Cina, verso un nuovo modello di sviluppo

“I cinesi innovano e poi regolano, gli europei regolano e non innovano, gli americani innovano e poi non regolano”
Le norme più ferree imposte dal governo cinese hanno turbato i mercati, ma è veramente così negativa la svolta decisa dal governo di Xi Jinping?
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Un passo avanti
Il giro di vite di Pechino contro le grandi aziende tecnologiche, seguito dalle recenti affermazioni di Xi Jinping sulla necessità di promuovere la 'prosperità comune' e la vendita di prodotti locali, sono stati recepiti dai mercati come un fulmine a ciel sereno, provocando in pochi giorni un’ondata di panico. “I dubbi sul fatto che possa essere cambiato l'atteggiamento del governo sui capitali esteri hanno rappresentato il catalizzatore della fuga dal mercato cinese”, afferma Michele De Michelis, Responsabile investimenti di Frame Asset Management. Ma è davvero così negativo quello che ha deciso il governo di Xi Jinping?
Con il 14esimo piano quinquennale cinese dal 2021 al 2025 abbiamo assistito a una volontà di cambiamento da parte del governo: dopo decenni di sviluppo quantitativo, pare ora si voglia puntare a una trasformazione della società e dell’economia in ottica di qualità. Più enfasi all’assistenza sanitaria, infanzia, fertilità, istruzione e ambiente. La Cina è anche più concentrata sul miglioramento della sicurezza economica nazionale, a maggior ragione per via della guerra commerciale con gli Stati Uniti.
“Sembra che i giorni di crescita sfrenata e incontrollata della Cina a spese del benessere della popolazione e dell'ambiente siano finiti”, afferma De Michelis, secondo cui le mosse del Governo cinese hanno una logica di lungo periodo, che punta a far prosperare il Paese e la sua gente ma non a tutti i costi e in particolare non a discapito della stabilità sociale.
Gli inasprimenti normativi rivolti alle Big Tech, ad esempio, hanno riguardato la protezione della privacy dei dati individuali sulla falsariga delle regole del GDPR europeo (tra i più severi al mondo), ma anche il miglioramento del codice del lavoro e il rafforzamento delle regole antitrust. In altre parole, una legge in linea con gli standard occidentali.
Come ha recentemente scritto Lilian Li, ex-venture capital investor presso Eight Roads Ventures, “i cinesi innovano e poi regolano, gli europei regolano e non innovano, gli americani innovano e poi non regolano”. Le aziende cinesi hanno innovato, creato disruption e si sono mosse molto più velocemente di quanto abbia fatto la legislazione. Per Pechino, dopo l’innovazione, è giunto il momento delle regole.
Un motivo in più per “aumentare l'esposizione ben sapendo che tale posizione rimarrà comunque volatile e, come tale, destinata ad investitori 'razionali' che non si fanno spaventare dalle oscillazioni di breve periodo”, afferma De Michelis.
Benché Pechino abbia dimostrato un relativo successo nel gestire e contenere la pandemia, specialmente a confronto con i paesi occidentali, e sia partita con passo spedito con la campagna vaccinale, gran parte della popolazione non è ancora vaccinata. “Se la variante Delta si diffonde in Cina, è probabile che vedremo un maggiore allentamento delle politiche monetarie. La Cina ha iniziato ad implementare questo approccio in modo lieve circa tre settimane fa con tagli alle riserve obbligatorie per le banche”, nota Nick Payne, co-Head of Strategy, Global Emerging Markets, presso Jupiter AM.
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