Così Banco BPM fa bene all’utile di Crédit Agricole

La rivalutazione della quota posseduta nella banca milanese aggiunge 245 milioni ai ricavi del colosso francese. Il mercato guarda alle possibili evoluzioni del legame tra le due banche.
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Nel terzo trimestre utile netto di 2,3 miliardi (+11,4%)
Nei conti del terzo trimestre 2025 di Crédit Agricole, annunciati oggi a Parigi, la partecipazione nell’italiana Banco BPM ha avuto un ruolo di rilievo. La seconda banca di Francia ha chiuso il periodo luglio-settembre con un utile netto di pertinenza del gruppo pari a 2,316 miliardi di euro, in crescita dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi sono stati pari a 9,731 miliardi di euro (+5,6%) e il rapporto cost/income è leggermente migliorato scendendo al 59,5% (-1,2 punti percentuali).
Significativo è il contributo derivante dalla rivalutazione della partecipazione in Banco BPM. Con le azioni della banca italiana salite in nove mesi del 60%, la banca francese segnala un impatto positivo stimato in +245 milioni di euro a livello dei ricavi, e un effetto complessivo “attività non core” pari a circa +233 milioni di euro grazie al metodo del patrimonio netto applicato alla quota italiana. Si tratta dunque di un elemento rilevante che, seppure “non core”, ha inciso concretamente sui risultati trimestrali di Crédit Agricole, confermando l’importanza della partecipazione in Banco BPM anche dal punto di vista contabile e strategico.
La quota, l’assetto azionario e l’evoluzione del rapporto
Secondo i dati ufficiali, Crédit Agricole detiene in Banco BPM una partecipazione pari al 19,804% del capitale ordinario, con una partecipazione aggregata pari al 20,104%, a seguito di un contratto derivato “total return swap” che pone in capo la possibilità di regolamento fisico in azioni fino a uno 0,3% aggiuntivo.
Nel luglio 2025, il gruppo francese ha chiesto alla Bce l’autorizzazione a portare la quota oltre il 20%, pur ribadendo di non voler acquisire il controllo né esercitare poteri di governance diretta su Banco BPM.
La posizione del Ceo Castagna
In un’intervista, il precedente AD di Crédit Agricole, Philippe Brassac, aveva dichiarato che l’eventuale aumento della partecipazione in Banco BPM non era da leggere come una mossa per ostacolare le mire di Unicredit: “La nostra unica motivazione è difendere i nostri interessi, non siamo di parte”, aveva detto il manager.
Fallita l’Ops di Unicredit, Banco BPM ha ribadito la propria identità autonoma e il proprio piano industriale, ma non ha escluso che la “piattaforma italiana” del gruppo francese possa rappresentare un’opportunità “chiara” per il futuro. In particolare, il Ceo di Banco BPM, Giuseppe Castagna, ha detto che una fusione con le attività italiane di Crédit Agricole costituirebbe “l’opportunità più chiara”, pur riconoscendo altresì l’esistenza di alternative strategiche.
Quali scenari per Banco BPM?
Per gli analisti, una possibile partnership con Crédit Agricole si configura come una leva di sviluppo per Banco BPM:
- Un’eventuale alleanza potrebbe rafforzare la quota di mercato del gruppo Banco BPM dal 7% attuale fino a circa il 12% degli sportelli.
- In uno scenario di integrazione con la controllata italiana di Crédit Agricole, l’utile per azione di Banco BPM potrebbe crescere del 4% già nel primo anno, sino a +25% in tre anni.
- Oggi il Credit Agricole è già il primo azionista di Banco BPM. Il rafforzamento della quota di partecipazione oltre il 20% conferirebbe al gruppo francese il riconoscimento contabile del metodo del patrimonio netto (“equity method”), con benefici in termini di visibilità dell’andamento economico della banca italiana.
- Un’integrazione più profonda potrebbe però sollevare questioni di governance, autonomia strategica e tutela del sistema bancario nazionale: Unimpresa, associazione di piccole e piccolissime aziende, ha espresso preoccupazione per il ruolo sempre più rilevante di un operatore straniero nell’azionariato di Banco BPM.
Implicazioni per l’investitore e per il sistema bancario italiano
Dal punto di vista dell’investitore in Banco BPM, il fatto che la prima banca francese stia valorizzando la partecipazione rende più percepibile la possibile rivalutazione strategica del titolo. Se infatti l’ipotesi di integrazione o di ampliamento della quota dovesse concretizzarsi, si creerebbero potenzialmente flussi di sinergie, incremento di efficienza e ampliamento della rete distributiva, elementi che potrebbero tradursi in maggiore valore per l’azionista.Il consensus degli analisti indica per Banco BPM un target price medio di 12,70 euro, in linea con la quotazione attuale.
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