De Meo da Renault a Kering: il manager in Borsa vale una fortuna

Crolla il titolo della società automobilistica (-7,2%) alla notizia che il Ceo lascerà fra un mese. Le indiscrezioni lo danno prossimo Ceo del gruppo del lusso, che mette a segno un rialzo del 7%. Da un’azienda industriale in crisi e risanata, a un’altra che necessita di una drastica rigenerazione. Analisi di un passaggio epocale per un manager cultore dei brand.
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Le dimissioni da Renault, un fulmine a ciel sereno
Luca de Meo, amministratore delegato del gruppo Renault dal 2020, ha annunciato le sue dimissioni con effetto dal 15 luglio 2025. Lo ha annunciato domenica 15 giugno un comunicato di Renault. Il manager italiano, secondo il quotidiano Le Figaro, sarebbe in procinto di assumere la guida di Kering, colosso francese del lusso proprietario di brand come Gucci, Yves Saint Laurent e Bottega Veneta. Kering non conferma la notizia, ma la Borsa non ha dubbi e i titoli si muovono di conseguenza: a metà mattina Renault perde il 7,2% scivolando a 39,90 euro, mentre Kering guadagna esattamente il contrario, +7,2% a 184,90 euro.
Un fulmine a ciel sereno, come sottolineano diversi analisti, che arriva in un momento cruciale per entrambi i gruppi. De Meo aveva ottenuto nel maggio 2024 il rinnovo del mandato alla guida di Renault per altri quattro anni, forte di un bilancio trasformativo che ha visto la capitalizzazione del costruttore quasi raddoppiare (+90%) in soli cinque anni.
Il rilancio di Renault è stata un’impresa straordinaria
Un risultato straordinario, specie se si considera il punto di partenza: nel 2020 Renault era in piena crisi, reduce da perdite record, dallo scandalo Ghosn e da un’alleanza logora con Nissan. L’azienda era considerata da molti sull’orlo del collasso, aveva dovuto ricorrere a prestiti garantiti dallo Stato francese e aveva una gamma di prodotti obsoleta.
Luca de Meo è riuscito in un’impresa che in pochi ritenevano possibile: ha rilanciato Renault con il piano "Renaulution", riattivando la macchina industriale, avviando un ambizioso percorso di elettrificazione (con modelli di successo come la Megane E-Tech), snellendo la struttura, rafforzando la governance e stringendo nuove alleanze tecnologiche. Ha anche progressivamente ridimensionato il peso di Nissan nel gruppo, facendo di Renault una realtà più autonoma e agile. Il tutto riportando in utile il bilancio e restituendo fiducia agli investitori.
Come sottolinea Philippe Houchois, analista di Jefferies, “a de Meo va riconosciuto di aver riportato colore, energia e risultati a Renault dopo anni di mediocrità produttiva e finanziaria”.
Kering è una sfida altrettanto complessa
Ora de Meo si prepara a una nuova sfida altrettanto complessa: rilanciare il gruppo Kering in seria difficoltà. Negli ultimi cinque anni il colosso francese del lusso ha visto il valore del proprio titolo più che dimezzarsi (-65%), appesantito da scelte creative controverse e dal declino del marchio Gucci, in particolare nel mercato cinese. Il gruppo ha tentato più volte di invertire la rotta cambiando direttori creativi, amministratori dei singoli brand e puntando su nuove acquisizioni — come il 30% di Valentino — ma con risultati modesti. Le turbolenze recenti, unite a un posizionamento poco chiaro rispetto a rivali come LVMH ed Hermès, hanno aumentato la pressione sugli azionisti e sulla famiglia Pinault.
CINQUE ANNI DI BORSA PER RENAULT E KERING
L’italianità di De Meo potrebbe essere un valore aggiunto nel Lusso
Secondo Bloomberg, l’arrivo di de Meo potrebbe rappresentare per Kering “l’inizio di una nuova era”, con una leadership esterna capace di portare discontinuità e decisioni coraggiose. L’idea di affidare a un profilo industriale, e non proveniente dal mondo del lusso, il timone del gruppo è una mossa che ricorda la scelta di De Meo stesso nel 2020 da parte di Renault: un outsider in grado di ricostruire dalle fondamenta. Come scrive Piral Dadhania, analista di RBC, de Meo “potrebbe essere il volto della rinascita Kering, grazie a una visione chiara e alla capacità di esecuzione dimostrata”.
La sua italianità, inoltre, rappresenta un valore aggiunto per un gruppo che possiede molte delle sue maison più importanti in Italia, da Bottega Veneta a Pomellato. Il legame di de Meo con il mondo del design — e alcune collaborazioni avviate da Renault con marchi di moda come Agnès B. — potrebbero rivelarsi preziosi nel traghettare Kering verso una fase di rinnovata creatività industriale.
Il saluto del presidente di Renault
Il comunicato ufficiale di Renault saluta con gratitudine il suo Ceo uscente: “Ha saputo riportare il Gruppo dove merita di stare”, ha dichiarato il presidente Jean-Dominique Senard. De Meo ha risposto parlando di “lavoro compiuto”, aggiungendo: “Abbiamo fatto ciò che molti pensavano impossibile. È il momento di passare il testimone”. Il gruppo ha già avviato il piano di successione, ma l’uscita di scena lascia un vuoto non semplice da colmare, proprio mentre Renault sta per presentare un nuovo piano strategico e completare la ridefinizione dell’alleanza con Nissan.
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