Copper/Gold ratio e rendimenti Usa, la divergenza che il mercato ignora

Copper/Gold ratio e rendimenti Usa, la divergenza che il mercato ignora

Il Copper/Gold ratio lancia un segnale importante: l’economia rallenta, ma i mercati obbligazionari sembrano non accorgersene. C'è infatti una divergenza storica tra il Copper/Gold ratio e rendimenti decennali Usa. Stiamo assistendo a un nuovo ciclo ribassista o a un errore di valutazione collettivo? Quando i mercati si muovono in direzioni opposte, la realtà potrebbe essere molto diversa da ciò che appare.

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Un indicatore duale: rame contro oro

Nel cuore dei mercati finanziari esistono indicatori silenziosi, meno noti al grande pubblico ma pur sempre interessanti per gli addetti ai lavori. Il Copper/Gold ratio – il rapporto tra il prezzo del rame e quello dell’oro – è uno di questi.

Quando scende in maniera marcata, come sta accadendo nel 2025, può segnalare tensioni profonde nel ciclo macroeconomico. Oggi dal rapporto Copper/Gold ratio emerge che i mercati stanno lanciando un messaggio chiaro, ma apparentemente ignorato: il rallentamento economico globale è più avanzato di quanto sembri.

Il rame, metallo industriale per eccellenza, è intimamente legato al ciclo economico. Serve per costruire case, veicoli elettrici, infrastrutture, ed è quindi un termometro diretto della produzione e degli investimenti. L’oro, al contrario, non è legato alla produzione ma alla percezione del rischio: la sua domanda esplode nei momenti di incertezza, inflazione o instabilità geopolitica. Quando il rame cala e l’oro sale, il segnale è chiaro: la fiducia nella crescita scema, mentre aumentano le coperture contro i rischi.

Come spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro, "Il rapporto tra rame e oro è sceso a 1,43, uno dei livelli più bassi degli ultimi anni. E il messaggio che lancia al mercato è chiaro: il ciclo macroeconomico sta rallentando, ma non tutti sembrano volerlo vedere".

La grande divergenza del 2025

Storicamente, spiega Debach, "il Copper/Gold ratio rappresenta un termometro della crescita economica: il rame, metallo industriale per eccellenza, sale quando la produzione accelera; l’oro, bene rifugio per definizione, si rafforza quando aumentano le paure sul fronte economico o geopolitico. Il rapporto tra i due consente di leggere l’umore profondo dei mercati globali. Oggi quel termometro è in zona febbre. Il rame, indebolito rispetto all’oro, segnala un raffreddamento del ciclo. Ma allo stesso tempo, i rendimenti decennali Usa restano sopra il 4,3%, come se il mercato obbligazionario stesse ancora prezzando inflazione e resilienza economica. Certo, qui l’effetto Trump ha la sua importanza".

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Il risultato? Una divergenza macroscopica. Lo spread tra Copper/Gold e Treasury decennale è sceso a –2,96, uno dei valori più profondi registrati negli ultimi 25 anni. Secondo Debach, "nelle crisi passate lo spread era sceso, sì, ma mai con questa intensità né con questa persistenza. Quello che rende il 2025 diverso, però, è la natura della divergenza: da un lato rendimenti che restano elevati su aspettative di tassi ancora restrittivi; dall’altro, un oro che corre più del rame, segnalando una crescente domanda di copertura. È in questo squilibrio che si nasconde il vero segnale".

Due letture possibili: chi ha torto?

Questa asimmetria può essere interpretata in due modi secondo Debach: "Oggi, o il mercato obbligazionario sta ignorando i segnali di rallentamento, o i metalli, in particolare il rame, stanno sottovalutando una ripresa futura. Ma la storia insegna che divergenze così ampie raramente durano a lungo. In passato, è spesso stato il mercato dei tassi a correggere la propria traiettoria. Il Copper/Gold ratio non ha mai avuto la pretesa di prevedere il Pil o i tagli della Fed. Ma quando si allontana in modo così netto dai tassi, qualcosa si sta muovendo sotto la superficie".

La Fed, pur cauta, ha già segnalato un possibile ammorbidimento del tono nei prossimi trimestri, anche se il contesto geopolitico incandescente (guerre, tensioni commerciali) complica la lettura dei dati.

Il Copper/Gold ratio ci dice che le aziende stanno rallentando gli ordini, i consumatori spendono con più cautela, e la domanda globale rallenta. L’oro, invece, sta diventando la destinazione preferita per capitali in cerca di sicurezza. Questo rapporto non è una profezia macroeconomica, ma un segnale. Quando si discosta in modo così netto dai tassi d’interesse, come oggi, suggerisce che i mercati stanno leggendo realtà diverse. In questo spazio di incertezza si gioca una partita cruciale: capire quale dei due mondi – quello dei metalli o quello delle obbligazioni – sta raccontando la verità sul futuro dell’economia.

Il top manager di eToro conclude: "Più che una scommessa su crescita o inflazione, quella di oggi sembra una fase in cui l’incertezza pesa più di ogni altra cosa".

La vera sfida per gli investitori è dunque interpretare questo squilibrio: assisteremo a una normalizzazione dei rendimenti obbligazionari o a un improvviso rimbalzo del rame?

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