Dalla Grecia alla Russia: la doppia mossa di Unicredit

Nuova espansione nell’Europa del Sud con il raddoppio al 20% della quota nella greca Alpha Bank. Dall’investimento atteso un ritorno del 16%. Indiscrezioni su trattative in corso per cedere la filiale russa a investitori del Medio Oriente. Giorgetti sul Golden Power: “In Tribunale la situazione si incasina”.
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Acquistati derivati pari al 9,7% della holding Alpha Services
Prosegue a ritmo serrato la strategia di espansione di Unicredit sotto la guida dell’amministratore delegato Andrea Orcel. Il gruppo bancario ha annunciato un significativo rafforzamento della propria partecipazione nella greca Alpha Bank, portandola a circa il 20% grazie a contratti derivati.
Attraverso accordi con alcune banche di investimento internazionali, Unicredit ha acquistato il 9,7% di Alpha Services and Holdings, la holding che controlla Alpha Bank, di cui già era primo azionista con il 9,6%. Il prezzo dell’acquisto non è stato reso noto, ma un comunicato della banca italiana afferma che la partecipazione è stata pagata a un prezzo scontato rispetto alla quotazione di mercato. L’effettivo trasferimento delle azioni resta subordinato all’approvazione delle autorità regolatorie competenti.
Con questa operazione, la partecipazione complessiva di Unicredit in Alpha Bank raggiungerà circa il 20%, permettendo al gruppo italiano di consolidare a patrimonio netto l’investimento e beneficiare in modo più diretto della partnership strategica avviata nel 2023. Unicredit intende chiedere l’autorizzazione a salire fino al 29,9% del capitale della banca greca.
L’investimento complessivo si aggira sui 1.100 milioni di euro
L'investimento è stato accolto con favore da Alpha Bank, dalle autorità greche e dai mercati: a fine mattina l’azione Unicredit sale dell’1,4% a 57,25 euro, l’azione Alpha Services guadagna il 6,7% a 2,97 euro.
di euro.La capitalizzazione di Borsa di Alpha Service si aggira sui 6,5 miliardi di euro. Unicredit afferma che il ritorno atteso dell’investimento sarà di 180 milioni di euro, con una redditività stimata attorno al 16%. Da queste cifre si desume che la banca italiana ha pagato il 20% di Alpha Service circa 1.120 milioni di euro.
Orcel ha sottolineato la fiducia nella leadership di Alpha e nella traiettoria di crescita della Grecia, oltre alla qualità della collaborazione con il governo ellenico.
Interesse dagli Emirati arabi per le attività in Russia
In parallelo al rafforzamento in Grecia, infatti, emergono indiscrezioni rilevanti circa una trattativa in corso per la cessione delle attività di Unicredit in Russia a alcuni investitori mediorientali. Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, sarebbero coinvolti tre soggetti con sede negli Emirati Arabi: Mada Capital, Asas Capital e Inwesta Group, già attivo nel mercato russo.
La proposta prevederebbe la creazione di una società veicolo (SPV) che assumerebbe il controllo delle attività russe, con l’obiettivo di completare l’operazione entro sei-otto mesi, e comunque entro il 18 gennaio 2026, data fissata dal “decreto Golden Power” italiano.
Il valore dell’offerta da parte degli investitori arabi – soggetta a uno sconto del 60% rispetto al valore contabile – è secondario rispetto alla capacità di ottenere il nulla osta da parte delle autorità russe, condizione imprescindibile per chiudere la dismissione. La complessità geopolitica del contesto rende questo passaggio tutt’altro che scontato.
Golden Power: per Giorgetti in Tribunale la situazione si incasina
Intanto, la posizione del governo italiano resta ferma: solo dopo l’uscita dal mercato russo Unicredit potrà procedere all’aggregazione di Banco BPM.
Oggi il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a chi gli chiedeva del Golden power su Unicredit e Banco Bpm, ha detto: “C’è un Golden che prevede una procedura di monitoraggio, questo monitoraggio è stato avviato. Nella procedura di monitoraggio Unicredit e Banco Bpm hanno fatto le loro osservazioni. Noi dovremo dare una risposta a queste osservazioni nell’ambito del monitoraggio. Nel frattempo - è un loro diritto - hanno deciso di andare in tribunale. Vanno tutti in tribunale in questo Paese, la causa non si nega a nessuno, e la cosa si incasina. Noi andremo avanti nel monitoraggio e gli daremo le risposte che dovremo dare, in assoluto coordinamento tra Mef e Palazzo Chigi, assoluto”
Lo stesso Orcel, nei giorni scorsi, ha definito l’operazione “valida industrialmente e strategicamente”, ma ha anche riconosciuto che le condizioni imposte dal Golden Power la rendono “non più economicamente sostenibile”, a causa degli ostacoli legali e dei costi aggiuntivi necessari per conformarsi alle prescrizioni.
Il decreto impone a Unicredit, come condizione per ottenere il via libera all’acquisizione di Banco BPM, di uscire completamente dalla Russia, non ridurre il numero complessivo dei propri sportelli bancari, mantenere invariato sia il rapporto impieghi/depositi sia il livello dei finanziamenti destinati a opere pubbliche o di pubblica utilità. Inoltre Anima, società controllata dal Banco BPM, non dovrà ridurre la quota di investimenti in titoli di Stato italiani.
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