De’ Longhi, 2022 difficile e previsioni caute per l’anno in corso


La complessa situazione geopolitica e la sfavorevole dinamica inflattiva, oltre ad un confronto sfidante con la straordinaria crescita realizzata nel 2021, hanno indebolito la domanda di prodotti della società nel corso della seconda parte dell’anno appena terminato, in particolare nell’area europea.


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Il 2022 di De’ Longhi

Dati preliminari sull’anno appena terminato non esaltanti per De’ Longhi, in attesa dei definitivi che saranno approvati il prossimo 13 marzo.

In particolare, i ricavi consolidati della società attiva nel settore del piccolo elettrodomestico si sono chiusi in calo del 2% nel 2022 (-5,9% a cambi costanti), scendendo così a 3.158 milioni, sui quali ha pesato il -4% (-7% a cambi costanti) arrivato negli ultimi tre mesi dell’anno.

Relativamente alle diverse aree geografiche, il fatturato in Europa è crollato del 9,8% (a 1,9 miliardi), mentre si è assistito ad una crescita nelle Americhe (+10,8% a 624 milioni), nell’EMEA (+7,9% a 197 milioni) e in Asia (+15,9% a 464 milioni).

Indebolimento nell’area europea

Se nella prima parte il 2022 è stato positivo, sostenuto da una brillante performance del caffè, nel corso dei successivi trimestri si è evidenziato un calo generalizzato del fatturato ad un tasso mid-single digit.

Il cambio di scenario della seconda metà dell’anno è “imputabile a diversi fattori, come la complessa situazione geopolitica e la sfavorevole dinamica inflattiva, oltre ad un confronto sfidante con la straordinaria crescita realizzata nel 2021”, spiegava la società.Questi fattori, questi, che hanno temporaneamente indebolito la domanda di beni nell’area europea, mentre nelle altre aree geografiche il gruppo è stato in grado di mantenere il trend delle vendite in territorio positivo. L'Europa ha chiuso i 12 mesi in calo del 9,8% a 1.873 milioni di euro (-10,9% a 629,3 milioni nell'ultimo trimestre).

Previsioni 2023

I dati comunicati ieri a mercato chiuso sono stati definiti “positivi” dall’amministratore delegato Fabio De’ Longhi, considerando le “numerose sfide e crescenti difficoltà che il gruppo si è trovato ad affrontare” come “la drammatica evoluzione geopolitica e la dinamica inflattiva che hanno inevitabilmente deteriorato la fiducia e la capacità di spesa dei consumatori”.

Il manager ha sottolineato, inoltre, come il gruppo sia stato “in grado di mantenere un livello delle vendite ben superiori ai 3 miliardi, grazie al rafforzamento degli investimenti in comunicazione a supporto dei nostri brand, alla crescita del comparto caffè e alla diversificazione della nostra presenza internazionale”.

Complessivamente, aggiungeva De’ Longhi, “l’andamento del quarto trimestre migliore delle attese iniziale, unitamente agli effetti delle azioni implementate per la riduzione del magazzino e il controllo dei costi, prelude a un possibile andamento dei margini dell’anno allineato alla parte alta della nostra guidance, che stimava un Ebitda adjusted tra 320 e 340 milioni”.

Outlook cauto

Secondo gli analisti di WebSim Intermonte, l’outlook annunciato da De’ Longhi risulta “molto cauto”, dovuto anche “anche alla decisione strategica di uscire dal segmento dei condizionatori portatili negli Stati Uniti, stimiamo circa 55-60 milioni, che penalizza leggermente la top-line del 2023 ma dovrebbe portare un impatto positivo sulla marginalità (prodotti impattati da dazi e con posizionamento di prezzo medio-basso)”.

Inoltre, “l’Ebitda 2022 (non pubblicato) è visto nella fascia alta della guidance che era compresa tra 320-340 milioni: il consenso attuale è a 331 milioni, Intermonte a 340 milioni”.

“I risultati hanno confermato le attese e la gestione oculata del business anche in un momento di incertezza e calo dei consumi”, proseguono dalla sim, in particolare, “il segmento del caffè continua a mostrare tassi di crescita positivi con i prodotti per il caffè professionale ancora in forte crescita”.

Alla luce di questa analisti, da WebSim confermano la raccomandazione ‘neutral’ sul titolo De’ Longhi, con target price a 19,50 euro rispetto ai 21,20 euro odierni (-1%).

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