Dazi incerti, utili resilienti

Le recenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina si stanno nuovamente scontrando con le leggi economiche immutabili: le catene di approvvigionamento non possono essere riorganizzate dall'oggi al domani.
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
Le azioni statunitensi hanno registrato un rialzo nelle ultime settimane, ma hanno ridotto i guadagni a causa del calo dei titoli finanziari, innescato dalle preoccupazioni sul credito relative ad alcune banche regionali statunitensi. Il mercato si è rapidamente stabilizzato dopo che è diventato chiaro che queste preoccupazioni riguardavano specificamente due banche e non sembravano una replica delle turbolenze del 2023. L'oro ha raggiunto nuovi massimi storici, arrivando a guadagnare oltre il 60% quest'anno. I rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 e 30 anni hanno toccato i minimi degli ultimi sei mesi, mentre il mercato attende la ripresa dei dati economici statunitensi.
Le recenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina si stanno nuovamente scontrando con le leggi economiche immutabili: le catene di approvvigionamento non possono essere riorganizzate dall'oggi al domani. Lo abbiamo visto ad aprile, dove le azioni statunitensi sono scivolate dopo l'annuncio dei dazi del 2 aprile, ma gli investitori hanno visto che tali leggi avrebbero impedito ai dazi di raggiungere i livelli proposti e, di conseguenza, hanno ripreso ad assumere rischi.
La mossa ha dato i suoi frutti. Da allora l'indice S&P 500 è balzato del 40% circa dai minimi di aprile. Abbiamo assistito a uno scenario simile su scala minore. Le azioni statunitensi hanno subito il calo più netto in un solo giorno da aprile dopo che Trump ha proposto un dazio del 100% sulla Cina, ma si sono riprese con l'emergere di un percorso per raggiungere un accordo.
Anche i dazi sulle auto sono destinati ad essere allentati. Riteniamo che le leggi immutabili consentiranno una de-escalation commerciale e sosterranno il sentiment la stagione degli utili aziendali del terzo trimestre. Gli analisti hanno infatti rivisto al rialzo le previsioni sugli utili a quasi l'11% per il 2025 nel complesso, da poco meno del 9% nel secondo trimestre.
Analizzando da vicino la stagione degli utili delle società statunitensi del terzo trimestre, crediamo che ci siano almeno tre fattori che potrebbe alimentarne la crescita:
- la resilienza della crescita economica. Gli analisti prevedono che il PIL crescerà dell'1,5% quest'anno, al di sotto del trend ma lontano dalla recessione;
- gli investimenti legata all'intelligenza artificiale. I dati LSEG mostrano che la crescita degli utili prevista su base annua per il terzo trimestre per i "magnifici sette" titani della tecnologia è del 14%. Tuttavia, la performance si sta ampliando, con una crescita stimata del 7,8% per le altre società dell'S&P 500, un divario molto più ridotto rispetto agli ultimi trimestri;
- l'allentamento delle politiche monetarie. I dati più deboli sul mercato del lavoro hanno dato alla Fed la possibilità di tagliare i tassi e di indicare ulteriori tagli in futuro, mettendo per ora in secondo piano i dubbi sulla sua indipendenza.
Per gli investitori, riteniamo tuttavia che la soluzione migliore sia ancora quella di essere granulari, poiché vediamo diversi temi che possono alimentare la volatilità, nonostante l'aumento degli utili. I mercati hanno accolto con favore i rapidi investimenti delle mega-cap tecnologiche nell'intelligenza artificiale, ma occorre valutare i ricavi e soprattutto la redditività di tali investimenti in tutti i settori.
Osserviamo inoltre come la deregolamentazione sosterrà il settore finanziario, con le principali banche che hanno già registrato solidi utili e una loro crescita prevista del 16% per l’intero settore. Le banche regionali statunitensi hanno registrato un calo la scorsa settimana a causa di problemi di credito che sembrano limitati a due istituti. Anche se le aziende statunitensi sembrano aver resistito ai dazi, probabilmente a causa del trasferimento dei costi ai consumatori e dell'esaurimento delle scorte, alcuni settori ne risentiranno maggiormente. Ad esempio, i produttori di beni spesso importati come gli elettrodomestici e le aziende più piccole con minore flessibilità e potere di determinazione dei prezzi.
Oltre agli Stati Uniti, il ritardo degli utili in Europa crediamo che manterrà neutrali gli investitori. Un euro più forte e i cali della domanda legati ai dazi hanno ridotto le aspettative di crescita degli utili per il 2025 complessivamente allo 0,5% da quasi il 3% del 1° luglio. Le azioni europee hanno registrato un periodo di sovraperformance rispetto a quelle statunitensi all'inizio di quest'anno, ma chi ci segue sa che non ritenevamo che le due condizioni necessarie per sostenere un rally in Europa si sarebbero verificate: ovvero, una crescita economica più sorprendente rispetto agli Stati Uniti e una crescita degli utili relativa più solida.
In assenza di dati causa lockdown, crediamo che gli investitori stiano tenendo d'occhio l'indice dei prezzi al consumo (IPC) statunitense di settembre (atteso in crescita al +3,1% dal +2,9% di agosto), il primo importante indicatore economico a essere pubblicato durante la chiusura delle attività governative (se tutto va bene, potrebbe essere rilasciato venerdì 24). In caso contrario, indagini private come gli indici PMI flash globali sono fondamentali per comprendere l'andamento dell'attività economica fino alla ripresa dei dati statunitensi. Da monitorare inoltre eventuali segnali di trasferimento dei dazi sui prezzi dei beni di prima necessità e segnali di un persistente livello elevato dei servizi essenziali, esclusi i costi degli alloggi.
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