Campari sprint su ipotesi esenzione dazi

Secondo indiscrezioni di stampa, le trattative in corso tra Stati Uniti e Unione europea potrebbero portare all’esonero dai dazi per il comparto degli spirits, sostenendo così l’azionario legato al settore.
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Azioni Campari in verde
Campari protagonista questa mattina a Piazza Affari, sulla scia delle possibilità che il settore degli spirits venga escluso dai dazi.
Il titolo del gruppo italiano famoso per il suo aperitivo guadagna il 2% nel corso della prima ora di contrattazioni, salendo fino a 6,228 euro, ai massimi dal marzo scorso.
A Parigi Remy Cointreau cresce del 4%, seguita da Pernod Ricard +3%, mentre nel resto del comparto si segnalano Diageo (+0,60%) e Italian Wine Brands (+0,50%).
Ipotesi no dazi
Indiscrezioni di stampa parlando della possibilità che l’Unione europea possa raggiungere un accordo quadro con la Casa Bianca nei prossimi giorni. L’accordo probabilmente includerà un’aliquota di base del 10% e potrebbe prevedere esenzioni per beni come aerei e alcolici, ipotesi già circolata in passato.
Secondo Politico, gli Stati Uniti hanno offerto un accordo che manterrebbe le imposte di base del 10%, con esenzioni per “settori sensibili”.
L’amministrazione Trump aveva dichiarato domenica che avrebbe posticipato al 1° agosto la scadenza per il ritorno dei suoi dazi doganali generalizzati. I dazi dovrebbero quindi tornare ai livelli del 2 aprile per i Paesi che non riusciranno a concludere nuovi accordi commerciali con gli Stati Uniti.
Ieri Trump ha iniziato a inviare lettere ai Paesi indicando le loro aliquote tariffarie, a partire dalla Corea del Sud e dal Giappone, che dal 1° agosto saranno soggetti a dazi del 25%.
L’impatto su Campari secondo analisti
Gli analisti di Equita conferma la raccomandazione buy su Campari, con target price a 7,9 euro, proprio sulla scia delle indiscrezioni di stampa di una possibile esenzione del settore dalle tariffe.
“Ricordiamo che per Campari, coerentemente con le indicazioni della società, le nostre stime incorporano un impatto dazi sul 2025 pari a 25 milioni di euro ipotizzando dazi al 20% da luglio in poi, senza azioni compensative sui prezzi di vendita ma stesso tempo beneficiando di un po' di buffer di stock locale. Su base annua, e in assenza di mitigants, ogni 10% di tariffe corrisponde a circa 18-20 mln sull'Ebit, ovvero circa 3% dell'Ebit annuo”.
Per quanto riguarda il 2026, la stima di Equita “incorpora un impatto tariffe al 20% per l'intero anno ma anche un leggero beneficio da aumenti prezzo. La conferma di un'aliquota al 10% - e non al 20% - avrebbe quindi un impatto positivo del 2% circa sulla nostra stima 2026, mentre la totale cancellazione varrebbe circa il 4%”.
Passando all’intero settore degli spirits, per la sim “il maggiore beneficiario di una riduzione o cancellazione dei dazi all'import negli Usa sarebbe Remy Cointreau (la società ha indicato un impatto di 25 milioni al netto di effetti di compensazione, pari a circa il 10% dell'Ebit annuo), seguita appunto da Campari e in seconda battuta da Pernod e Diageo. Per Iwb, gli USA stimiamo pesino l'8-9% del fatturato 2024, ipotizzando margini in linea al gruppo. Ipotizzando dazi al 20%, avevamo stimato un potenziale impatto a media-alta singola cifra sull'Ebit", concludono gli esperti.
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