Diasorin, ipotesi upside dagli analisti grazie al picco di test per il Covid
Il diffondersi di nuove paure per la possibile diffusione di maggiori contagi del virus sta spingendo diversi paesi a far ricorso a nuovi test e alcuni analisti prevedono un contributo non previsto di 150 milioni di euro sul bilancio della società italiana.
Paura per il Covid
Torna l’incubo Covid 19 che dalla Cina potrebbe nuovamente diffondersi fuori dal paese.
L’8 gennaio entrerà in vigore lo stop alla quarantena per chi arriva nel gigante asiatico, alimentando così i timori di nuove diffusioni del virus e la risposta di molti paesi sta già portando ad una nuova ondata di richiesta dei test.
“Il rischio che i milioni di contagi Covid registrati dalla Cina favoriscano lo sviluppo di nuove varianti del coronavirus pandemico esiste”, spiegava a La Stampa Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all’Università Cattolica e presidente del Mission Board for Cancer dell’UE.
“Una variante più contagiosa di Omicron è difficile, siamo già a livelli record. Il pericolo è che ne nasca una più patogenica, uno scenario possibile”, aggiungeva l’esperto.
Le mosse dei paesi
Negli Stati Uniti stanno riflettendo sulla possibilità di imporre un test molecolare negativo o a misure di tracciamento e sorveglianza per chi arriva dalla Cina, anche se preoccupa anche il rischio di nuove varianti non coperte dai vaccini e la scarsa trasparenza di Pechino sui dati dei contagi.
In Italia è stata la Lombardia la prima regione a richiedere il tampone molecolare per i passeggeri, anche se non è previsto alcun obbligo effettivo.
In Giappone si sta registrando una nuova ondata di casi al confine con la Cina dopo la rimozione delle restrizioni del governo cinese e il primo ministro giapponese, Kishida Fumio, ha imposto a chi arriva a partire da venerdì dall’ingombrante vicino un tampone molecolare con conseguente quarantena di sette giorni in caso di positività.
L’impatto su Diasorin
A Piazza Affari, intanto, le azioni Diasorin aprivano in crescita di oltre mezzo punto, a 128,30 euro, in linea con una seduta priva di particolari spunti, per poi avvicinarsi alla parità con il proseguire degli scambi.
Gli analisti di WebSim prevedono che “un nuovo ricorso ai test molecolari Covid su larga scala in molti paesi dovrebbe rafforzare la visibilità sulle nostre stime correnti per il 2023”.
Questi esperti ipotizzano “al momento un contributo COVID di circa 150 milioni (11% del fatturato, in calo rispetto ai 225 milioni attesi sul 2022), che si riduce a 80 milioni nel 2024 (5% del fatturato) e a 50 milioni nel 2025, circa 3% del fatturato”.
“I target 2022 rivisti al rialzo ad agosto tengono conto di un fatturato Covid atteso a 225 milioni, in gran parte già realizzato nei 9 mesi 2022 e non riflette l’upside dal picco di influenza stagionale registratosi nel quarto trimestre 2022 e dall’introduzione dei test differenziali per distinguere tra infezioni da Covid e influenza stagionale”, sottolineano da WebSim, confermando la loro raccomandazione ‘molto interessante’ sul titolo Diasorin, con target price di 150 euro.
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