Coronavirus, l’assonanza affossa le vendite della birra Corona

L’emergenza per la diffusione del virus sta portando ad un calo delle vendite per la birra Corona, mentre il titolo della società proprietaria del marchio crolla a New York
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Perdite per 285 milioni di dollari
Una semplice assonanza con il coronavirus ha scatenato il panico e spinto le persone a comprare meno birra Corona. La società proprietaria del marchio messicano, Anheuser-Busch InBebv, ha infatti comunicato un forte calo delle vendite che sembra non arrestarsi.
“Per i primi due mesi del 2020 stimiamo che la diffusione del virus ha causato perdite dei ricavi per circa 285 milioni di dollari”, era l’allarme della società lanciato tramite un comunicato stampa.
Il calo delle vendite di birra Corona è concentrato nel mercato cinese, ma potrebbe estendersi presto anche negli Stati Uniti. Secondo un’indagine della 5W Public Relations e diffusa dalla Cnn, i consumatori americani sarebbero spinti ad abbandonare la popolare bevanda proprio a causa dell’assonanza con il virus.
Secondo il sondaggio svolto dalla 5W Public Relations, il 28% degli americani non acquisterebbe la birra Corona “in nessun caso” a causa dell’epidemia, mentre il 14% si asterrebbe dall’acquistarla in pubblico.
Anche secondo un’indagine di YouGov, la società starebbe fronteggiando la più bassa propensione da parte dei consumatori ad acquistare il loro prodotto rispetto agli ultimi due anni.
Il titolo crolla in borsa
La flessione delle vendite per la paura del Coronavirus, inoltre, sta portando ad un netto calo del titolo nella borsa di New York.
Se il mese di febbraio è stato negativo per gli indici Dow Jones e Nasdaq, entrambi in flessione di circa il 10%, il titolo Anheuser-Busch InBebv ha ceduto oltre il 22% alla borsa di New York, più che raddoppiando la pessima performance di Wall Street.
Rispetto ai suoi competitori, infine, la flessione è stata nettamente superiore rispetto a quella di Carlsberg, -10% a Copenaghen, e a Heineken, crollata dell’8% nel mese di febbraio.
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