Cosa ci aspetta dopo la correzione dei mercati


La correzione dal precedente massimo (drawdown) per gran parte delle asset class USA ha superato la correzione di inizio 2020. Negli ultimi 30 anni questi drowdown sono stati superati solo durante la crisi finanziaria globale del 2008-2009.


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I mercati sono in attesa delle messe delle banche centrali e fino ad allora è difficile che prendano una direzione.

Il sell-off sui mercati finanziari dell’ultimo anno è stato piuttosto profondo e ampio e, come spesso accade, i ribassi hanno toccato sia i bond (asset per definizione privi di rischio) sia le azioni (rischiosi).

La correzione dal precedente massimo (il drawdown appunto) per gran parte delle asset class USA (compresi i titoli di Stato a 30 anni), ha superato la correzione dell’inizio del 2020 per il Covid, come si vede chiaramente dal grafico seguente relativo ad alcuni indici azionari. Questi drawdown sono stati superati solo una volta negli ultimi 30 anni: durante la crisi finanziaria globale del 2008-2009 (fallimento Lehman) dove la flessione dai massimi è stata del 27% circa, contro il 19% medio a seguito della pandemia e il 24% medio attuale.

La flessione dei prezzi delle azioni degli ultimi 12 mesi, unita alla revisione degli utili societari ha portato il P/E dell’S&P 500 calcolato sugli utili 2022 e 2023 attesi, a 17x e 15x rispettivamente (era 25,4x circa nell’ottobre 2021). La domanda delle domande è quanto il rischio sistematico (quello non diversificabile) sia già incluso nei prezzi attuali. Il P/E attuale calcolato sugli utili 2023 risulta in linea con la sua media storica trentennale rettificata, pari a 15 volte e quindi il mercato appare in equilibrio rispetto alla media storica, in attesa dello sviluppi degli eventi.

Un’ulteriore flessione dei prezzi del 10% farebbe scendere il livello del P/E forward ai livelli che nei drawdown precedenti (ovvero i minimi del 2011-2012, inizio 2016, fine 2018 e inizio 2020), hanno poi fatto scattare la successiva fase di rialzo.

Già, ma quale scenario sta scontando il mercato con questi numeri? Lo scenario che il mercato sembra considerare al momento è quello di un soft landing con una recessione breve e poco profonda. Se viceversa l’economia USA dovesse entrare in una lunga e profonda recessione, i prezzi potrebbero scendere di un ulteriore 20% dai livelli attuali.

Questo non significa che modifichiamo la nostra preferenza per le azioni piuttosto che le obbligazioni. Continuiamo tuttavia a vedere rischi concreti all’orizzonte. Rischi che si chiamano inflazione, guerra tra Russia e Ucraina, Covid 19. Questo ci suggerisce di essere prudenti fintanto che non si intraveda un miglioramento di almeno uno dei tre fattori di rischio individuati. Prudenza unita ad una strategia di diversificazione rivolta a ridurre il rischio specifico e di copertura attiva del portafoglio.

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