Cinque modi di vedere il nuovo (dis)ordine mondiale

23/09/2025 13:00
Cinque modi di vedere il nuovo (dis)ordine mondiale

Il mondo sta vivendo una fase di transizione geopolitica epocale che, pur generando rischi e instabilità. Con oltre sessanta conflitti attivi e un quadro climatico e politico sempre più complesso, le sfide per i mercati sono notevoli. L’attuale turbolenza può diventare un terreno fertile per nuove strategie: dalle grandi rivalità tra Stati Uniti e Cina al cambiamento climatico, dall’aumento della spesa militare alla centralità dell’intelligenza artificiale, fino al ritorno della minaccia nucleare.

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La geopolitica in transizione

L’instabilità globale ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi decenni. Secondo l’analisi di Thomas Mucha, Geopolitical Strategist di Wellington Management, sono attivi oltre 60 conflitti armati, il doppio rispetto a cinque anni fa e il numero più elevato dalla Seconda Guerra Mondiale. La pressione dei cambiamenti climatici contribuisce a creare una vera e propria “tempesta perfetta”, mentre l’amministrazione statunitense ha scelto di rovesciare oltre ottant’anni di politica estera, ridisegnando alleanze, priorità e spesa pubblica secondo la logica dell’“America First”.

Tutto questo ha conseguenze macroeconomiche e di mercato: si formano nuovi strumenti politici, cambiano le dinamiche commerciali e gli investitori devono fare i conti con scenari radicalmente diversi. Una persona su otto, a livello globale, vive in aree interessate dai conflitti, ma il dato più rilevante per i mercati è che siamo nel mezzo di un passaggio da un ciclo geopolitico globale a un altro. Come sottolinea Mucha, queste trasformazioni si verificano circa una volta per secolo e portano sempre con sé rischi e opportunità.

Rivalità tra Stati Uniti e Cina

La competizione tra Washington e Pechino per la supremazia globale è la dinamica più rilevante per l’economia mondiale. Entrambe, spiega Mucha, puntano alla leadership tecnologica, una corsa resa ancora più intensa dall’ascesa dell’intelligenza artificiale. Questa nuova “guerra fredda tecnologica” accelera e potrebbe assumere anche dimensioni militari.

Per gli investitori, le implicazioni sono chiare: le frizioni strutturali negli scambi commerciali aumentano i rischi, come dimostrato dalle prime azioni della nuova guerra commerciale globale avviata dagli Stati Uniti. Ma, allo stesso tempo, emergono per Mucha opportunità concrete tra le società emergenti dell’intelligenza artificiale, nei produttori della catena di fornitura tecnologica e nei comparti legati allo spazio.

Il cambiamento climatico come questione di sicurezza

Un altro aspetto chiave riguarda il cambiamento climatico, che Mucha interpreta come una vera questione di sicurezza nazionale. Le regioni equatoriali e tropicali rischiano impatti catastrofici, con scarsità di risorse, conflitti per acqua e cibo, migrazioni forzate e possibili collassi statali. La conseguenza è l’aumento degli estremismi e dell’instabilità.

L’impatto sugli investitori è evidente: la crescente consapevolezza di questi rischi costringerà i governi ad adattarsi, aprendo opportunità nelle tecnologie per la resilienza climatica, nelle infrastrutture sostenibili e nella decarbonizzazione. La transizione “green”, seppur spinta dalla necessità, potrà rafforzare i portafogli nel lungo periodo.

La spesa militare e il laboratorio della guerra

La spesa militare globale cresce ininterrottamente da dieci anni e ha toccato un nuovo record. Le ragioni, secondo Mucha, includono le minacce di Cina e Russia, la sfiducia nell’ombrello di sicurezza statunitense e la domanda di tecnologie difensive più avanzate. L’Ucraina, in guerra con la Russia dal 2022, è diventata un laboratorio della guerra del futuro, con l’impiego di droni, intelligenza artificiale e sistemi spaziali. Anche i conflitti in Medio Oriente mostrano nuove applicazioni militari.

Per gli investitori, i settori strategici sono molteplici secondo Mucha: semiconduttori, minerali critici, biotecnologie, tecnologie rinnovabili, comunicazioni e robotica. Questi comparti, già al centro dell’innovazione, saranno trainati per anni dalla domanda di sicurezza nazionale, creando prospettive di crescita sostenuta.

L’intelligenza artificiale come leva geopolitica

Quando si parla di intelligenza artificiale, l’attenzione si concentra spesso sulla produttività del settore privato, ma Mucha ricorda che il suo ruolo nella sicurezza nazionale è cruciale. L’AI è già impiegata in applicazioni analitiche, predittive e operative per la difesa: dal puntamento dei missili ai dispiegamenti sul campo, fino ai sistemi d’arma.

Questo rende il settore una delle aree più promettenti per gli investitori. Le opportunità, secondo Mucha, spaziano lungo l’intera catena di valore, includendo data center, semiconduttori, cybersicurezza, miniere di terre rare e società impegnate nello sviluppo di AI avanzata. L’elevata domanda strutturale conferisce al comparto una prospettiva di lungo termine particolarmente solida.

Il ritorno delle armi nucleari

Il nuovo disordine mondiale ha favorito la (ri)ascesa delle armi nucleari. Mosca ha più volte minacciato il loro impiego, la Cina ha ampliato il proprio arsenale e programmi come quelli di Corea del Nord e Iran accrescono i rischi di proliferazione. La riduzione della fiducia nell’ombrello di sicurezza statunitense rende ancora più probabile questa evoluzione.

Per i mercati, secondo Mucha, ciò si traduce in nuove opportunità nei comparti della difesa antimissilistica, dell’aerospazio e delle tecnologie spaziali, oltre che nell’attenzione ai minerali critici necessari allo sviluppo di armamenti nucleari. L’investimento nella difesa tradizionale e in quella innovativa appare destinato a crescere.

Prepararsi al futuro

Secondo Mucha, il nuovo disordine mondiale richiede un approccio diverso agli investimenti. I cambiamenti epocali generano vincitori e vinti ben distinti, ma per chi sa leggere i segnali ci sono opportunità a livello regionale, settoriale e di asset class.

Gli investitori hanno dunque il potere di impiegare il capitale non solo per ridurre i rischi geopolitici, ma anche per migliorare le prospettive climatiche e ampliare i benefici sociali ed economici delle nuove tecnologie. Nonostante il contesto sia complesso, restano motivi di ottimismo, sia in termini di rendimento che di impatto positivo sul futuro.

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