Contesto macro favorisce le azioni, ma ambiente interessante anche per i bond

27/05/2025 06:15
Contesto macro favorisce le azioni, ma ambiente interessante anche per i bond

Il contesto generale rimane estremamente incerto e le distese commerciali, sebbene positive nel breve termine, non garantiscono un'ulteriore de-escalation. Tognoli continua a credere che la diversificazione, tra classi di attività, aree geografiche e settori, sia la strategia migliore da seguire, resistendo alla tentazione di inseguire il mercato al rialzo.

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

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Fiducia dell’economia dell’Europa di maggio (stime 94 punti contro 93.6 di aprile) e fiducia dei consumatori (stima -15.2 punti contro -16.6 di aprile) in uscita oggi alle 11:00. Ordini di beni durevoli USA MoM di aprile (stima -7.9% contro +9.2% di marzo) alle 14:30 e fiducia dei consumatori USA MoM di maggio (stima 87.1 punti contro 86 di aprile) alle 16:00.

Nonostante la persistente incertezza macroeconomica, è innegabile che le azioni statunitensi abbiano registrato una notevole ripresa dai minimi toccati in seguito agli annunci sui dazi del Presidente Trump. Le recenti svolte politiche hanno attenuato i timori di scenari peggiori, mentre gli utili molto più solidi del previsto hanno alimentato l'ottimismo sulla solidità e la resilienza del settore aziendale, che dovrebbe resistere a un contesto incerto. Allo stesso tempo, i rendimenti sono aumentati, con il rendimento dei titoli del Tesoro USA decennali in rialzo di quasi 50 punti base nell'ultimo mese. Questo contesto unico ha creato significative divisioni tra rialzisti e ribassisti, come si evince dai dati di posizionamento e sentiment.

Crediamo che questa divisione crei potenziali opportunità per gli investitori che rimangono neutrali in questo contesto macroeconomico emotivamente carico. Vediamo anomalie ovunque (forse la più evidente è la quasi storica divergenza tra dati concreti e dati indiretti) ma è pericoloso lasciare che le emozioni guidino le decisioni di investimento su come o se queste anomalie verranno risolte. Per il momento continuiamo a credere che il cosiddetto “pain trade”, ovvero i movimenti di mercato che provocano un disagio diffuso agli investitori, sia più intenso man mano che i titoli azionari continuano a salire.

Il mercato è teso? Assolutamente sì. Ma il posizionamento è neutrale e il sentiment rimane piuttosto basso, il che è comprensibile considerando quanti ribassisti ci sono ancora in giro. Nel frattempo, ci aspettiamo che gli investitori che seguono il trend, come i consulenti di trading sulle materie prime (CTA), rimangano potenziali acquirenti con la riduzione della volatilità. Qualsiasi buona notizia rischia di spingere il mercato al rialzo. Motivo questo per il quale continuiamo a credere che la diversificazione, tra classi di attività, aree geografiche e settori, sia la strategia migliore da seguire, resistendo alla tentazione di inseguire il mercato al rialzo.

Il contesto generale rimane infatti estremamente incerto e le distese commerciali, sebbene positive nel breve termine, non garantiscono un'ulteriore de-escalation. L'aliquota tariffaria effettiva è stata dimezzata a seguito dei progressi con la Cina, ma rimane quasi il 10% superiore a quella di due mesi fa, il che probabilmente avrà un impatto sulla crescita e sull'inflazione. Inoltre, non è chiaro se gli obiettivi politici dell'amministrazione siano realmente cambiati o se si tratti solo di una pausa nella ricerca di un grande riordino economico globale.

Anche se il tasso tariffario effettivo si stabilizzasse intorno al 10%, riteniamo che ciò non significhi che la recessione sia inevitabile. I dati concreti non devono necessariamente essere in linea con i dati più pessimistici. È ciò che stiamo osservando in questo momento, soprattutto data la resilienza del mercato del lavoro, dei consumatori e del settore aziendale. Il rischio maggiore è un ulteriore cambiamento nella tendenza dei cambiamenti politici o una rottura improvvisa con la Cina durante il processo negoziale.

La scorsa settimana ci sono stati ricordati anche gli altri obiettivi politici chiave dell'attuale amministrazione, in particolare la riforma fiscale. Il mercato dei tassi sta certamente inviando un segnale di cautela riguardo alla dissolutezza fiscale insita nella legislazione che Trump e i Repubblicani chiamano "The One, Big, Beautiful Bill", ma vediamo qualsiasi certezza riguardo all'estensione del Tax Cuts and Jobs Act del 2017 come un netto vantaggio per i mercati azionari nel breve termine. Inoltre, si aspetterebbe una maggiore attenzione nel portare avanti gli obiettivi di deregolamentazione, che considera anch'esso un netto vantaggio per le azioni. Qualsiasi aumento significativo dei rendimenti obbligazionari potrebbe anche offrire agli investitori una possibile opportunità di valutare l'aggiunta di duration.

I vigilanti obbligazionari sono ben lontani dall'uscire allo scoperto, e la percezione di uno sciopero degli acquirenti esteri è semplicemente questo: una percezione. La domanda d'asta dei titoli del Tesoro, le disponibilità in custodia della Fed e, più recentemente, i dati provenienti dal Giappone non mostrano alcuna flessione nella domanda estera di titoli del Tesoro dal Giorno della Liberazione. Pur continuano a preferire le azioni alle obbligazioni, non escludiamo che non si possa formare un ambiente interessante per gli investitori opportunisti che cercano modi per diversificare i portafogli.

Crediamo che persistano molti aspetti positivi nell'attuale andamento del mercato e tecnicamente, lo slancio rimane forte nonostante le tensioni. Non saremmo tuttavia sorpresi di vedere un lieve calo o una pausa di sano consolidamento, visto le esternazioni del Presidente Trump.

I principali livelli di resistenza sono stati superati, mentre i dati economici sono stati in gran parte positivi per la crescita e l'inflazione. Il mercato azionario sta inoltre uscendo da una stagione degli utili del 1Q25 insolitamente solida, con una crescita quasi doppia rispetto alle aspettative. Tutto ciò supporta l'opinione di gran parte degli investitori secondo i quali si dovrebbe evitare di inseguire il mercato, ma valutare le opportunità di ribasso per aumentare la diversificazione e investire in segmenti orientati a temi di crescita secolare e a lungo termine.

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