Consiglio Ue, giorni decisivi per Recovery Fund e Bilancio

Oggi e domani si tiene il vertice dei capi di Stato e di governo per cercare un accordo sul programma Next Generation Eu. Il vertice si apre tra le difficoltà legate alle divisioni dei vari Paesi europei. Borse europee contrastate in attesa delle decisioni sul piano da 750 miliardi di euro.
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Al via dalle 10 i negoziati sul Recovery Fund
Alle 10 di questa mattina è suonata la prima campanella del Consiglio europeo straordinario, il vertice dei capi di Stato e di governo per cercare un accordo sul programma Next Generation Eu.
In questa sede si discuterà la reale attuazione del piano anche noto come Recovery fund, per l’erogazione di un totale di 750 miliardi di euro (250 miliardi di prestiti e 500 miliardi a fondo perduto) agli Stati membri, con risorse più sostenute a quanti hanno subito i danni più ingenti dalla pandemia di Coronavirus.
I contrasti tra Paesi membri Ue
Il vertice si apre tra le difficoltà legate alle divisioni dei vari Paesi europei. Da un lato, l’Italia, considera «decisivo» chiudere quanto prima i negoziati. «La proposta di Charles Michel conferma l'ammontare complessivo, la ripartizione tra trasferimenti e prestiti e l'architettura del Recovery Fund. E non era scontato. Ci batteremo con forza per non modificare questi elementi», ha detto in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha detto oggi che farà di tutto per trovare un accordo, mentre il primo ministro italiano, Giuseppe Conte, punterà sulla conferma dell’importo complessivo del fondo e la ripartizione tra contributi e prestiti: «Ho piena consapevolezza delle divergenze esistenti, ma anche forte determinazione che dobbiamo superarle», ha detto il premier entrando al Consiglio.
L’Olanda si conferma il più agguerrito tra i Paesi frugali nel negare la concessione di fondi e rivendica il diritto di veto. Secondo le dichiarazioni del premier, Mark Rutte, le possibilità di un accordo «sono poco meno del 50%: è ancora possibile trovarlo in questa riunione ma si tratta di un lavoro duro».
Fiduciosa la numero uno della Bce, Christine Lagarde: ieri si è detta convinta che il Recovery Fund «vedrà la luce», nonostante il difficile processo negoziale.
I punti centrali dell’accordo e il “pomo della discordia”
Il piano, avviato da Francia e Germania, nasce con una formula inedita per il panorama Ue, ossia la garanzia collettiva dal bilancio europeo. Il 70% delle risorse sarà assegnato tra il 2021 e il 2022, come proposto dalla Commissione a maggio, mentre il restante 30% sarà distribuito ai Paesi nel 2023 in base alla riduzione del Pil nel biennio precedente. Il punto più critico, secondo Reuters, riguarda l’erogazione del denaro, in particolare i 310 miliardi del Recovery and Resilience Facility, la parte più cospicua dei 500 miliardi di sovvenzioni. La Commissione suggeriva di stanziare la liquidità sulla base di una formula che includesse il Pil pro capite di un Paese, la sua popolazione e il tasso medio di disoccupazione tra il 2015 e il 2019. Sulla base di questo approccio, Italia e Spagna sarebbero stati i primi beneficiari delle sovvenzioni, con circa 68,5 miliardi di euro e 66,5 miliardi di euro rispettivamente. Il piano è stato modificato dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel con una nuova formula che prevede l’andamento del Pil nel 2020 e 2021. Questo perché Paesi più “disciplinati”, come l’Olanda, hanno criticato la formula precedente in quanto basata su deficit strutturali dei Paesi coinvolti e non sulle conseguenze della pandemia.
Avvio contrastato per le Borse europee
Milano ha aperto in rialzo dello 0,3%, ma poi si è portata poco sotto la parità e a metà mattina cede lo 0,03%. Lo spread si attesta in area 164 punti. Francoforte registra un progresso dello 0,26%, mentre Parigi vede un segno meno dello 0,37%, più debole Madrid -0,48%.
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