Deutsche Bank, vola l’utile ma 2022 ancora condizionato dal conflitto in Ucraina
La principale banca tedesca mette a segno il suo settimo trimestre consecutivo in utile ma ha avvisato sul possibile impatto sui suoi conti che potrebbe arrivare dall’invasione russa in Ucraina.
Tonfo di Deutsche Bank
Mattinata difficile per Deutsche Bank alla borsa di Francoforte, in forte calo dopo la diffusione dei dati trimestrali di questa mattina che lasciano presagire un 2022 condizionato dal conflitto in Ucraina che potrebbe “avere un impatto negativo sui risultati dell’intero esercizio”.
Le azioni della principale banca tedesca arrivano a cedere oltre il 6% e scendono sotto quota 10 euro, proseguendo un periodo negativo che ha visto crollare il loro valore di oltre il 17% negli ultimi 30 giorni.
La trimestrale
Il primo trimestre dell’anno è risultato il settimo consecutivo in attivo per Deutsche Bank, con un utile netto attribuibile agli azionisti di 1,06 miliardi di euro, in crescita del 17% rispetto ai 908 milioni dello stesso periodo del 2021, e il dato più alto per i primi tre mesi dal 2013.
L’utile ante imposte è cresciuto del 4%, arrivando così 1,7 miliardi di euro, mentre l’utile netto è aumentato del 18% a 1,2 miliardi, considerando anche un aumento dei prelievi fiscali pari al 28% (730 miliardi).
In calo il rapporto costi/ricavi, passato dal precedente 77% all’attuale 73%, così come il Cet 1 ratio, sceso al 12,8% dal 13,2% del marzo 2021.
“In questo trimestre abbiamo dimostrato la solidità e la resilienza della nostra Global Hausbank”, spiegava il CEO Christian Sewing.
"In uno scenario sfidante abbiamo riportato una crescita sia dei ricavi che degli utili in tutte le nostre attività core”, ha sottolineato il CFO James von Moltke.
“I nostri ricavi trimestrali danno evidenza di un chiaro andamento verso i nostri obiettivi per il 2022. Crediamo che questo slancio, insieme a una continua disciplina sui costi e a una generazione organica di capitale, ci porti a essere ben posizionati per raggiungere i target 2022”.
L’impatto della guerra
L’anno in corso risulta fortemente condizionato dalla guerra in Ucraina e dal rallentamento della crescita.
Il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 (CET1) era del 12,8% a fine trimestre, in calo dal 13,2% alla fine del trimestre precedente.
Circa la metà di questo calo è stato causato dagli “aggiustamenti del modello imposti dalla BCE”, a cui si aggiunge “la crescita delle attività ponderate per il rischio legata all'attività, l'impatto negativo sui rating e i maggiori aggiustamenti prudenziali di valutazione derivanti dalla guerra in Ucraina”, spiegava la banca nella nota, indicando un aumento significativo degli accantonamenti per perdite su crediti, arrivati a 292 milioni rispetto ai 69 milioni dell'anno scorso.
“La priorità è stata quella di mettere i nostri clienti nelle condizioni di rispondere rapidamente agli eventi geo-politici e di proteggersi dai rischi”, aggiungeva il manager, ricordando che “tutte le nostre attività hanno raggiunto risultati in linea o al di là degli obiettivi e abbiamo prodotto l'utile trimestrale più elevato degli ultimi nove anni”.
L’esposizione in Russia
Lo scorso 11 marzo Deutsche Bank aveva annunciato la decisione di interrompere le sue operazioni in Russia nel corso del primo trimestre.
Alla fine del periodo, l’esposizione creditizia lorda nel paese è stata ridotta del 5% a 1,3 miliardi di euro, mentre quella netta risulta diminuita del 21% a 500 milioni.
Inoltre, i saldi di cassa in rublo con la banca centrale di Russia risultano pari a 900 milioni di euro al 31 marzo, riflettendo principalmente i depositi dei clienti esistenti, spiegavano da Deutsche Bank, Infine, l’esposizione al rischio di mercato nel paese è definita “bassa” dalla banca, con tutte le principali esposizioni ai derivati già liquidate.
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