Continua la crisi dei chip: General Motors ferma la produzione dei suoi pickup


Non si ferma la carenza globale dei semiconduttori iniziata con la pandemia da coronavirus, costringendo General Motors allo stop alla produzione dei suoi modelli pickup negli USA e in Messico.


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Lo stop alla produzione dei pickup

Ancora problemi per General Motors causati dalla mancanza di semiconduttori che sta colpendo molti settori, in particolare quello automobilistico. La società americana, infatti, sarà costretta a fermare la produzione dei suoi pickup full-size nella maggior parte degli impianti statunitensi e messicani, secondo quanto riferito dalla CNBC citando la stessa azienda.

I modello più colpiti saranno i pickup Chevrolet Silverano e GMC Sierra, prodotti negli stabilimenti di Michigan, Indiana e Messico dove si taglierà la produzione, mentre la sospensione temporanea riguarderà gli impianti di assemblaggio di Fort Waybe (Indiana) e Silao (Messico).

A Flint in Michigan la produzione dei camion pesanti sarà ridotta da tre turni a un turno, per poi tornare a regime normale il 2 agosto.

Una crisi da 2-3 miliardi di dollari per GM

La decisione arriva dopo che il mese scorso General Motors aveva dichiarato che la crisi dei semiconduttori, unito all'aumento dell'inflazione, avrebbero impattato sulla società per circa 2-3 miliardi di dollari nel corso della seconda metà del 2021.

Secondo il CEO Paul Jacobson, il terzo trimestre sarà colpito più duramente rispetto a quando già stimato dalla stessa società, mentre il contesto negativo proseguirà anche nel 2022, con le scorte di chip che rimarranno a livello basso in caso in cui la domanda restasse solida.

Alla crisi si aggiungeranno maggiori spese previste per il secondo semestre provenienti dall'inflazione da materie prime, con GM che sarà costretta a spendere 1,5-2 miliardi di dollari in più rispetto alla prima metà dell'anno, aggiungeva Jacobson.

Previsioni negative anche per Ford, i cui manager hanno spiegato la situazione ridurrà i suoi guadagni di circa 2,5 miliardi di dollari nel 2021.

Le previsioni sui costi della crisi per tutto il settore

La mancanza di chip nel settore auto è iniziata quando a seguito delle riaperture delle economie mondiali a lockdown terminato le fabbriche automobilistiche hanno affrontato una ripresa della domanda maggiore del previsto e registrando livelli minimi di scorte.

Con l'economia mondiale che continua a recuperare, il 2021 potrebbe vedere un costo pari a 110 miliardi di dollari di entrate all'industria automobilistica, secondo i calcoli della società di consulenza AlixPartners.

Si tratta di una previsione aumentata dell'81,5% rispetto alla prima versione di fine gennaio, ferma ai 60,6 miliardi di dollari.

“Ci sono fino a 1.400 chip in un tipico veicolo oggi, e quel numero è solo destinato ad aumentare man mano che l'industria continua la sua marcia verso veicoli elettrici, veicoli sempre più connessi e, infine, veicoli autonomi”, sottolinea Dan Hearsch, amministratore delegato nella pratica automobilistica e industriale di AlixPartners, in una dichiarazione, aggiungendo che si tratta “davvero un problema critico per l'industria”. Hearch prevede un maggiore impatto sulla produzione nel secondo trimestre 2021 per poi migliorare progressivamente durante la seconda metà dell'anno e nel 2022. “Entro il terzo trimestre, c'è abbastanza per far tornare tutti operativi per la maggior parte e poi nel quarto trimestre, dovremmo tornare a ronzare e poi l'anno prossimo tornare alla normalità, si spera”, ha aggiunto.

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Codice: GM.US
Isin: US37045V1008
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