Disastro robotaxi per i test di Tesla: Musk denunciato dagli azionisti

Continuano gli episodi di incidenti alla sicurezza che hanno come protagonisti i veicoli a guida autonoma della casa automobilistica ma la società continua a espandere comunque il suo servizio.
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Musk e Tesla in tribunale
Frode finanziaria per aver nascosto il rischio circa la pericolosità dei robotaxi. Con queste accuse, Elon Musk e Tesla sono stati citati in giudizio degli azionisti della società in un’azione collettiva depositata presso la corte federale di Austin, in Texas.
Proprio nella città dove ha sede la casa automobilistica, Tesla aveva iniziato i primi test pubblici dei suoi robotaxi alla fine di giugno, e, denunciano gli azionisti, i mezzi a guida autonoma hanno mostrato spesso problemi alla sicurezza, come una velocità eccessiva, frenate improvvise, superamenti di marciapiedi, ingressi della corsia sbagliata e l’abbandono di passeggeri in mezzo a strade a più corsie.
Gli azionisti hanno accusato il produttore di veicoli elettrici di aver sopravvalutato l'efficacia della sua tecnologia di guida autonoma, gonfiando le prospettive commerciali e il prezzo delle azioni che era salito del 6% dopo l’inizio dei test. La causa chiede danni non specificati tra il 19 aprile 2023 e il 22 giugno 2025, periodo in cui il titolo è balzato del 44%.
Oggi le azioni Tesla hanno aperto in leggero negativo, scendendo a 307 dollari, mentre da inizio anno perde il 19%.
Robotaxi bloccato in un loop
Tra i tanti episodi che hanno come protagonista un robotaxi in difficoltà, ha fatto il giro del mondo uno recente accaduto ad Austin, dove un mezzo autonomo Tesla, Model Y, si è trovato bloccato in un ciclo senza fine, incapace di gestire una situazione di traffico imprevista.
Tutto è iniziato quando Dan Burkland, un cliente abituale del servizio con alle spalle quindici corse, si è trovato suo malgrado protagonista di una scena surreale: intrappolato all’interno di un veicolo all’avanguardia, ma privo della capacità di risolvere un semplice imprevisto stradale. L’uscita principale del parcheggio era infatti ostruita da alcuni coni stradali, situazione che avrebbe richiesto una breve deviazione contromano. Tuttavia, il sofisticato sistema di navigazione della robotaxi Tesla non è stato in grado di interpretare correttamente l’anomalia.
A quel punto, il mezzo ha iniziato a ripetere lo stesso percorso circolare senza trovare una via d’uscita, evidenziando uno dei principali limiti attuali della guida autonoma, ovvero l’incapacità di adattarsi in tempo reale a situazioni non previste dal software. Non è servita nemmeno la presenza a bordo di un operatore, requisito indispensabile in questa fase sperimentale: le normative attuali impediscono all’operatore di intervenire direttamente sulla guida, lasciandogli solo la possibilità di interrompere il servizio in caso di emergenza.
Tutto si è risolto con l’intervento del supporto remoto del team Tesla che sono intervenuti prendendo il controllo a distanza del veicolo per poi guidarlo manualmente fuori da questa situazione. Anche se la soluzione è arrivata dopo soli cinque minuti, il problema ha sollevato ulteriori dubbi sull’effettiva affidabilità della tecnologia.
La rapida espansione ad Austin
Nonostante i molti disastri, Tesla ha aumentato rapidamente l’area dove sono attivi i suoi robotaxi e dove è accaduto l’incidente, ovvero ad Austin, raddoppiando più volte la zona georeferenziata.
Il lancio iniziale era limitato a circa 20 miglia quadrate intorno a Zilker Park e Montopolis, ma recenti aggiornamenti hanno esteso le operazioni a sud di Lady Bird Lake e in quartieri come Windsor Park. Secondo quanto riportato dal media di informazione locale Kxan, l'espansione è iniziata a metà luglio, con Musk che ha annunciato sui social media che i veicoli avrebbero iniziato a percorrere nuovi percorsi entro il fine settimana. Questa rapida progressione sottolinea la fiducia di Tesla nella sua tecnologia di guida completamente autonoma (FSD), nonostante i tanti problemi.
A fine luglio Tesla avrebbe ampliato ancora l’area fino a 108 chilometri quadrati, superando in quantità la zona operativa di Waymo in città, secondo un’analisi di Not a Tesla App.
L’espansione, però, non è finita lì: ad inizio agosto la zona è stata portata a circa 228 chilometri quadrati, con la flotta dei veicoli aumentata da 15 a 35, con l’obiettivo di arrivare a mille entro la fine dell’anno, puntando sui progressi dell’intelligenza artificiale per mappare e convalidare nuovi territori in modo efficiente.
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