Dietro il giallo del petrolio. Cosa è successo davvero

22/04/2020 05:30
Dietro il giallo del petrolio. Cosa è successo davvero

In questo giallo ci sono i soliti tre attori: da un lato una montagna di soldi, dall’altro esperti tecnici che conoscono bene la materia e infine una valanga di piccoli investitori da prendere per il naso.

Il tutto condito da rumors e molto fumo, in mezzo a regolamentazioni poco chiare e, così, in una fase di shock si consuma la tempesta perfetta sull’oil, quella che ha portato a una giornata storica: il greggio a -37 dollari al barile. Si come se il benzinaio ci pagasse per fare il pieno ma ahimè non accadrà mai.

Attenzione il tutto vale solo per una qualità di pieno il Wti non il Brent. Al petrolio con riferimento il mare del Nord non è successo di quotare sotto lo zero, solo a quello di riferimento in Usa.

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La montagna di soldi

Allora partiamo dalla montagna di soldi quelli raccolti dagli Etf o Etc che investono sul petrolio. A finire sotto la graticola è l’US Oil Fund, meglio conosciuto dai trader come USO, dal ticker con cui è quotato – era già il più grande Etf sul petrolio del mondo. Ma oggi è diventato davvero gigantesco, al punto da controllare un quarto delle posizioni aperte sul Wti: un dominio senza precedenti, benché favorito dalla ridotta liquidità sul mercato.

Nei giorni scorsi qualche analista aveva già messo in guardia dai rischi legati alla rapidissima crescita dello US Oil Fund, che in un mese e mezzo ha triplicato il gestito, raggiungendo 3,8 miliardi di dollari. A questi si sono aggiunti i Cta (Commodity Trading Advisors), fondi speculativi, non hanno mai raggiunto nella storia un’esposizione rialzista di queste dimensioni, neppure tutti insieme.

I meccanismi tecnici

1. Roll Over e contango

Ora per funzionare un Etf sull’oil cosa fa: raccoglie soldi dagli investitori che vogliono esporsi sul sottostante (il petrolio) poi non acquista la materia prima (vietato dalle stesse regole di alcuni etf) ma acquista future sul petrolio. Il contratto future stabilisce a una determinata data futura a che prezzo e la quantità a cui verrà scambiato il greggio. Prima di arrivare allo scambio reale, si applica la tecnica del roll over. Il “gestore” dell’Etf vende il future a breve scadenza per comprare quello con scadenza successiva.

Quand’è che questo meccanismo detto di roll over diventa una trappola? Quando il prezzo del future a scadenza tratta molto più basso di quello della scadenza successiva, dunque vendendo petrolio oggi si incassano meno soldi di quelli che ci servono per ricostituire la stessa posizione di barili di petrolio per la scadenza successiva.

Questa differenza viene definita contango, e naturalmente il prezzo del greggio quota in contango. Il problema è quando questa differenza diventa enorme definita super contango Passando da un contratto all’altro ci si perde: il roll yield è negativo, come si dice in gergo tecnico. Quando compri un Etf parte il timer lentamente ma sicuramente si mangerà la plusvalenza. USO stesso con le attuali operazioni contribuisce peraltro ad aumentare il contango.

US Oil Fund, è costretto da condizioni del mercato e richieste dei regolatori ad operare alcuni aggiustamenti del portafoglio, come spiega in una comunicazione alla Sec (authority di Borsa Usa, la nostra Consob a stelle e strisce). L’Us oil fund finora investiva solo nella prima scadenza dei futures, il front month, ma da venerdì 17 ha cominciato a spostare il 20% del portafoglio sul contratto del mese successivo. In pratica vende Wti per maggio (contribuendo al crollo delle quotazioni) e compra Wti per giugno. Movimenti banali, salvo che a compierli è il classico elefante nella cristalleria.

2. Consegna fisica del Wti scambiato al Nyme e cisterne piene a Cushing

Questa però è solo la prima parte della spiegazione. Ora il vero tecnicismo che gli esperti conoscono bene è la differenza tra il future di qualità Wti e quello sul Brent e qui arriva lo sgambetto con la regolazione fisica per il future Wti scambiato al Nyme (Cme)

Ogni mese i contratti WTI future, che sono negoziati nel New York Mercantile Exchange del Gruppo CME, devono essere regolati con la consegna fisica di greggio, fornendo un collegamento reale con uno dei derivati ​​più scambiati al mondo. (Questo non avviene per i future sul Brent che possono essere regolati senza scambio fisico ma semplicemente con una compensazione in denaro sulla differenza del prezzo di acquisto e quello di vendita). Normalmente lo scambio fisico accade ogni mese senza incidenti o drammi. Ma lunedì era diverso. Gli analisti ritengono che la mancanza di capacità di stoccaggio disponibile presso il punto di consegna del contratto WTI di Cushing, in Oklahoma - noto come Pipeline Crossroads of the World - abbia scatenato il panico tra i trader che detengono contratti derivati, poiché hanno trovato le cisterne piene. Il Wti ha aperto le negoziazioni domenica sera a +18 dollari al barile. Alla fine della giornata era sceso -37 dollari al barile. Sentendo delle difficoltà a consegnare il petrolio nelle cisterne in Cushing si è scatenato il panico tra i trader e si sono intensificate le vendite

A partire dal 10 aprile, le cisterne di Cushing ospitavano 55 milioni di barili di greggio, ovvero il 72% della capacità di stoccaggio di 76,1 milioni di barili, secondo l'Energy Information Administration. La capacità rimanente non era necessariamente disponibile per coloro che non l'avevano già noleggiata.

I consumi sono così deboli che Enterprise invertirà il flusso di un oleodotto: per un certo periodo il greggio non andrà più alle raffinerie e ai porti sul Golfo del Messico, ma viaggerà in direzione opposta, verso le grandi cisterne di Cushing, località che è punto di consegna del Wti quotato al Nymex.

Lo shock tra domanda e offerta

Petrolio contagiato dal Coronavirus, Tutto nasce a causa del lockdown che costringe a casa 4 miliardi di persone, aerei, navi, camion e auto ferme. E dall’altra parte Arabia Saudita e Russia che fingono nuovi accordi ma, poi, se le danno di santa ragione con sconti di oltre 8 dollari al barile sul greggio.

Intanto crolla la domanda, si calcola di 30 milioni barili al giorno su un consumo, in tempo di normalità, di 99 milioni di barili (stiamo parlando di circa 2,5 mila miliardi di dollari di scambio annuali in periodi normali), mentre gli accordi dell’Opec+ con l’intervento di Trump a Pasqua prevedono un taglio di massimo 15 milioni di barili al giorno per due mesi.

Questo ha portato a riempire le cisterne con lo stoccaggio presso la struttura di Oklahoma pressocché pieni o già prenotati

Ora cosa succede

I maggiori fondi Etf si stanno portando avanti ad acquistare contratti future con scadenza più lontane, quelle non ancora interessate dal rischio di trovare le cisterne ancora piene perché si spera nella fine del lockdown insieme a tagli maggiori alla produzione e nuove soluzioni per lo stoccaggio.

Ma non tutti gli Etf sono così flessibili e possono cambiare le regole del gioco in corsa.

Atri Etf ci hanno pensato molto prima applicando schemi di roll over sulle scadenze dei future più distribuite nel tempo.

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