Cos’è il capitale circolante netto e come si calcola
Il capitale circolante netto rappresenta la differenza tra le attività correnti di un'azienda e le sue passività correnti.
Il capitale circolante netto (CCN o nella denominazione inglese Net Working Capital, NWC) è la differenza tra le attività correnti di un'azienda (come contanti, crediti verso clienti con fatture non riscosse, rimanenze finali) e le sue passività correnti, ad esempio debiti verso fornitori, debiti di natura operativa, ratei e risconti passivi. Questo indicatore è comunemente utilizzato per misurare la liquidità, valutare la capacità del management di gestire l'attività operativa corrente d'impresa, ma anche di investire nella crescita futura.
Capitale circolante netto positivo: cosa significa
Il capitale circolante è anche una misura dell'efficienza operativa di un'azienda e della sua salute finanziaria a breve termine. Se un'azienda ha un capitale circolante netto positivo, ha risorse a sufficienza per far fronte agli impegni di breve termine, finanziare le operazioni correnti e investire anche in attività future.
Tuttavia, occorre precisare che avere un capitale circolante positivo non è sempre un buon segnale. Infatti, a volte può indicare la presenza di troppe scorte in magazzino, che potrebbero non riuscire a generare liquidità nell’immediato, oppure di scarsi investimenti della liquidità in eccesso.
Capitale circolante netto negativo: cosa significa
Se le attività correnti di un'azienda non superano le passività correnti si parla di capitale circolante netto negativo. In questi casi l'azienda ha più debiti a breve termine di quante siano le risorse a breve termine. Un capitale circolante negativo è un indicatore di tensione finanziaria in corso o imminente, bassa liquidità e potenziali problemi nel far fronte alle scadenze di breve termine.
Vale la pena notare che un capitale circolante netto negativo non è sempre indicatore di una problematica ed è necessario tenere in considerazione il settore. Alcuni settori con cicli di produzione più lunghi potrebbero richiedere maggiori necessità di capitale circolante poiché non hanno un rapido turnover di inventario.
Al contrario, le aziende di vendita al dettaglio che interagiscono con migliaia di clienti al giorno possono spesso reperire fondi a breve termine molto più velocemente e avere minori esigenze di capitale circolante.
Tuttavia, un capitale circolante negativo prolungato può essere problematico.
Capitale circolante netto: formula
Per calcolare il capitale circolante, si sottraggono le passività correnti di un'azienda dalle sue attività correnti, entrambe reperibili dallo stato patrimoniale.
Capitale Circolante = Attività Correnti - Passività Correnti
Ad esempio, un'azienda ha 100.000 euro di attività correnti e 30.000 euro di passività correnti. Questa azienda ha 70.000 euro di capitale circolante netto.
Le passività correnti sono tutti i debiti che un'azienda deve o dovrà nei prossimi dodici mesi e includono:
- debiti verso fornitori;
- debiti verso l’erario;
- altri debiti operativi a breve termine:
- debiti finanziari esigibili entro i 12 mesi;
- ratei e risconti passivi.
Le attività correnti sono benefici economici che l'azienda si aspetta di ricevere nei prossimi 12 mesi, tra cui:
- liquidità immediate;
- liquidità differite;
- rimanenze (dette anche disponibilità).
Si parla di attività e passività "correnti" per riferirsi a un periodo uguale o inferiore a un anno: le attività correnti sono disponibili entro 12 mesi e le passività correnti hanno scadenza entro 12 mesi.
La variazione nel valore di capitale circolante netto rispetto all’anno precedente è usata come misura di rettifica di EBIT nel calcolo dei free cash flow impiegati nel discounted cash flow method.
Le tipologie di capitale circolante
Capitale circolante lordo (CCL)
Il capitale circolante lordo fornisce una visione comprensiva delle risorse finanziarie a breve termine a disposizione di un'impresa per coprire le sue esigenze operative e i suoi obblighi finanziari. A differenza del capitale circolante netto, che sottrae le passività correnti dalle attività correnti, il CCL si concentra sul totale delle attività correnti senza detrarre le passività:
- liquidità immediate;
- liquidità differite;
- disponibilità.
Questo lo rende particolarmente utile per valutare la liquidità immediata e la capacità di un'impresa di soddisfare i suoi impegni a breve termine, specialmente in situazioni di stress finanziario.
Capitale circolante commerciale (CCC)
Il capitale circolante netto commerciale misura l'efficienza e la liquidità del ciclo operativo di un'impresa dal punto di vista delle sue relazioni commerciali. Si calcola come la somma dei crediti commerciali e delle rimanenze, detratte dai debiti commerciali, tutti quantificati su base annuale. In formula:
Capitale circolante netto commerciale=crediti Commerciali+magazzino−debiti commerciali
Questo indicatore offre una visione d'insieme del fabbisogno finanziario netto derivante dalle operazioni commerciali quotidiane di un'impresa. Rappresenta, in sostanza, la differenza tra i fondi che l'impresa deve ricevere dai suoi clienti per le vendite a credito (i crediti commerciali) e le rimanenze di magazzino, e i fondi che essa deve ai suoi fornitori per acquisti a credito (i debiti commerciali).
Un CCC basso o negativo suggerisce che l'impresa è efficiente nel convertire le sue risorse in flussi di cassa, potenzialmente riducendo il bisogno di finanziamenti esterni per sostenere le sue operazioni quotidiane. Al contrario, un CCC elevato può indicare ritardi nel ciclo di conversione delle scorte in vendite o nei pagamenti da parte dei clienti, oppure termini di pagamento troppo generosi con i fornitori, risultando in una maggiore necessità di capitale circolante per finanziare l'attività operativa.
Capitale circolante netto operativo (CCNO)
Il capitale circolante netto operativo identifica una misura specifica del capitale circolante netto che si focalizza unicamente sugli aspetti operativi dell'attività aziendale. Esclude quindi le passività di natura finanziaria a breve termine, come i debiti verso le banche, per concentrarsi sulle componenti che riflettono direttamente le operazioni di business quotidiane. La formula per il suo calcolo è:
Capitale circolante netto operativo = (liquidità immediate + liquidità differite + rimanenze) - debiti non finanziari a breve
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