De Guindos (BCE): “porte aperte” ad altri due tagli nel 2024

Nel 2024 restano ancora solo due riunioni per la Banca centrale europea e nel corso della settimana diversi membri del consiglio hanno espresso le loro opinioni circa le prossime mosse, anche se tutti ribadiscono la necessità di decidere secondo l’ormai famoso ‘approccio dipendente dai dati’.

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De Guindos e due tagli per la BCE

Dopo il secondo taglio dei tassi di interesse effettuato il 12 settembre scorso, la Banca centrale europea non esclude altre due riduzioni del costo del denaro da qui alla fine dell’anno.

È il senso delle parole del vice presidente dell’istituto, Luis de Guindos, rilasciate nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano portoghese l’Expresso, affermando che la BCE ha “lasciato la porta totalmente aperta” a un taglio dei tassi nel corso delle prossime due riunioni dell’istituto centrale (17 ottobre e 12 dicembre).

Come sempre, ha sottolineato il banchiere, la decisione dipenderà dai dati economici che arriveranno nelle prossime settimane: "siamo pienamente impegnati nel nostro mandato e dipendenti dai dati, adottando un approccio incontro per incontro, e questo dipenderà dall’evoluzione dell’intero insieme di dati che riceveremo".

Inflazione e proiezioni

De Guindos ha poi parlato dell’evoluzione dei prezzi dal 2022. “Due anni fa l’inflazione era molto alta”, ricordava, “intorno al 10%” e “al suo apice, abbiamo dovuto inasprire notevolmente la nostra politica monetaria", mentre ora "è leggermente al di sopra della soglia del 2%" e quindi la BCE ha già tagliato i tassi due volte. "Penso che il messaggio principale che vogliamo trasmettere ora sia che l’inflazione si sta avvicinando al nostro obiettivo del 2% e ci aspettiamo che raggiunga l’obiettivo alla fine del 2025”, concludeva.

A proposito della revisione al ribasso delle proiezioni macroeconomiche di settembre, De Guindos ha parlato di una "revisione marginale" ed ha ricordato che "i rischi per la crescita siano orientati al ribasso" e questa previsione si basa sull'attesa di una ripresa della domanda (consumi ed export). "Riteniamo che con il calo dell’inflazione, i redditi reali delle famiglie aumenteranno, il che porterà ad un aumento del loro potere d’acquisto" e la ripresa dei consumi "sarà il principale motore della ripresa economica", concludeva.

Altri segnali dovish

La settimana sul fronte BCE si era aperta con le parole dello stesso De Guindos, che già lunedì spiegava che Francoforte “tiene tutte le opzioni aperte riguardo alle sue prossime decisioni sui tassi di interesse”.

Nella giornata di ieri altri segnali dovish erano arrivati da Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia, il quale aveva affermato che la BCE, dopo la decisione dei giorni scorsi di ridurli di 0,25 punti, "potrebbe accelerare nei prossimi mesi". In tal senso, aggiungeva, si vedano gli "indicatori di persistente debolezza dell'economia europea" e il segnale che viene dagli Stati Uniti dove la Fed ha tagliato di 0,5 i tassi. L'economia europea “sta crescendo meno di quel che (i banchieri centrali) si aspettavano e l'inflazione è meno alta di quello che temevano” e “questo ha permesso di abbassare i tassi e imporre condizioni meno restrittive all'economia, e che frenino meno la domanda”, concludeva Panetta.

Meno diretto, ma sempre con approccio da ‘colomba’, era stato il discorso tenuto lunedì da Philip Lane, capo economista della BCE, che, ribadendo la necessità di mantenere “l’opzionalità sulla velocità dell’aggiustamento”, affermava che un allentamento “più rapido sarebbe giustificato” nel caso in cui “i dati indicassero una sostenuta accelerazione nel processo disinflazionistico o un calo materiale della velocità della ripresa economica”.

"Queste considerazioni”, concludeva Lane, “rafforzano la validità dell'approccio decisionale scelto: ovvero decidere 'volta per volta' a ogni Consiglio direttivo, in base all'evolversi dei dati, con cui la BCE "mantiene opzionalità e flessibilità per le decisioni future”.

Il volo del falco

Di segno opposto erano state le parole arrivate lunedì da Peter Kazimir, membro del Consiglio direttivo della BCE, il quale escludeva il doppio taglio nel resto dell’anno.

Per essere sicuri di non commettere un errore di politica monetaria con un allentamento troppo veloce, “quasi sicuramente dovremo aspettare fino a dicembre per avere un quadro più chiaro prima di fare la prossima mossa", scriveva Kazimir in un post.

"Mi servirebbe un cambiamento significativo, un segnale forte, rispetto alle prospettive per prendere in considerazione di appoggiare un altro taglio in ottobre", “ma il fatto è che ci sono pochissime nuove informazioni in cantiere".

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