% mentre il segmento Premium è cresciuto del +7,7%, il Super Premium del +9,7%.

A fine mattinata il titolo scambia in positivo dello 0,33% a 10,50 euro. «È la prima volta che l'Asia è menzionata come un possibile mercato target per le acquisizioni», ha commentato Equita Sim, confermando la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 9,6 euro su Campari. «Lo spunto principale (dell’intervista, ndr.) – proseguono gli analisti – riguarda la crescita per acquisizioni, sempre parte integrante della strategia del gruppo.

Il Ceo indica come obiettivo: il segmento premium (elemento già noto; in effetti il gruppo ha recentemente aumentato anche il focus commerciale su questo segmento con la creazione della divisione Rare); il mercato Usa (anche questo già noto) e anche l’Asia. Questo è un elemento di novità, in quanto è la prima volta che l’Asia viene menzionata come possibile mercato target per acquisizioni. Ci sembra coerente con il crescente focus commerciale e distributivo del gruppo negli ultimi trimestri su questa regione che oggi - escludendo l’Australia - vale solo 1,5% del fatturato».