Debito pubblico italiano a rischio declassamento a “junk” da parte di S&P

24/04/2020 10:00
Debito pubblico italiano a rischio declassamento a “junk” da parte di S&P

L'istituto di rating potrebbe declassare il debito dell'Italia, con il rischio di un aumento dei tassi di interesse che pregiudicherebbe le finanze italiane

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Il possibile declassamento e le sue conseguenze

Attesa in aumento per il verdetto dell'agenzia Standard & Poor's che oggi a mercati chiusi annuncerà le sue decisioni sul rating del debito pubblico italiano, con il rischio livello 'spazzatura' che incombe e potrebbe aprire la porta a decisioni simili anche per Moody's (maggio) e Fitch (luglio).

Il rating italiano è attualmente BBB, due gradini sopra il livello speculativo e definito 'junk', e un declassamento comporterebbe una minore fiducia da parte degli investitori sui titoli italiani, i quali potrebbe ridurre i propri investimenti a causa dell'elevato rischio definito dall'eventuale nuovo livello. Pertanto, per il Ministero del Tesoro risulterebbe più difficile collocare i titoli di Stato italiani, con un conseguente aumento dei tassi di interesse.

In questo contesto, tra le più condizionate ci sarebbero le banche, in quanto detengono grandi quantitativi di titoli di Stato, con la necessità per gli istituti di contabilizzare ingenti svalutazioni e irrigidire le condizioni di credito a imprese e famiglie.


Le ragioni del nuovo giudizio

A spingere S&P ad un declassamento potrebbero essere i numeri del nuovo DEF messo a punto dal governo, con una previsioni del PIL italiano in crollo dell'8% e uno scostamento di bilancio pubblico pari a 55 miliardi di euro che spingerebbe il deficit al 10,4% rispetto all'1,6% mentre il debito pubblico volerebbe al 155,7% dall'attuale 134,8%. Le previsioni del governo sono dovute alle ingenti spese messe in atto per affrontare l'incertezza economica causato dall'impatto del coronavirus, a cui si aggiunge l'incertezza sull'uso del MES senza condizioni, ancora oggetto di dibattito, mentre si attendono gli sviluppi definitivi sul 'Recovery Fund' sul quale c'è stato l'accordo solo nella riunione di ieri dell'Euro Gruppo.

Interviene la Banca centrale europea

Questi rischi non riguardano soltanto l'Italia ma tutti i paesi impegnati a sostenere l'economia, mettendo in allarme la Banca centrale europea, riunitasi d'urgenza in questi giorni per mettere a punto ulteriori strumenti di sostegno.

Dalla BCE si sta pensando all'ammissione nei programmi di acquisto di titoli anche i bond al di sotto del grado 'investment grade', strada già percorsa dalla Federal Reserve, proprio in considerazione del peggioramento indotto dal Covid-19 di molti emittenti, sovrani e corporate. In questo modo, l'intervento dell'istituto centrale europeo aiuterebbe il piazzamento dei titoli di stato a rendimenti non troppo alti.

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