Baidu, per scommette sul chip cinese anti-Nvidia

Baidu, per scommette sul chip cinese anti-Nvidia

La controllata Kunlunxin realizza semiconduttori per AI in grado di sostituire i chip più avanzati del colosso Usa, introvabili in Cina. Il mercato “captive” cinese spinge i ricavi.

Nel giro di breve potrebbe raggiungere un valore pari a quello dell’intero gruppo.

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L’evoluzione della Google cinese

Per anni Baidu è stata definita “la Google cinese”: il campione nazionale della ricerca online, un colosso pubblicitario domestico, una big tech che sembrava destinata a restare confinata nell’economia digitale classica. Ma questa narrazione appartiene ormai al passato. Nel pieno della competizione globale sull’intelligenza artificiale, Baidu sta emergendo come uno dei protagonisti più dinamici della nuova industria dei semiconduttori cinesi, un settore diventato strategico sia per Pechino sia per le grandi piattaforme costrette a sostituire Nvidia dopo i divieti imposti dagli Stati Uniti.

La società è tornata sotto i riflettori due giorni fa, quando Bloomberg ha rivelato che il Pentagono ha proposto di inserirla, insieme ad Alibaba e BYD, nella lista delle aziende cinesi ritenute collegate all’esercito. L’inclusione nella cosiddetta Section 1260H list non comporta sanzioni immediate, ma rappresenta un avvertimento per le controparti americane e un potenziale rischio reputazionale per i gruppi coinvolti. Non è ancora chiaro se Baidu sia stata formalmente aggiunta all’elenco, ma la notizia è bastata per alimentare qualche incertezza tra gli investitori internazionali.

Gli analisti vedono un potenziale di rialzo del 30%

Eppure, nonostante le tensioni geopolitiche, Baidu continua a mostrare performance robuste in Borsa. Le azioni Baidu sono quotate a Hong Kong e il titolo è scambiato anche al Nasdaq. Nelle ultime sette settimane Baidu ha perso circa il 20%, ma mantiene comunque un progresso del 38% dall’inizio dell’anno. A 116,3 dollari per azione, la società vale intorno ai 40 miliardi di dollari. Secondo Market Screener, 26 analisti su 33 consigliano l’acquisto delle azioni, con un target price medio di 151 dollari, pari a un potenziale upside di circa il 30%.

La nuova frontiera: i chip Kunlun

La vera ragione dell’ottimismo degli analisti non risiede più nel business pubblicitario o nei servizi cloud, ma nel progetto che negli ultimi anni ha cambiato il profilo della società: i chip AI Kunlun, prodotti dalla controllata Kunlunxin.

Nel giro di poco tempo Baidu si è trasformata in una delle poche aziende cinesi in grado di progettare semiconduttori avanzati per l’addestramento e l’inferenza di grandi modelli linguistici. Con Nvidia bloccata dalle restrizioni USA e Huawei limitata nella capacità produttiva, il mercato cinese — affamato di potenza computazionale — si è trovato improvvisamente scoperto. Ed è in questa lacuna che Baidu ha saputo inserirsi.

Quest’anno la società ha presentato la roadmap quinquennale dei suoi chip AI: il M100 arriverà nel 2026, seguito nel 2027 dal molto più potente M300. Già oggi i centri dati di Baidu utilizzano una combinazione di chip propri e GPU Nvidia disponibili prima delle restrizioni, mentre la divisione semiconduttori genera ricavi sia dalla vendita diretta sia dall’affitto di capacità ai clienti cloud.

Un mercato “captive” pronto a esplodere

Secondo Deutsche Bank, Kunlunxin è ormai tra i principali sviluppatori domestici di chip high-performance, adatti a un’ampia gamma di carichi AI per telecomunicazioni, imprese e infrastrutture cloud. La società ha già ottenuto ordini dai fornitori di China Mobile, un segnale che il prodotto ha acquisito un posizionamento competitivo credibile.

Il contesto cinese gioca a favore di Baidu. Le principali piattaforme — da Alibaba a Tencent — denunciano da mesi una crescente scarsità di chip, sia per colpa della pressione globale sulla supply chain sia per l’impossibilità di acquistare GPU americane di ultima generazione. L’alternativa Nvidia H20, sviluppata appositamente per la Cina, sarebbe stata scoraggiata dalle stesse autorità di Pechino.

La Cina ha bisogno urgente di chip e data center, e la capacità produttiva domestica è insufficiente.

Le previsioni di crescita di JPMorgan

Per molti osservatori, questa combinazione crea un’opportunità irripetibile. JPMorgan prevede che le vendite di chip Kunlun cresceranno di sei volte entro il 2026, raggiungendo 8 miliardi di yuan (1,1 miliardi di dollari). Gli analisti di Macquarie stimano che solo la divisione semiconduttori potrebbe valere 28 miliardi di dollari, quasi quanto l’attuale capitalizzazione dell’intero gruppo.

Il consensus degli analisti stima che Baidu chiuderà il 2025 con ricavi pari a 18,2 miliardi di dollari e un utile di 950 milioni. Nel 2026 l’utile dovrebbe correre fino a superare i 2,3 miliardi di dollari su ricavi cresciuti a 19,2 milioni (+5,5%).

Come ha osservato Nick Patience della Futurum Group, “la spinta ai chip di Baidu è al tempo stesso una necessità e un’opportunità: se riuscirà a rispettare la roadmap tecnologica, diventerà un fornitore strategico per tutta l’industria cinese dell’AI”.

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