Difesa europea ai massimi in Borsa, rischio bolla o crescita sostenuta?

L’industria della difesa europea vive un momento d’oro sui mercati, con titoli come Rheinmetall e Saab ai massimi storici. Ma dietro le valutazioni stellari si nasconde un interrogativo cruciale: si tratta di una crescita sostenuta o dell’anticamera di una bolla? Ecco un’analisi di BG SAXO dei trend e delle prospettive economiche.
Indice dei contenuti
La corsa ai titoli della difesa
Negli ultimi anni, e in particolare dopo l’invasione dell’Ucraina, l’interesse degli investitori per i titoli della difesa è esploso. Secondo Oskar Bernhardtsen, Investment Strategist di BG SAXO e Saxo Bank, sempre più clienti stanno includendo queste azioni nei loro portafogli. Rheinmetall, gruppo tedesco attivo nel comparto civile e militare, è ormai la quinta azione europea più popolare tra tutti i clienti globali della banca. In Italia, la società figura al ventiduesimo posto nel portafoglio medio dei clienti BG SAXO.
Oltre a Rheinmetall, anche aziende come la svedese Saab, la norvegese Kongsberg, l’americana Palantir e l’italiana Leonardo sono tra i titoli più richiesti. Come sottolineato da Bernhardtsen, il fenomeno è particolarmente marcato in Europa, dove l’interesse per la difesa riflette non solo motivazioni finanziarie, ma anche dinamiche geopolitiche.
Valutazioni alle stelle e timori di una bolla
La popolarità dei titoli della difesa ha spinto in alto le loro valutazioni. Secondo i dati forniti da Koyfin e Saxo Bank, Rheinmetall è ora scambiata a circa 60 volte gli utili attesi per il 2025, Saab a 46, Kongsberg Gruppen a 49. Il caso più estremo è Palantir, valutata oltre 200 volte gli utili previsti, una cifra che la colloca in un universo a sé.
Se si guarda al passato recente, i numeri risultano ancora più impressionanti: nel 2021, Rheinmetall valeva circa 9 volte gli utili, mentre Saab si attestava a 16. Oggi, i multipli si sono moltiplicati, anche se Leonardo resta un’eccezione con un P/E relativamente basso, riflesso di una crescita più contenuta degli utili.
L’impennata delle valutazioni fa sorgere il dubbio che ci si trovi di fronte a una possibile bolla azionaria. Tuttavia, come precisato nel report di BG SAXO, la forte espansione degli utili giustifica almeno in parte i prezzi elevati, soprattutto se i trend attuali dovessero proseguire.
Fonte: Koyfin, Saxo Bank – le cifre dal 2025 in poi sono aspettative basate sulle stime medie degli analisti che coprono le azioni
Crescita degli utili e divergenze tra i player
Uno dei fattori chiave che ha sostenuto il boom dei titoli difensivi è l’aumento dei budget per la difesa in Europa. Secondo le stime degli analisti riportate nel report di BG SAXO, nei prossimi tre anni si prevede una crescita robusta degli utili per azione: Rheinmetall, Saab e Kongsberg mostrano incrementi tra il 20% e il 60%. Leonardo, invece, si distingue per una crescita più moderata e incostante, pari al 23%.
La conseguente divergenza nelle valutazioni riflette le diverse performance attese e rende evidente come il settore, pur in espansione, non sia omogeneo. Le azioni difensive europee oggi sono mediamente valutate da 1,75 a 4 volte in più rispetto al 2021, secondo Koyfin e Saxo Bank. Ma mentre alcune società cavalcano la crescita, altre sembrano frenate da fondamentali meno brillanti.
Fonte: Koyfin, Saxo Bank – i dati dal 2025 in poi sono aspettative basate sulle stime medie degli analisti che coprono le azioni
Il futuro dipende dalla spesa pubblica
Per comprendere la sostenibilità di questo rally, occorre guardare alle prospettive di spesa militare. Il driver principale è rappresentato dall’evoluzione dei bilanci della difesa nei principali paesi europei: Germania, Francia, Regno Unito e Polonia. Se questi dovessero raggiungere il 5% del PIL, come ipotizzato in alcuni scenari, il potenziale di crescita per i titoli della difesa resterebbe elevato.
Secondo dati di SIPRI e stime di BG SAXO, in uno scenario ottimistico il fatturato di Rheinmetall potrebbe raddoppiare entro il 2027, quello di Saab crescere dell’80%, Kongsberg del 60% e Leonardo del 23%. Tuttavia, se la situazione geopolitica dovesse stabilizzarsi e i bilanci tornassero verso l’obiettivo NATO del 2-2,5% del PIL, molte delle aspettative attuali si rivelerebbero troppo ottimistiche. E in quel caso, il rischio di una correzione significativa diventerebbe concreto.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
