Dalla Cina niente bazooka ma dazi: lusso in difficoltà
Pechino non solo non ha annunciato nuove misure di sostegno all’economia ma ha deciso misure antidumping sulle importazioni di brandy dall’Unione europea e ora si teme che i prossimi obiettivi potrebbero essere il settore del lusso e quello delle auto.
Lusso in rosso
Vendite sui mercati europei in questa mattinata dopo che la Cina ha deciso di non approvare nuove misure di stimolo dopo quelle arrivate a fine settembre.
A Milano il settore più penalizzato è quello del lusso, in calo dell’1,5% rispetto al -0,50% del FTSE MIB, con le vendite che si concentrano soprattutto su Salvatore Ferragamo (-4,7%), Moncler (-3%), Brunello Cucinelli (-2,70%) e Safilo (-1,30%).
Nel resto d’Europa, Burberry e Kering cedono oltre il 7%, seguite da Swatch (-5%), Louis Vuitton (-4,50%) Christian Dior (-4,40%) e Richmont (-3,30%).
Niente Bazooka
Gli operatori si aspettavano che dal briefing della National Development and Reform Commission della Cina, il maggior mercato mondiale per i beni di lusso, emergesse un annuncio di nuove misure di stimolo che invece non c'è stato.
La Commissione si è detta "pienamente fiduciosa" di raggiungere gli obiettivi prefissati, ma non ha offerto nessuno degli agognati dettagli sulle aggressive misure di stimolo, peggiorando così ulteriormente il mood degli investitori.
Misure antidumping
Se Pechino non ha deciso nuove misure, il Governo ha annunciato misure antidumping sull'import di brandy dall’Unione europea come risposta ai dazi sulle auto elettriche provenienti dalla Cina decise nei giorni scorsi dall’UE, penalizzando così tutto il comparto legato alle bevande.
A Parigi Remy Cointreau perde così l'8,26%, ma scivola anche Pernod Ricard (-4%), che controlla il marchio di cognac Martell. Tra le blu chip del FTSE MIB le vendite colpiscono Campari (-1,82%), che ha in portafoglio il brand di cognac Courvoiser, anche se i brandy hanno un peso minore sul fatturato totale del gruppo italiano rispetto ai principali concorrenti europei.
Il ministero del commercio cinese ha annunciato che a partire da venerdì 11 ottobre richiederà agli importatori di brandy europeo di versare un deposito presso la dogana cinese. Le tariffe varieranno tra il 30,6% e il 39%. A fine agosto il ministero aveva rilevato la minaccia di un 'danno sostanziale' ai produttori domestici a causa di pratiche di dumping sui brandy europei.
A questo punto, secondo un trader interpellato dall’agenzia Reuters si teme che dopo il settore brandy la decisione sui dazi potrà riguardare quelli del lusso e delle auto.
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