Descalzi: “Golfo area strategica per Eni”. Pronti 20 miliardi da investire

L'AD di Eni ha spiegato la strategia della società sottolineando l'importanza degli Emirati Arabi in tema di transizione energetica e annunciando un investimento da 20 miliardi di dollari nei prossimi 5 o 6 anni.
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La strategia di Eni nel Golfo
Eni investirà circa 20 miliardi di dollari nei prossimi 5-6 anni nel Golfo. Ad annunciarlo è stato l'AD della società, Claudio Descalzi, nel corso di un confronto organizzato dall'AdnKronos dal titolo “La Bella Energia dell'Italia”. Descalzi ha definito il Golfo come “un'area strategica” per Eni, “non solo per investire nella transizione energetica”.
Particolarmente importante il ruolo degli Emirati Arabi, sottolineava Descalzi, i quali “stanno investendo molto sul cambiamento e sulla trasformazione energetica, non solo nel solare ma anche nella cattura della CO2, nella circolarità e nella chimica”. Anche per tale motivi, “prevediamo di investire nel paese circa 20 miliardi nei prossimi cinque o sei anni”, annunciava l'AD di Eni.
L'obiettivo della decarbonizzazione
Se all'inizio di quest'anno Eni aveva svelato i propri obiettivi climatici in campo energetico, annunciando l'intensificazione degli sforzi per decarbonizzare il proprio business, Descalzi ha ribadito le scelte della società.
Ridurre l'uso del carbone rappresenta per Eni “una sfida importante, ma non ci deve essere ideologia, non è una religione”, ha aggiunto. Secondo Descalzi, la decarbonizzazione “deve essere un qualcosa che sia neutrale, perché abbiamo visto che abbiamo bisogno di tutto, con l'obiettivo di arrivare ad una situazione di neutralità carbonica”.
Il manager ha spiegato, inoltre, che la transizione verso le energie pulite non deve essere una corsa in solitaria, ma “va vissuta insieme” fra le aziende energetiche, "perché siamo tutti molto complementari”. “Come Eni, abbiamo preso un impegno importante e definito per la decarbonizzazione, lo abbiamo declinato al 2030, 2040 e 2050. Abbiamo puntato a produrre tecnologie proprietarie, abbiamo investito negli ultimi 7 anni più di 5 miliardi in ricerca e applicazione. Abbiamo più di 7500 patenti, 480 progetti che coprono tutta la filiera”, concludeva Descalzi.
Il petrolio e l'andamento del titolo Eni
Nel frattempo, a Piazza Affari le azioni Eni guadagnano oltre l'1% dopo circa un'ora dall'apertura e vengono scambiate a 10,57 euro, in un contesto positivo per i titoli petroliferi che caratterizza la prima giornata del meeting Opec. Il greggio torna verso quota 70 dollari al barile, mentre il Brent supera i 72 dollari, entrambi con un guadagno dell'1%.
Sul futuro della quotazione del petrolio Descalzi ritiene che il trend resti in crescita, in quanto “non sono stati fatti investimenti e la domanda ormai sta raggiungendo i 95-98 milioni di barili al giorno”.
"Quello che possiamo dire”, aggiunge Descalzi, “è che dal punto di vista del fisico per quello che conta la domanda è superiore all'offerta e le scorte stanno scendendo al di sotto degli ultimi 5 anni. Quindi abbiamo una domanda che sta comunque crescendo nonostante allarmismi e un'offerta che, visto che sono due anni che non si investe, sta scendendo. Questo vuol dire che questo nodo arriverà al pettine e che quindi i prezzi dovranno stabilizzarsi sui prezzi più alti, tra i 70 e i 75 dollari ma però sono veramente un terno al lotto”. Penso, conclude l'ad di Eni, "che sarà una cosa che si verificherà nel 2022 quando la cortina fumogena del Covid sarà scesa".
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