Carige, oggi si riunisce il cda mentre il dialogo con Bper resta ancora aperto


L’offerta di Bper Banca prevedeva un ulteriore contributo da parte di Fitd di circa un miliardo che il fondo non poteva investire per statuto ma le trattative potrebbero riprendere su una base tra i 600 e i 700 milioni.


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Lo spiraglio ancora aperto tra Carige e Bper

L’operazione tra Banca Carige e Bper Banca potrebbe non essere naufragata dopo il rifiuto del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) alla proposta emiliana.

Oggi si riunirà il consiglio di amministrazione di Bper già convocato da tempo ma che certamente analizzerà il dossier della banca di Modena dopo che ieri era scaduta la richiesta di concessione di un’esclusiva per poter arrivare ad un primo accordo entro l’ultimo dell’anno.

Il dialogo tra i due istituti, però, sembra non essersi fermato e secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, “l’intervento del Fitd a norma di statuto deve seguire il principio del minor onere”. In particolare, “il costo di un intervento preventivo su una banca in difficoltà realizzato mediante la ricapitalizzazione preventiva non può essere più costoso rispetto a quello di un’eventuale liquidazione”.

Alla luce di queste considerazioni, l’esborso massimo del Fitd potrebbe arrivare ad un massimo di 6-700 milioni di euro, avvicinandosi così al miliardo richiesto da Bper per concludere l’operazione e lasciando spazio a nuove trattative.

Le alternative secondo gli analisti

Se il socio detentore dell’80% del capitale di Carige non può dunque superare i 700 milioni, secondo gli analisti di Equita Sim la cifra di 1 miliardo richiesta da Bper potrebbe essere raggiunta grazie alla “conversione di 320 milioni di Dta e questo consentirebbe al Cet1 di mantenersi tra il 13-13,5%”.

Inoltre, da Mediobanca Securities evidenziano che accanto al Fondo potrebbe essere attivato lo Schema Volontario del Fondo stesso, impegnando così ulteriori 400 milioni di euro anche se questo richiederebbe l’approvazione del 95% delle banche aderenti.

Questa ipotesi, però, non sarebbe facilmente raggiungibile, vista la contrarietà emersa soprattutto da parte delle banche di minori dimensioni a mettere nuovi finanziamenti nell’istituto genovese.

Secondo Ubs, un supporto del Fitd limitato a 650 milioni avrebbe per Bper un impatto stimabile in una erosione del capitale di circa 60 punti base.

Molti analisti concordano nella possibilità di nuovi sviluppi proprio a causa della natura di risposta data dal Fitd che lascia aperta la porta a nuovi negoziati.

Rumor su altre offerte

Nel frattempo, l’attesa per i nuovi sviluppi tra Bper e Carige non esclude la possibilità di un terzo ‘incomodo’ che potrebbe essere interessato ad entrare nell’istituto genovese.

L’ipotesi Crédit Agricole non è stata confermata dallo stesso istituto francese, con il management che si è nascosto dietro ad un “no comment”.

Altre indiscrezioni avanzano ipotesi di un interesse da parte dei fondi di investimento, indicando nomi quali Cerberus, Apollo, Centerbridge e Bain, anche se per ora conferme o indicazioni ulteriori non sono arrivate.

La cessione dei crediti deteriorati

Da Carige, intanto, hanno fatto sapere di aver ceduto ad Amco, società partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, un portafoglio di crediti deteriorati.

In particolare, la cessione riguarda un valore complessivo loro di circa 17,7 milioni di euro, composto da crediti in sofferenza ed UTP derivanti da contratti di leasing senza sottostante o con sottostante di natura immobiliare o strumentale.

L’operazione ha efficacia giuridica a partire dal 17 dicembre 2021 e segue quella realizzata lo scorso 20 marzo con la cessione sempre ad Amco di circa 70 milioni di euro di crediti in sofferenza ed UTP.

Da Carige hanno sottolineato come la vendita rappresenti “un ulteriore sviluppo del processo di derisking rispetto a quanto già realizzato negli esercizi precedenti e contribuisce al miglioramento della qualità degli attivi, riflesso in indicatori di rischio allineati ai migliori livelli di sistema”.

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