Cina, continua la stretta sui tech: tonfo di Weibo dopo la multa per “diffusione di informazioni illegali”


La società cinese è crollata alla borsa di Hong Kong dopo la multa inflittale dall’autorità locale di regolamentazione di Internet, nuovo capitolo della politica del governo del paese di contrasto alle grandi società tecnologiche.


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Weibo crolla in borsa

Si conclude con un crollo del 9% la quarta seduta negativa su cinque del titolo Weibo alla borsa di Hong Kong, dove era sbarcato solo lo scorso 8 dicembre, sulla scia di quanto già deciso da altre società tecnologiche cinesi, pressate dalla stretta della autorità locali.

La seduta conclusasi nella mattinata (italiana) di oggi vede le azioni della Twitter cinese scendere a 219,80 dollari di Hong Kong dai 253 con cui aveva iniziato la sua quotazione la settimana scorsa.

Negativo l’andamento del titolo anche alla borsa di New York, dove è presente dal 2014, con le azioni che ieri hanno chiuso a -5,59%, mentre il pre-market odierno vede ancora un forte calo (-4%).

La multa della Cac

La Cyberspace Administration of Chia (Cac) ha deciso di multare Weibo con una multa da 3 milioni di yuan, corrispondenti a 470 mila dollari, con l’accusa di “aver pubblicato ripetutamente informazioni illegali”.

L’autorità cinese di regolamentazione di Internet, però, non ha fornito ulteriori dettagli, limitandosi a citare la violazione della legge a tutela dei minori e altre norme, specificando di aver imposto 44 sanzioni per un totale di 14,3 milioni di yuan nel periodo gennaio-novembre 2021.

La Cac ha inoltre ordinato alla società di “rettificare immediatamente e di trattare seriamente con le persone responsabili”.

Weibo, nella sua risposta, non si è mostrata particolarmente contrariata, dichiarando di “accettare sinceramente i rilievi”, oltre a informare di aver istituito un gruppo di lavoro con il fine di mettere in atto le misure correttive necessarie.

La stretta cinese alle società tech

Sembra non esaurirsi, dunque, la serie di azioni svolte dalle autorità cinesi verso le società tecnologiche cinesi, accusate di essere un pericolo per la sicurezza del paese.

La multa commiata a Weibo, infatti, è soltanto l’ultima di una serie di sanzioni imposte ai giganti tech, dopo le nuove linee guida emesse dalle autorità cinesi per regolamentare (o controllare) i siti di notizie e le piattaforme online.

Da parte loro, le autorità parlavano della volontà di promuovere un Internet “civile e corretto”, ma l’attuazione pratica ha visto un giro di vite sulla Fan Culture (cultura dei fan) online e il divieto alle società di social media come Weibo di promuovere in modo aggressivo le celebrità, con la scusa di una cattiva influenza sui giovani, per poi favorire la diffusione dei valori socialisti e dei successi del Partito comunista.

Solo a dicembre, il Cac aveva multato Douban, popolare sito di recensioni cinematografiche, con una sanzione da 1,5 milioni di yuan, per una generica “diffusione illegale di informazioni”.

Tra le altre decisioni prese, la Cina ha inasprito le regole per l’industria tecnologica, limitando il numero di ore massime che i minorenni possono passare con i videogiochi, ha cercato di allontanare le società dalla quotazione all’estero di società che raccolgono dati sensibili, ha imposto il rispetto dei principi di equità negli algoritmi, oltre a contrastare le pratiche delle piattaforme di ride-hailing (veicoli a noleggio) come Didi.

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