Dal trumpismo all'anarchia finanziaria globale, l'outlook di Carmignac

Il secondo semestre del 2025 si apre sotto il segno dell’incertezza geopolitica e finanziaria, con politiche statunitensi che destabilizzano l’equilibrio globale. Dalla fine dell’“America First” all’emergere di un nuovo ordine multipolare, il report di Carmignac mette in luce i rischi sistemici ma anche le opportunità per investitori attivi e selettivi.
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Trumpismo e squilibri globali
Il 2025 segna un’accelerazione delle tensioni macroeconomiche generate dalle politiche dell’amministrazione Trump, la cui risposta alla crescente disuguaglianza interna è stata, secondo Carmignac, errata nella diagnosi e dannosa nella terapia. L’adozione di dazi e restrizioni all’immigrazione ha prodotto effetti stagflazionistici, indebolendo domanda interna, fiducia e potenziale produttivo. Il risultato è un’economia statunitense meno resiliente, schiacciata da una politica fiscale disordinata e da una Federal Reserve costretta a reagire, piuttosto che prevenire.
Il peggioramento delle condizioni di credito e l’aumento dei tassi di insolvenza mettono in difficoltà soprattutto le famiglie a basso reddito, mentre la parte lunga della curva dei tassi sconta un premio crescente. Come sottolinea Carmignac, gli investitori obbligazionari esteri si stanno progressivamente allontanando dagli asset statunitensi, spaventati da un contesto in cui l’indipendenza delle istituzioni e la prudenza fiscale sembrano venire meno.
Verso un nuovo ordine monetario
Il progressivo declino della centralità del dollaro USA come valuta di riserva mondiale è un altro elemento chiave del report. Carmignac osserva che l’assenza di alternative fiat credibili (come un euro privo di supporto fiscale o un renminbi non convertibile) sta spingendo le banche centrali verso asset tangibili come oro, rame o litio. Allo stesso tempo, il settore privato si rivolge sempre più a criptovalute a offerta fissa, considerate una riserva di valore sicura in un contesto geopolitico instabile.
Questa evoluzione, evidenzia Carmignac, alimenta un doppio movimento: da un lato il ritorno delle commodities come asset di riserva ufficiali, dall’altro un’adozione crescente degli asset digitali. Il risultato è l’affermarsi di un regime multipolare più anarchico e instabile, con conseguenze sistemiche per i debiti sovrani, la domanda di titoli di Stato e l’autonomia delle banche centrali.
Sotto la lente Cina ed Europa
Mentre la Cina beneficia ancora degli stimoli settoriali varati nel 2024, Carmignac prevede la necessità di nuove misure entro l’autunno. Tuttavia, non si intravedono segnali di un cambiamento strutturale del modello predatorio basato sulle esportazioni. Il governo continuerà a operare tramite interventi mirati, anche per compensare i costi dei nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, stimati intorno allo 0,5% del PIL.
In Europa, la ripresa prosegue con cautela. L’Eurozona approfitta del contesto per ampliare il margine fiscale e investire in autonomia strategica e infrastrutture. Tuttavia, Carmignac avverte che il vero banco di prova sarà il mercato del lavoro. La BCE appare riluttante a testare i limiti inferiori dei tassi d’interesse, ma un ulteriore taglio a settembre è ancora possibile. Anche qui, come negli USA, i rischi per la sostenibilità del debito sovrano si fanno più evidenti.
Le scelte strategiche di Carmignac
Secondo Carmignac, in un contesto di crescente disordine, la flessibilità e la selettività degli investitori attivi diventano decisive. Le strategie obbligazionarie puntano su titoli a breve termine in Europa e su scadenze intermedie negli Stati Uniti, con una preferenza per i rendimenti reali. I settori bancario ed energetico appaiono interessanti per rendimento e resilienza, ma il contesto richiede cautela a causa delle valutazioni elevate.
Sul fronte valutario, il “sorriso del dollaro” si trasforma in una smorfia ribassista. Carmignac propone una strategia barbell che da un lato punta su euro e yen per difesa, dall’altro su real brasiliano e peso cileno per esposizione ciclica e accesso alle materie prime. Anche l’apprezzamento dell’euro potrebbe favorire il rientro di capitali e la rivalutazione degli asset europei.
In ambito azionario, Carmignac favorisce hardware, hyperscaler e società cinesi esposte all’intelligenza artificiale, ma anche titoli locali europei ed emergenti con business model orientati alla domanda interna e alla resilienza. Le valutazioni iniziali favorevoli rendono questi mercati promettenti, a patto di mantenere il controllo sui rischi e una diversificazione attenta dei portafogli.
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