Carige, Fitd in attesa di un nuovo offerente dopo il rifiuto a Bper


Resta aperto il futuro di Carige, nonostante il no di Fitd all’esclusiva per Bper Banca sulle trattative per l’acquisizione dell’istituto genovese e alcune indiscrezioni ipotizzano l’entrata in scena di un nuovo interessato all’operazione.


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I rumor su Crédit Agricole

Il dossier Carige potrebbe non essersi chiuso dopo il rifiuto del suo azionista di controllo (80%), il Fondo Interbancario di Tutela dei depositi (Fitd), all’offerta non vincolante di Bper Banca.

Il fondo avrebbe scelto di non trattare in via esclusiva con Bper, tenendosi così libera di attendere l’arrivo di un altro soggetto potenzialmente interessato all’operazione di M&A che sta tenendo banco in questo fine 2021 per gli istituti finanziari.

Secondo indiscrezioni di MF, il nuovo nome che potrebbe affacciarsi alla vicenda è quello dei francesi di Crédit Agricole, i quali puntano ad aumentare la loro presenza in Italia dopo l’acquisizione di Credito Valtellinese.

Le smentite del passato

Le indiscrezioni, però, arrivano dopo sole due settimane dalle parole del Ceo di Crédit Agricole, Giampiero Maioli, il quale smentiva qualunque ipotesi di operazioni da effettuare con ulteriori banche, oltre ad una strategia su un terzo polo.

“Non creiamo suggestioni”, affermava il manager nel corso del consiglio della Fabi, dopo aver auspicato “uno sbocco positivo” del futuro di Carige che “farebbe bene a tutto il sistema”.

In quell’occasione, Maioli ricordava che “solo nel 2022 abbiamo due fusioni” concentrate “nel giro di pochi mesi, intorno al 25 aprile incorporiamo Creval e a fine anno FriulAdria”.

Visti i precedenti su Carige, però, le parole di Maioli potrebbero anche essere solo pretattica, in quanto anche da Bper era arrivata la smentita di qualunque interesse per la banca genovese solo nel mese di agosto 2021.

L’offerta di Bper

Proprio il tema dell’esclusiva era stato posto al centro della risposta di Bper Banca a Fidt, dopo aver preso atto della risposta dell’istituto genovese all’offerta.

Nella nota diffusa il 21 dicembre, Bper ribadiva la propria disponibilità a fornire i chiarimenti richiesti e a effettuare gli approfondimenti ritenuti necessari, verificando insieme le ipotesi alla base dell’offerta, ma il tutto doveva rientrare “nel contesto di un adeguato regime di esclusiva”.

Bper aveva offerto la cifra simbolica di 1 euro per l’88,3% del capitale di Carige, ma soprattutto aveva richiesto la ricapitalizzazione preventiva da 1 miliardo, annunciando anche il lancio di un’offerta pubblica di acquisto a 80 centesimi per titolo sull’11% in mano ai piccoli soci genovesi.

Offerta rifiutata da Fitd a causa, formalmente, di un articolo dello statuto che limita i contributi delle banche consorziate di fatto a 500 milioni. Cifra, questa, anche se aumentabile fino a 700 milioni, ancora lontana dal miliardo di ‘dote’ richiesto dalla banca che vede Unipol primo azionista con il 18,9% del capitale.

Scaduti i termini (20 dicembre) per una risposta positiva all’esclusività delle trattative, ora la palla resta a Fitd, probabilmente in attesa di ulteriori ‘pretendenti’ alla ‘mano’ di Carige.

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