Cina, Modern Land è il nuovo ‘caso Evergrande’: chi sarà il prossimo?


Aumentano i casi di società immobiliari cinesi inadempienti e questa volta è il turno di Modern Land (China) che ha mancato il pagamento di un bond da 250 milioni. Intanto, venerdì prossimo sarà il turno del pagamento di un’altra obbligazione per Evergrande, possibile nuovo elemento di preoccupazione sui mercati.


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Il default di Modern Land

La crisi immobiliare in Cina continua a fare vittime tra le società del settore, aumentando le preoccupazioni per un possibile contagio della crisi che sta colpendo il gigante Evergrande.

Questa volta è stato il turno di Modern Land (China), società immobiliare che in queste ore ha comunicato il suo default dopo non essere riuscita a pagare un bond da 250 milioni di dollari con interessi garantiti al 12,85% “a causa dei problemi di liquidità inaspettati”, secondo quanto spiegato dallo stesso gruppo.

La decisione di Modern Land ha pesato sull'umore degli investitori, ha spiegato all'agenzia Reuters, Clarence Tam, gestore di portafoglio obbligazionario per conto di Avenue Asset Management a Hong Kong, in quanto “il mercato è preoccupato che tutte le società con rating B sceglieranno di non pagare”.

Nell’agenda dello sviluppatore cinese è previsto per oggi un incontro con altre società immobiliari del paese indebitate per fare il punto sulla situazione e valutare la loro capacità di rimborso in una condizione di liquidità limitata.

Le altre società

Il meeting è stato organizzato vista la generalizzata condizione di inadempienza dei debiti tra le società del settore, spiegava alla Reuters un investitore con esposizione al debito cinese ad alto rendimento che ha chiesto l’anonimato in quanto non autorizzato a parlare con i media.

A questo punto, sottolineava la fonte, l’unica incertezza che rimane è sapere quale sarà la nuova società che dichiarerà il default: “chi sarà la prossima?”, si chiedeva.

La settimana scorsa era stata evitata la crisi di Evergrande, salvatasi dal default all’ultimo momento, ma già questo venerdì (29 ottobre) sarà il turno di un'altra scadenza e non ci sono ancora notizie circa la possibilità e i modi in cui verrà rispettata.

Ieri Evergrande aveva comunicato di essere pronta ad abbandonare il settore immobiliare per concentrarsi su quello delle auto elettriche, ma il sollievo sui mercati è durato poco. Dopo un iniziale balzo del 3% in borsa, il titolo arrivava a chiudere con un calo del 4%.

Accanto al gigante Evergrande, il default resta la parola ‘di moda’ anche per altri costruttori come Sinic Holdings e Fantasia Holding, che di fatto hanno già saltato le loro scadenze, entrando nelle attenzioni delle agenzie di rating.

Proseguono le incertezze

Il caso Modern Land (China) rappresenta il quarto gruppo cinese a essere inadempiente ieri su un’obbligazione di debito estero. “Sebbene l'importo sia modesto, le preoccupazioni in corso sul mattone in Cina sembrano pesare oggi sul sentiment in Asia”, sottolineano gli esperti di Oanda.

Con il nervosismo del settore immobiliare cinese che continua a perseguitare tutto il continente, “i nervi saranno tesi finché Evergrande non effettuerà il pagamento relativo alla scadenza di venerdì prossimo”, aggiunge Jeffrey Halley, analista di mercato senior per l’area Asia Pacifico di Oanda.

L’incertezza potrebbe spingere le istituzioni cinesi a intervenire con un altro taglio delle riserve bancarie (RRR) nel corso del mese di novembre, anche se “probabilmente non accadrà fino a dopo la riunione del Comitato centrale, che si terrà tra l'8 e l'11 del prossimo mese”, prevede Halley.

“La Banca centrale cinese sembra contenta di calmare i mercati in questo modo, per ora, sostenendo che sta aiutando a coprire l'emissione del debito del governo locale e il pagamento delle tasse trimestrali", aggiunge l'analista.

Alla tempesta immobiliare rischia di aggiungersi un aumento delle vittime da Covid 19, visto il diffondersi della variante Delta in Cina, con il rischio di nuovi lockdown sempre più concreto.

“Ciò complicherebbe uno scenario già da incubo per le catene di approvvigionamento globali sotto stress dai tagli al consumo energetico della Cina”, conclude l'esperto.

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