Creval nel mirino di Credit Agricole. I Bancari si confermano al centro dei mercati


Il titolo del Credito Valtellinese cede a fine mattinata sulla scia di un indice di settore in peggioramento dopo l’entusiasmo di ieri. Intanto la Bce si prepara all’incontro per discutere la costituzione di una bad bank europea.


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La mano di Credit Agricole su Creval

Le banche si confermano al centro dei rumor di Piazza Affari. Ieri, a mercati aperti, Bloomberg ha diffuso una notizia secondo cui Credit Agricole starebbe valutando possibili acquisizioni in Italia tra le banche di medio/piccole dimensioni. Tra gli eventuali “oggetti del desiderio” si indicano Credito Valtellinese e Banco Bpm. I due istituti sono da tempo sotto osservazione come possibili “prede” in un potenziale scenario di M&A bancario.

Soltanto qualche giorno prima si erano rincorse le voci di un possibile interesse di Unicredit proprio su Bpm (voci smentite dalla stessa banca di Gae Aulenti).

Creval cede in Borsa in un contesto negativo a livello europeo

Ieri il titolo Creval è passato in una giornata da 7,10 a 7,92 euro. Oggi alle 12,30 è in flessione dell’1,53% scambiato a 7,87 euro. Il calo del titolo è da ricondurre a un più generale calo dei mercati legato ai timori sull’aumento dei contagi da Coronavirus in Europa. Alla stessa ora, l’indice di settore si conferma in calo dell’1,66%.

Gli analisti di Equita, intanto, alzano il target price a 9 (+17%), con rating buy. Secondo gli esperti Creval può «godere di un notevole appeal speculativo alla luce di un’eccellente posizione patrimoniale (Cet1 al 16,7%), di ottimi livelli di qualità dell’attivo (crediti non performanti al 6,4%), di una base azionaria frammentata e di una valutazione complessivamente attraente (PTE 2021 di 0,33 volte)». Il Credit Agricole è già azionista del gruppo lombardo con il 5% delle quote.

Le banche intanto si confermano sotto i riflettori del mercato. La spinta arriva anche da Bruxelles

La Commissione oggi terrà un incontro sulla possibile costituzione di una bad bank europea a cui dovrebbero partecipare il vicepresidente Valdis Dombrovskis, rappresentanti delle varie asset management company nazionali (Amco per l’Italia) e operatori di mercato (banche, fondi di investimento e servicer). Il Corriere riporta più dettagliatamente che l’ipotesi riguarderebbe la possibilità di «varare bad bank nazionali, finanziate dagli Stati (e anche un network di bad bank a livello europeo) per affrontare il problema dei futuri fallimenti causati dalla crisi da Covid-19 e quindi dei crediti deteriorati che ne conseguiranno».

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