Deutsche Bank barcolla ancora dopo il balzo dei CDS


Tutto il settore bancario è in forte calo nella seduta odierna, con le vicende di UBS e Credit Suisse ancora in primo piano e le dichiarazioni di Yellen che sembrano aver peggiorato la situazione.


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Crollo Deutsche Bank

Ancora una seduta difficile per Deutsche Bank, al terzo calo consecutivo sulla borsa di Francoforte dopo il forte balzo ieri sera dei costi per assicurarsi contro il rischio di default, alimentando così i timori sulla stabilità generale delle banche europee. Oggi le azioni del gigante tedesco arrivano a cedere il 9%, toccando un minimo di 8,49 euro, portando così al 14% il crollo da mercoledì scorso.

Negativo anche il bilancio del 2023 per la banca, in calo del 14% da inizio gennaio, quando quotava 10,94 euro.

Giornata difficile per tutto il settore finanziario europeo, visti i cali del 5% di Credit Suisse, Société Générale, UBS e Commerzbank, seguiti con un -4% da Sabadell, Banco BPM, Unicredit, Mps, BBVA e BNP Paribas.

Salgono i CDS

Ieri Deutsche Bank ha visto i suoi credit default swap (CDS), lo swap che trasferisce il rischio di credito e permettendo di coprirsi dall’eventuale insolvenza di una società, salire a 173 punti base dai 142 pb del giorno prima (dati S&P Market Intelligence), rappresentando il più grande aumento di un giorno mai registrato (elaborazione Refinitiv).

Gli Additional Tier-1 7,5% di DB denominati in dollari, perdendo un centesimo a 74,716 centesimi, fanno salire il rendimento al 22,87%, raddoppiato rispetto a due settimane fa (dati Traderweb).

Gli AT1 emessi dalle banche sono sotto pressione da quando, nel fine settimana, Credit Suisse ha dovuto svalutare AT1 per 17 miliardi di dollari nell’ambito dell'acquisizione forzata da parte di UBS.

Credit Suisse e le banche tedesche

In Germania, a sorpresa Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank hanno annunciato di avere deciso di non rimborsare i titoli AT1 che avevano l’opzione ‘call’ in arrivo, preferendo venir meno alle promesse fatte agli investitori e pagare tassi più alti, piuttosto che restare senza titoli, oppure emetterne di nuovi a tassi proibitivi. Mossa lecita, ma considerata scorretta verso il mercato.

Mercato che reagisce con vendite sul titolo Deutsche Pfandbriefbank, in calo oggi di quasi il 5% e alla sua terza seduta in negativo, mentre resistono intorno la parità le azioni di Aareal Bank.

Le decisioni delle due banche arrivano la scelta della Svizzera, accordata tra governo, Banca centrale e regolatore (Finma), di bruciare 16 miliardi di bond AT1 di Credit Suisse nell’ambito della fusione con UBS, mettendo così sotto stress il settore del debito subordinato in Europa.

Yellen non convince

Cercando di rassicurare il settore, la Segretaria al Tesoro USA Janet Yellen, dichiarava davanti ad una sottocommissione della Camera statunitense che il piano di aiuti d’emergenza a garanzia dei depositi dei clienti di Silicon Valley Bank e Signature Bank, le due banche chiuse due settimane fa, potrebbe essere garantito in futuro anche ad altre banche, se necessario.

In questo modo, la ex presidente della Fed cercava di ammorbidire le sue indicazioni del giorno precedente, quando aveva escluso assicurazioni sui depositi di oltre 250mila dollari a meno di interventi legislativi

Le sue parole, però, alla fine hanno alimentato il nervosismo, in quanto, se verranno assicurati interventi nel caso di altri crack, il mercato sperava che non ci fossero altri fallimenti.

Inoltre, nei giorni scorsi sia la Yellen sia il numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, hanno tenuto a spiegare che per assicurare i depositi bancari sopra i 250mila dollari sarebbe necessario un intervento legislativo del Congresso, ma per ora la questione non sembra essere all’ordine del giorno.

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