Credit Suisse, continua la grande fuga dei clienti

La banca svizzera ha pubblicato oggi il suo rapporto sul 2022 dopo averlo rinviato la settimana scorsa a seguito di alcune osservazioni arrivate dalla SEC e ha avvisato del continuo ritiro di capitali da parte dei clienti che si è stabilizzato ma non ancora invertito.

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Credit Suisse affonda ancora

Continua il calo di Credit Suisse alla borsa svizzera, con le ultime notizie sulla fuga dei depositi che si aggiungono alla situazione internazionale legata a Silicon Valley Bank.

Oggi le azioni della banca cedono un ulteriore 5%, toccando così quota 2,1 franchi svizzeri, aggiornando di nuovo i minimi storici, considerando le sei sedute consecutive in rosso precedenti.

Solo nel 2023, il titolo CS ha perduto oltre il 25%, mentre nell’ultimo anno il crollo ha toccato orma il 68%.

Il consensus Reuters indica un prezzo obiettivo di 3,13 franchi svizzeri, lasciando così il potenziale rialzo a oltre il 41%, mentre 12 dei 20 analisti che coprono il titolo mantengono la raccomandazione ‘hold’, mentre 7 ne raccomandano la vendita (sell) o un ‘strong sell’, e solo uno ne consiglia l’acquisto (‘buy’).

Proseguono i deflussi

Oggi la banca annunciava la stabilizzazione dei deflussi dei clienti a livelli inferiori ai precedenti, anche se il rapporto non si è ancora invertito, dopo che a seguito di una serie di scandali aveva registrato un forte aumento dei ritiri di denaro da parte dei clienti nel quarto trimestre, pari a oltre 110 miliardi di franchi svizzeri, indebolendo la liquidità.

La minore base di attivi in gestione potrebbe portare a una riduzione dei ricavi, avvisava il management dell’istituto, e la mancata inversione dei deflussi potrebbe avere un impatto negativo sui futuri risultati commerciali e sulle condizioni finanziarie.Se nel quarto trimestre del 2022 la banca ha registrato la partenza (netta) di 110 miliardi, nell’intero esercizio finanziario passato, i clienti hanno ritirato 123 miliardi di franchi.

Il 2022 si è chiuso per l’istituto con una maxi-perdita di 7,3 miliardi di franchi, che segue il rosso di 1,6 miliardi dell’anno prima. Per cercare di rassicurare gli investitori, da Credit Suisse dichiaravano l’intenzione di voler pagare dividendi significativi a partire dal 2025, rispetto ad uno 0,05 franchi svizzeri previsto nei conti del 2022.

Debolezze nella rendicontazione

Ad aumentare l’incertezza sullo stato di salute dei conti era anche l’ammissione di alcune “debolezze materiali” riscontrate nel processo di rendicontazione del 2021 e del 2022, anni in cui “il controllo interno del gruppo sul report finanziario non risulta efficace”, spiega la nota della banca, che ha spiegato di essere impegnata per risolvere questi problemi.

PwC, il revisore contabile della banca, ha riconosciuto di aver individuato “debolezze” nel sistema di controllo interno della banca.

In particolare, l’istituto accusava “la direzione di non aver progettato e mantenuto controlli efficaci sulla completezza, la classificazione e la presentazione delle voci non in contanti nel rendiconto finanziario consolidato”.

Accuse che sembrano rivolte direttamente all’ex top management della banca, in particolare al suo direttore finanziario, David Mathers.

Già la scorsa settimana, Credit Suisse aveva rinviato la pubblicazione del report, poi avvenuta oggi, dopo che la SEC aveva inviato alcune osservazioni proprio sulla valutazione tecnica delle revisioni precedentemente comunicate relativamente ai rendiconti finanziari consolidati chiusi al 31 dicembre 2020 e 2019, nonché ai relativi controlli.

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