Cosa sono le obbligazioni subordinate e come funzionano

Le obbligazioni subordinate prevedono un grado di rischio maggiore rispetto alle obbligazioni ordinarie, ma anche un maggior rendimento.
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Cosa sono le obbligazioni subordinate
Le obbligazioni subordinate sono titoli di debito emessi da banche o società, che in caso di liquidazione dell'emittente vengono rimborsati solo dopo aver soddisfatto i creditori ordinari. Per questo motivo, sono spesso denominate "junior", per distinguerle dalle obbligazioni "senior" . In virtù del maggiore livello di rischio, le obbligazioni subordinate si contraddistinguono per un maggior rendimento rispetto alle obbligazioni ordinarie e si posizionano a metà tra le obbligazioni ordinarie e i titoli azionari.
Questi strumenti rappresentano spesso un'alternativa al più costoso collocamento di azioni, permettendo alle aziende di raccogliere capitale senza diluire la proprietà esistente. Tuttavia, in caso di problemi finanziari dell'emittente, il portatore viene soddisfatto dopo gli altri creditori (ma prima degli azionisti), aumentando il rischio di non recuperare il capitale investito.
Per rendere il discorso più chiaro, in caso di default l’emittente (banche o imprese) si troverà a rimborsare prima i titolari di obbligazioni ordinarie e solo dopo i titolari di obbligazioni subordinate e gli azionisti. Se dopo il rimborso degli obbligazionisti ordinari non rimane più denaro, gli obbligazionisti subordinati non ottengono alcun rimborso. Si tratta ovviamente dello scenario più catastrofico, quello di fallimento dell’azienda. Se invece l’azienda non fallisce, il denaro verrà restituito alla scadenza stabilita, con un tasso di interesse più alto rispetto alle obbligazioni ordinarie.
Tipologie di Obbligazioni subordinate
Le obbligazioni subordinate si suddividono in diverse categorie, ciascuna con un diverso grado di rischio:
- Tier 1 (T1): le più rischiose. Possono prevedere la cancellazione delle cedole e, in caso di perdite significative dell'emittente, il capitale investito può essere decurtato. Spesso non hanno una scadenza fissa, ma prevedono un'opzione di rimborso anticipato a favore dell'emittente
- Upper Tier 2 (UT2): meno rischiose delle T1, ma comunque soggette a sospensione delle cedole in determinate circostanze. Hanno generalmente una durata di 10 anni.
- Lower Tier 2 (LT2): considerate le più privilegiate tra le subordinate. Le cedole vengono pagate regolarmente, salvo casi di insolvenza grave. Hanno scadenze comprese tra 5 e 10 anni .
- Tier 3 (T3): le meno rischiose tra le subordinate, con scadenze brevi (2-4 anni). In caso di perdite, l'emittente non può rivalersi sulle somme dei titoli per fare fronte alle perdite.

Rischi associati alle obbligazioni subordinate
Investire in obbligazioni subordinate comporta diversi rischi:
- Rischio di perdita del capitale: in caso di default dell'emittente, il rimborso del capitale avviene solo dopo aver soddisfatto i creditori ordinari. Se non rimangono fondi sufficienti, l'investitore può subire perdite totali.
- Rischio di bail-in: secondo la normativa europea introdotta nel 2016, in caso di crisi bancaria, gli obbligazionisti subordinati possono essere chiamati a contribuire al salvataggio dell'istituto, subendo svalutazioni o conversioni dei titoli.
- Rischio di sospensione o cancellazione delle cedole: soprattutto per le obbligazioni Tier 1, l'emittente può sospendere o annullare il pagamento delle cedole in determinate circostanze.
Obbligazioni convertibili
Le obbligazioni possono essere convertibili, ovvero possono dare al titolare la possibilità di convertire le obbligazioni in azioni a una certa scadenza. Si tratta di un’opzione che l’obbligazionista ha a disposizione, ma si decide di farlo, si accettano anche alcune condizioni, tra cui l’aumento del rischio. Convertendo i bond in azioni, si diventa azionisti della società emittente, con tutti i rischi, e i guadagni, che ne derivano.
In più si rinuncia al pagamento delle cedole (di solito semestrali o annuali). In compenso, se l’azienda va bene, aumentano anche i potenziali guadagni.
Opzione di rimborso anticipato
Molte obbligazioni subordinate prevedono un'opzione di rimborso anticipato a favore dell'emittente, esercitabile a partire da una certa data, solitamente dopo 5 o 10 anni dall'emissione, la cosiddetta opzione “call”. Questa clausola consente all'emittente di rimborsare anticipatamente il capitale, offrendo flessibilità nella gestione del debito.
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