Cattolica, ok di Ivass alla trasformazione in Spa
Nuovo disco verde all’ingresso di Generali nella compagnia di assicurazioni veronese. Gli azionisti di Cattolica adesso avranno 15 giorni di tempo per esercitare il diritto di recesso.
L’ok dell’Ivass smuove le acque per le assicurazioni
Cattolica potrà trasformarsi in società per azioni e fare un passo in avanti nel percorso verso l’ingresso di Generali nel capitale della compagnia veronese. Ieri sera l’Ivass, l’autorità di controllo sulle assicurazioni, ha approvato le modifiche statutarie deliberate nel corso dell’assemblea dei soci lo scorso 31 luglio. Il testo di statuto di Spa entrerà in vigore dal 1° aprile 2021.
Gli azionisti adesso avranno 15 giorni di tempo per esercitare il diritto di recesso previsto per il passaggio di Cattolica da cooperativa a Spa. Due settimane decisive per determinare il valore dell’asset e l’andamento del titolo.
Questa mattina, il disco verde dell’Authority di controllo sulle assicurazioni non ha rinforzato la posizione delle azioni in Borsa. Alle 12,00 Cattolica, con un rosso dello 0,87%, passa di mano a 5,12 euro. Il valore è ancora inferiore a quello di 5,47 euro (quanto potrebbero guadagnare i soci che si affidano al recesso).
Ricordiamo che al luglio le modifiche statutarie avevano ottenuto il 70,74% dei voti favorevoli contro il 29,07% (circa 785) dei soci contrari.
Via all’aumento di capitale e all’ingresso di Generali
Ora si potrà dare luogo a quanto previsto dall'accordo quadro con Generali, nell’ambito del quale quest’ultima entrerà nel capitale di Cattolica con una quota del 24,4% attraverso un aumento di capitale riservato.
Generali sottoscriverà una quota di 300 milioni (a un prezzo di 5,5 euro per azione) sui 500 milioni di euro richiesti da Ivass a Cattolica per il passaggio da cooperativa a Spa e per risollevare il Solvency Ratio.
I restanti 200 milioni dovrebbero essere messi sul piatto da Banca Imi, Mediobanca e Goldman Sachs.
Armi spuntate per i soci contrari
L’opposizione dei soci contrari è sfociata, nelle scorse settimane, con un esposto a Consob. Già a giugno era stato presentato un ricorso (respinto) al tribunale di Venezia. Il 1 settembre il patto di sindacato Api si è rivolto all’autorità di controllo dei mercati indicando nella quota di aumento di capitale riservata a Generali effetti paragonabili a quelli di un’Opa. Generali aveva probabilmente previsto queste obiezioni, dal momento che la prima soglia rilevante per un’Opa è del 25% (e loro si fermano lievemente al di sotto).
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