Cyber crime, nel 2020 danni per 945 miliardi di dollari

Cresce la spesa in sicurezza informatica ma si fa ancora troppo poco per tutelare le aziende dal rischio cyber.
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2020: l’anno d'oro del cybercrime
Negli ultimi due anni gli attacchi informatici sembrano essersi scatenati in ogni angolo del tessuto aziendale, pubblico e sociale. “Ogni giorno assistiamo a casi clamorosi che testimoniano come questo fenomeno stia raggiungendo dimensioni sempre più rilevanti e impattanti a livello economico”, spiega su Il Sole 24Ore Bruno Paneghini, presidente ed amministratore delegato di Reti, Azienda di consulenza IT, e prima Bcorp certificata quotata su Euronext Growth Milan.
Nel 2020, gli investimenti in ICT security sono stati pari a 145 miliardi di dollari a livello globale, di cui 1,5 miliardi in Italia. Potrebbero sembrare tanti, ma sono nulla se si considera che i danni generati solo dal cyber crime nel 2020 hanno toccato quota 945 miliardi di dollari, in crescita rispetto al 2018 quando si erano fermati a 600. Per ogni dollaro investito in sicurezza dai difensori, quindi, se ne contano 7 di perdita.
Il rapporto Clusit di marzo 2021 definisce il 2020 come l’anno peggiore di sempre in termini di evoluzione e crescita delle minacce cyber e dei relativi impatti, evidenziando un trend persistente di aumento degli attacchi, della loro gravità e dei danni conseguenti. I danni globali sono arrivati a toccare cifre impressionanti, paragonabili al PIL italiano.
Se ipotizziamo che nei prossimi quattro anni il tasso di crescita dei danni non acceleri ulteriormente, nel 2024 i danni globali generati dalle varie tipologie di minacce cyber saranno nell’ordine di grandezza del PIL della Germania, ovvero un quinto del PIL dell’Unione Europea. Per l’Italia, in questo scenario, nel 2024 le perdite potrebbero arrivare all’astronomica cifra di 20-25 miliardi di euro.
Attacchi informatici: i settori più colpiti
I casi di attacchi cyber sono innumerevoli e di ogni genere, e riguardano tutti i settori, dagli enti pubblici alla sanità alle utilities. Possono mettere in difficoltà qualsiasi azienda: un importante marchio d’abbigliamento in Italia ha subito attacchi che hanno bloccato la logistica e lo stoccaggio, un’icona del settore beverage si è vista rubare i dati dei dipendenti a cui è seguita una richiesta di riscatto da 15 milioni di dollari, un’azienda friulana ha rischiato addirittura di veder sfumare una commessa da 12 milioni di euro
Nel 2020 gli attacchi noti andati a buon fine hanno avuto nel 56% dei casi un impatto “alto” e “critico”, mentre il 44% è stato di gravità “media”.
Quali sono state quindi le categorie più colpite nel 2020, a livello mondiale?
I “Multiple Targets”, ovvero gli attacchi rivolti in parallelo a più obiettivi, secondo una logica industriale, sono stati il 20% del totale, in calo comunque del 4% rispetto al 2019.
Segue il Settore Governativo, Militare, Forze dell’Ordine e Intelligence con il 14% degli attacchi a livello globale, la Sanità, colpita dal 12% del totale degli episodi e il settore Ricerca/Istruzione con l’11% degli attacchi. I Servizi Online sono stati interessati dal 10% degli attacchi e si sono registrati aumenti di casi anche verso Banking & Finance (8%), produttori di tecnologie hardware e software (5%) e Infrastrutture Critiche (4%).
Inoltre, è da tenere presente che la maggiore interconnessione tra i sistemi informativi coinvolti nella catena di fornitura espone a un rischio più alto le aziende che hanno infrastrutture IT deboli e a volte obsolete. Il report evidenzia, infatti, un incremento di attacchi veicolati tramite l’abuso della supply chain, ovvero tramite la compromissione di terze parti, il che consente poi a criminali e spie di colpire i contatti (clienti, fornitori, partner) dell’obiettivo, ampliando notevolmente il numero delle vittime e passando più facilmente inosservati.
Uno sguardo alla società Reti
Reti è un’azienda di consulenza IT (Information Technology) fondata da Bruno Paneghini, imprenditore tecnologico con un passato in Olivetti e Snam. Da settembre 2020 è quotata in Borsa su Euronext Growth Milan, prima B Corp quotata del comparto IT in Italia. La certificazione B Corp verifica e assicura i più alti standard di performance sociale, ambientale di trasparenza e contabilità.
Sul titolo Reti, Integrae SIM ha un giudizio “Buy” e prezzo obiettivo 3,75 euro, che esprime un upside del +65%
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