Da Broadcom a Stellantis, la classifica dei Ceo più pagati
La remunerazione media dei top manager americani è salita nel 2023 dell’11% arrivando a 23,7 milioni di dollari. Aumenti spropositati? No, se li si paragona alle performance delle azioni. Ma il divario rispetto agli stipendi dei dipendenti è diventato enorme. I casi Apple e Microsoft.
L’incremento delle remunerazioni supera di slancio l’inflazione
Negli Stati Uniti monta la polemica per la crescita esplosiva degli stipendi dei top manager delle società quotate. Secondo uno studio della società di consulenza Equilar, la remunerazione media è salita dell’11,4% rispetto al 2022 arrivando alla magica somma di 23,7 milioni di dollari. Un incremento che è ben superiore al tasso di inflazione del 2023 (3,4%) ed è quasi triplo rispetto all’incremento medio delle retribuzioni dei dipendenti americani (+4,3%).
In campo è sceso subito il senatore Bernie Sanders, il vecchio leader della sinistra democratica americana, che ha proposto una tassa speciale per le società che pagano il loro top manager più di 50 volte la retribuzione media dei dipendenti. Se mai un provvedimento del genere dovesse passare (cosa quanto mai improbabile), nessuna delle società prese in esame da Equilar potrebbe sottrarsi alla tassa. Lo studio ha esaminato i dati delle società quotate a Wall Street con un fatturato superiore a 1 miliardo di dollari.
I record di Lazard e Broadcom
Rispetto ai suoi collaboratori, il manager meno pagato è Peter Orszag, Ceo della banca d’affari Lazard, che ha ricevuto una remunerazione di 30,8 milioni di dollari, pari a 57 volte la paga media di chi lavora con lui (230.773 dollari).
Il più pagato in assoluto è Hock Tan, Ceo di Broadcom, che per il 2023 ha ricevuto un pacchetto remunerativo totale di 161,8 milioni di dollari, di cui 160,5 milioni sotto forma di stock grants, cioè azioni della stessa società assegnate gratuitamente. Da notare che le stock grants sono ben più convenienti delle stock options, che sono semplicemente l’assegnazione di un diritto a comprare un certo numero di azioni a un determinato prezzo. Con le stock options potrebbe anche succedere che il manager non guadagni nulla, se le quotazioni della società restano al di sotto del prezzo di esercizio. Con le stock grants un guadagno è comunque assicurato.
Eppure, nonostante l’enormità, gli azionisti di Broadcom sono ben contenti della remunerazione del loro top manager. Sotto la guida di Tan (che nel 2022 aveva ricevuto una paga di 60 milioni di dollari), le azioni Broadcom sono salite del 2.000% negli ultimi 10 anni, contro il +169% dell’S&P500.
In generale, il campione delle società prese in esame da Equilar ha ripagato gli azionisti nel 2023 con un total return del 13,8%, superiore all’incremento della paga media dei Ceo (+11,4%). I dati sono ancora più vantaggiosi per gli azionisti guardando a quello che è successo negli ultimi sei anni, con un total return del 12% a fronte di un aumento degli stipendi dei top manager dell’8,7%.
Coty: la Ceo è strapagata e i dipendenti sono fra i più poveri
Se gli azionisti hanno guadagnato più dei Ceo, chi è rimasto indietro sono i dipendenti. Nel 2023 la remunerazione media dei responsabili delle aziende quotate a Wall Street è stata pari a 300 volte il salario medio dei dipendenti della società, in netta crescita dalle 255 volte dell’anno precedente.
Da questo punto di vista la società Usa con la massima sperequazione fra top manager e dipendenti è Coty, azienda che realizza cosmetici per brand come Gucci, Calvin Klein e Tiffany. L'amministratrice delegata Sue Nabi ha ricevuto un pacchetto remunerativo di 149,4 milioni di dollari, la maggior parte dei quali provenienti da un premio in azioni di 145,8 milioni di dollari. Questo dato la colloca al terzo posto nella classifica dei manager Usa più pagati e le permette di essere al primo posto per il più grande incremento di stipendio del 2023: il suo è salito del 4.000%. La sua remunerazione è pari a 3.769 volte lo stipendio medio dei suoi dipendenti, che con 39.634 dollari all’anno sono fra i meno pagati in Usa. Un portavoce di Coty ha dichiarato: "Gli interessi della signora Nabi sono perfettamente allineati con quelli degli investitori di Coty. Da quando è stata nominata, il prezzo delle azioni di Coty è più che triplicato, diventando uno dei titoli più performanti nel settore della bellezza".
Finito il boom dei vaccini Covid: il Ceo di Pfizer tira la cinghia
Non per tutti i manager il 2023 è stato l’anno dell’abbondanza. In fase di rientro alla normalità dopo il boom dei vaccini per il Covid, le quotazioni di Pfizer nel 2023 sono scese del 40% e la remunerazione del Ceo Albert Bourla ha subito un taglio del 29% riducendosi a 21,5 milioni di dollari.
Casi a parte sono quelli di Tim Cook e Satya Nadella, Ceo rispettivamente di Apple e Microsoft. Cook si è visto ridurre il pacchetto complessivo del 36% a 63,2 milioni di dollari, nonostante nel 2023 le azioni Apple siano salite del 24%. La paga complessiva di Nadella si è ridotta l’anno scorso del 12% a 48,5 milioni, con l’azione Microsoft che invece è salita del 33%.
Al di là dei comprensibili sussulti moralistici sulle dimensioni delle retribuzioni, per molti investitori istituzionali la cosa importante è che ci sia trasparenza, logica e coerenza nelle decisioni sulla remunerazione dei manager, perché è un aspetto centrale dell’efficienza delle società.
Stellantis: gli investitori contestano l’aumento di Tavares
La diffidenza degli investitori è stata evidente nel caso dell’aumento di retribuzione del Ceo di Stellantis, Carlos Tavares. La remunerazione complessiva del manager per il 2023 potrebbe arrivare a 36,5 milioni di euro, con un aumento del 56% rispetto ai 23,5 milioni del 2022. L’anno scorso Tavares ha incassato circa 13,5 milioni, fra compenso fisso e variabile, più un premio di 10 milioni, legato ai progressi nell’integrazione fra Fiat-Chrysler e Peugeot. A questa somma si potrebbe aggiungere un ulteriore bonus di 13,5 milioni se il gruppo raggiungerà nei prossimi anni determinati obiettivi.
Ignorato dall’opinione pubblica italiana, il maxi-aumento non è piaciuto a una gran parte degli azionisti istituzionali (fondi d’investimento e fondi pensione), che all’assemblea Stellantis dello scorso 16 aprile ha bocciato la proposta di retribuzione di Tavares, che è passata con solo il 70% dei voti a favore, contro il quasi 100% del voto sul bilancio. A storcere il naso sono stati i proxy-advisor Iss e Glass Lewis, consulenti dei principali investitori, che hanno giudicato eccessiva una remunerazione del top manager pari a 518 volte il salario medio dei dipendenti di Stellantis (il rapporto era di 365 volte nel 2022 e di 298 volte nel 2021).
"La tendenza ad aumentare a dismisura gli stipendi degli amministratori delegati continuerà anche in futuro? Non può essere così per sempre", afferma Jonas Johnson, vicepresidente della società di consulenza retributiva Economic Research Institute. "Venti, trent'anni di aumenti dell'8%, significa che i compensi raddoppiano ogni sette anni, e questo non può andare avanti per molto tempo. A un certo punto i numeri diventano insostenibili".
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