Crollo Ericsson con le accuse di corruzione al suo personale in Iraq

Un’indagine svolta dalla società svedese ha rivelato episodi di corruzione da parte dei suoi dipendenti in Iraq finalizzati allo svolgimento della loro attività attraverso il sostegno alle organizzazioni militari locali, tra cui l’ISIS.
Svelati i risultati dell’indagine
Giornata difficile alla borsa svedese per Ericsson, in calo del 9% dopo aver comunicato alcuni dettagli circa un’indagine interna svolta nel 2019 nel corso della quale sono emersi sospetti di pagamenti illeciti e di una condotta scorretta in Iraq, che avrebbe favorito alcune organizzazioni militari locali, tra cui anche lo Stato Islamico.
Ericsson era già sotto l’attenzione dei media svedesi, i quali avevano richiesto ulteriori dettagli dopo la nota diffusa dalla stessa società lo scorso 8 febbraio, in cui aveva annunciato di aver svolto l’indagine nel 2019.
Indagine che potrebbe non aver svelato tutti i dettagli, in quanto la società sottolineava di “non poter escludere la possibilità di non aver portato alla luce tutti i fatti”.
Nel caso di conferma delle accuse, in particolare da parte dal Dipartimento della Giustizia statunitense, “ciò potrebbe tradursi in pesanti sanzioni per Ericsson", spiega Mads Rosendal, analista di Danske Bank Credit Research.
Le accuse
L’indagine riguardava la condotta dei dipendenti, dei venditori e dei fornitori di Ericsson in Iraq nel periodo compreso tra il 2011 e il 2019, nel corso del quale ci sarebbero state “gravi violazioni” delle regole di conformità e del Codice etico aziendale.
In particolare, la società specifica di aver identificato prove di comportamenti scorretti legati alla corruzione, tra donazioni monetarie senza un chiaro beneficiario, pagamenti a fornitori per lavori non dimostrati, l’utilizzo di denaro contanti per i pagamenti, il finanziamento di viaggi e spese inappropriate e l’uso “improprio” di agenti di vendita e consulenti.
Inoltre, l’indagine ha fatto emergere violazioni dei controlli finanziari interni di Ericsson, conflitti di interesse, non conformità con le leggi fiscali e ostruzioni alle indagini.
Il team investigativo della società ha inoltre identificato pagamenti a intermediari e uso di percorsi di trasporto alternativi in relazione all’aggiramento della dogana irachena, in un momento in cui le organizzazioni terroristiche, tra cui l’ISIS, controllavano alcuni percorsi di trasporto.
Infine, sono stati scoperti schemi di pagamento e transazioni in contanti che “potenzialmente creavano il rischio di riciclaggio di denaro”.
I provvedimenti
La società svedese comunicava di non poter dimostrare il diretto coinvolgimento dei suoi dipendenti nei fatti identificati, anche se ha annunciato di averne licenziato diversi, mentre sono state “intraprese numerose altre azioni disciplinari e correttive”.
Inoltre, Ericsson comunicava di aver terminato una serie di relazioni con terzi, oltre a dare la priorità all'attività nel paese per “migliorare la formazione e le attività di sensibilizzazione, le politiche e le procedure e i processi di gestione dei terzi”.
Anche a questo scopo, la società affermava di proseguire il lavoro con un consulente esterno per rivedere i risultati e i rimedi derivanti dall'indagine, con lo scopo di identificare eventuali misure aggiuntive che l'azienda dovrebbe adottare.
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