Conte: dire subito sì al Recovery Fund. Merkel: ne parleremo venerdì

Ieri bilaterale tra il primo ministro italiano e la cancelliera tedesca. Conte spinge per una rapida approvazione del pacchetto Ue, ma Merkel frena: le posizioni rimangono distanti. Sul tavolo anche la partita Aspi, con i timori degli azionisti internazionali (tra cui Allianz).
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«Bisogna dire sì subito» al Recovery Fund
Ieri nella conferenza stampa congiunta seguita al bilaterale a Meseberg tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, il premier italiano ha sottolineato l’importanza del sostegno europeo per far ripartire l’economia del nostro Paese. «Non è interesse di nessuno mettere troppe condizioni sul Recovery Fund, proposto dall'Unione europea, che ne annullino gli effetti espansivi», ha detto Conte. Il timore espresso dal primo ministro riguarda la possibilità di una divisione tra gli Stati membri e l’opposizione dei cosiddetti “frugali” (Austria, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi).
Sul Recovery Fund «ne parleremo venerdì. Le opinioni sono ancora in parte divergenti ma penso che arriveremo a un accordo», ha detto Merkel. La cancelliera tedesca, però, ha confermato l’accordo sulla struttura di base delle proposte Ue tra Italia e Germania. «Abbiamo un compito complesso, quello di approvare sia il quadro pluriennale sia varare il Recovery fund e il cosiddetto Next generation Eu. Entrambi appoggiamo queste intenzioni e questo progetto – ha continuato Merkel. Per quel che riguarda le proposte del presidente del consiglio europeo Charles Michel, ognuno ha i propri interessi».
La proposta del presidente del Consiglio Ue, Charles Michel e le attese per venerdì
Il progetto di rilancio dell'economia Ue prevede un intervento da 750 miliardi di euro da suddividere in quattro anni, mentre il bilancio dei 27 Paesi dovrebbe essere attorno a 1,1 miliardi.
Dopo le consultazioni con le parti principali, il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha definito la cosiddetta “scatola dei negoziati”. La proposta conferma l’intervento da 750 miliardi in 4 anni diviso in sovvenzioni (450 miliardi), prestiti (250 miliardi) e garanzie (50 miliardi).
Il piano deve ancora sottostare alla definizione della Commissione Ue e all’approvazione del Consiglio «a maggioranza qualificata». L’Olanda, il più agguerrito tra i Paesi frugali, chiede l’approvazione “all’unanimità”.
Il nodo Aspi e gli interessi internazionali
La conversazione tra i due rappresentanti di Italia e Germania avrebbe deviato anche sul tema Autostrade per l’Italia. Secondo quanto riporta il Sole 24Ore, la cancelliera si sarebbe fatta portavoce dei timori degli industriali tedeschi e di Allianz, in merito alle decisioni che l'esecutivo si appresta a prendere sul futuro della compagnia. Le stesse inquietudini hanno spinto il governo cinese a convocare l’ambasciatore italiano a Pechino. Il 12% di Aspi è in mano ai tedeschi di Allianz, tramite il veicolo Appia, e ai cinesi di Silk Road.
Intanto la società, in attesa del cda di oggi e del cdm di questo pomeriggio ha chiuso la seduta di ieri con un tonfo in Borsa del 15,19% a 11,36 euro.
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