Citazioni: Draghi contro Weidmann la lotta continua

Mario Draghi spiega la differenza tra debito buono e debito cattivo, tra la necessità di investire per crescere senza sprecare risorse. Jens Weidmann richiama sul rispetto del limite al 2% dell'inflazione.
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Debito buono e debito cattivo
"Il debito può rafforzarci, se ci permette di migliorare il benessere del nostro Paese, come è avvenuto durante la pandemia. Ci può rendere più fragili se, come troppo spesso è accaduto in passato, le risorse vengono sprecate. Il debito può unirci, se ci aiuta a raggiungere il nostro obiettivo di prosperità sostenibile, nel nostro Paese e in Europa".
La pandemia è un disastro naturale. Molte imprese che hanno dovuto fermarsi, non lo hanno fatto per colpa loro, ma perché glielo ha imposto il governo. Avevamo noi, come collettività, un interesse a mantenere intatta la loro capacità produttiva e a preservare i loro posti di lavoro. L’unico modo per tenere le aziende sul mercato era dare loro fondi per compensare almeno in parte la perdita di fatturato e aiutarle a preservare i posti di lavoro.
L’economia italiana ha operato al di sotto del suo potenziale per gran parte degli ultimi dieci anni. C’è dunque molto spazio per utilizzare politiche di bilancio espansive prima di creare pressioni inflazionistiche.
I numeri
Nel 2020, il deficit italiano ha toccato il 9,5% del PIL, e quest’anno, secondo la Commissione, raggiungeremo l’11,7%. Le previsioni attuali della Commissione indicano un aumento del PIL quest’anno in Italia e nell’UE del 4,2%.
Il debito pubblico in Europa e in Italia è aumentato di circa 20 punti percentuali di prodotto interno lordo. Anche se utilizziamo un tasso d’interesse prudenzialmente alto, pari a 2,5%, il costo annuo di questo debito risulta essere pari a circa mezzo punto percentuale di reddito nazionale l’anno. Siccome le entrate del governo ammontano in Italia e in Europa a circa il 40-50% del PIL, è sufficiente incrementare il tasso di crescita strutturale di 1-1,25 punti percentuali per coprire il costo del debito degli ultimi due anni.
Weidmann: rispettare il tetto dell'inflazione al 2%
"La decisione di non intervenire quando il tasso di inflazione eccede l'obiettivo (della Bce) nel medio termine potrebbe essere mal interpretata ...come un tentativo della politica monetaria di anteporre la sostenibilità delle finanze pubbliche all'obiettivo di sostenibilità dei prezzi", ha detto Weidmann durante un intervento.
"In questo modo potrebbe risultare più difficile rimanere ancorati alle attese di inflazione".
Il rischio climate change sulle banche
Frank Elderson, membro del consiglio direttivo Bce
"La Bce ha identificato i rischi legati al climate change come uno dei "rischi chiave per la stabilita' finanziaria"
"l'80% delle banche dell'eurozona è già esposto ai rischi legati al climate change e il 90% dei piani non rispetta parzialmente o in toto le attese del supervisore. Solo il 40% delle banche ha assegnato al management la responsabilità della gestione dei rischi climatici e molte banche non usano nemmeno i dati disponibili pubblicamente o forniti da terze parti per valutare la materialità di questi rischi".
"La Bce tratterà i rischi connessi al climate change con lo stesso rigore e la stessa determinazione con cui valutiamo gli altri rischi e ci aspettiamo che le banche facciano lo stesso".
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