Crollo di Unilever dopo la bocciatura dell’offerta per la divisione Healthcare di GlaxoSmithKline
L’offerta di Unilever avrebbe sottovalutato il business e le prospettive future di GSK Consumer Healthcare ma non si esclude una nuova mossa visto l’interesse strategico verso la divisione di GlaxoSmithKline.
Offerta bocciata
Unilever cerca il ‘colpo’ acquisendo GSK Consumer Healthcare, uno dei leader nei prodotti farmaceutici di largo consumo, ma riceve una ‘sonante’ bocciatura dalla GlaxoSmithKline, gruppo che ne stava preparando lo spinoff con l’obiettivo di quotarla a Londra nel corso del 2022.
La società aveva fatto una proposta d’acquisto pari a 50 miliardi di sterline, quasi 60 miliardi di euro, ma un comunicato pubblicato dalla GSK aveva informato di aver bocciato questa e altre due offerte arrivate.
Secondo GSK, spiegava la nota, tutte le proposte “sottovalutavano fondamentalmente il business Consumer Healthcare e le sue prospettive future”.
Dopo la bocciatura, da Unilever confermavano la presentazione dell’offerta sempre tramite una nota ufficiale, aggiungendo come non ci sia certezza sul buon esito delle trattative.
La notizia della bocciatura, intanto, attirava vendite sul titolo Unilever alla borsa di Londra, dove arrivava a cedere oltre il 7% dopo circa due ore di trattative odierne, con un minimo toccato a 3.649 GBX.
Una scelta strategica
GSK Consumer Healthcare è uno dei leader tra i farmaceutici di largo consumo sviluppa e commercializza alcuni dei marchi più conosciuti come Sensodyne, Parodontax, Corega, Voltadol, Rhinomer e Termalgin.
Con una nuova nota diffusa oggi 17 gennaio, Unilever definiva l’acquisizione di GSK, detenuta al 32% da Pfizer, “una scelta strategica forte”, in quanto “creerebbe una scala e una piattaforma di crescita per il portafoglio combinato negli Stati Uniti, in Cina e in India, con ulteriori opportunità in altri mercati emergenti”.
La società ha sottolineato che il 45% delle attività di GSK è impegnato in Oral Care (OTC) e VMS, categorie in cui vede già una presenza e capacità “sostanziali”.
Aumentare il proprio business nell’OTC “sarebbe un’attraente” scelta, in quanto permetterebbe la “possibilità di combinare l’esperienza di Unilever nel consumo e nel branding con le capacità tecniche di GSK Consumer Health”, aggiungono.
Inoltre, “l'acquisizione creerebbe una scala e una piattaforma di crescita per il portafoglio combinato negli Stati Uniti, in Cina e in India, con ulteriori opportunità in altri mercati emergenti”.
L’operazione, concludono da Unilever, rappresenterebbe una “combinazione attraente e sinergica per gli azionisti di Unilever, che darebbe anche valore e certezza agli azionisti di GSK e Pfizer”.
A questo punto, si attendono le nuove mosse di Unilever, che con la conferma dell’interesse strategico per GSK potrebbe rilanciare.
Nel caso in cui l’operazione andasse in porto, sarebbe superata in valore solo dall’acquisizione di Mannesmann da parte di Vodafone nel 1999 e da quella di SABMiller fatta da InBev nel 2016, secondo quanto scrive il Financial Times.
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