Dopo Buffett, conviene ancora puntare su BYD?

Dopo Buffett, conviene ancora puntare su BYD?

Il colosso cinese delle auto elettriche ha perso il suo azionista più celebre, ma mantiene fondamentali solidi, prospettive di crescita internazionale e giudizi positivi dagli analisti. Le quotazioni depresse possono trasformarsi in un’opportunità

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Berkshire Hathaway ha venduto tutte le azioni BYD

La notizia ha colpito gli investitori come un fulmine a ciel sereno: Berkshire Hathaway, la holding guidata da Warren Buffett, ha venduto l’intera partecipazione in BYD, colosso cinese dei veicoli elettrici. Si chiude così uno degli investimenti più redditizi della storia recente, iniziato nel 2008 su impulso di Charlie Munger, braccio destro di Buffett, e del finanziere Li Lu. All’epoca furono acquistate 225 milioni di azioni per 230 milioni di dollari. Nei 17 anni di permanenza in portafoglio, il titolo è cresciuto di oltre il 4.500%, regalando a Berkshire un guadagno miliardario.

Titolo in calo del 30% dal massimo di maggio

La decisione di uscire completamente da BYD arriva in un momento delicato per il settore dell’auto elettrica. In seguito alla notizia, stamattina a Hong Kong il titolo ha perso 3,3% chiudendo a 109,7 dollari locali. Nonostante BYD continui a macinare vendite record, il titolo è in calo di circa il 30% rispetto ai massimi dello scorso maggio, penalizzato dalla guerra dei prezzi in Cina e dai timori legati al rallentamento economico del Paese.

Il peso del “sigillo” di Buffett

L’uscita di scena dell’“Oracolo di Omaha” solleva una domanda inevitabile: ha ancora senso investire in BYD? A fine agosto il sito americano The Motley Fool aveva pubblicato un lungo articolo a favore dell’acquisto di azioni BYD, elencando una serie di motivi:

  • BYD è leader globale dell’auto elettrica, con vendite superiori a Tesla.
  • L’azienda controlla internamente gran parte della filiera produttiva, dalle batterie all’elettronica, garantendo margini competitivi.
  • La diversificazione geografica sta crescendo, con una presenza sempre più solida nei mercati emergenti e in Europa.
  • La valutazione borsistica, rispetto ai concorrenti occidentali, appare interessante.

Infine, uno degli elementi di richiamo sottolineati da The Motley Fool era proprio la presenza di Buffett nel capitale. Oggi questo fattore è venuto meno. Da allora, il titolo ha perso un ulteriore 12%. Paradossalmente, per chi crede nella solidità industriale di BYD, i prezzi attuali potrebbero essere ancora più attraenti.

I numeri della sfida con Tesla

Dal punto di vista operativo, BYD resta un colosso in rapida espansione. Nel trimestre aprile-giugno 2025 ha venduto 606.993 auto a batteria, in crescita del 42,5% rispetto all’anno precedente. Nel primo semestre le consegne hanno raggiunto 1,798 milioni di veicoli, superando Tesla, che nello stesso periodo si è fermata a 1,764 milioni, con un calo del 13% rispetto al 2024.

BYD è dunque il nuovo leader mondiale dell’elettrico, ma la corsa mostra segni di rallentamento. A inizio settembre la società ha tagliato le stime di vendita per l’intero anno del 16%, portandole a 4,6 milioni di veicoli rispetto ai 5,5 milioni inizialmente previsti. Sarebbe il tasso di crescita più basso degli ultimi cinque anni, rallentato dalla pressione competitiva e dalla domanda interna fiacca.

Il parere degli analisti

Secondo i dati raccolti da Market Screener, su 28 analisti che seguono il titolo, 24 raccomandano l’acquisto, due consigliano di mantenere e solo due suggeriscono la vendita. La media dei target price implica un potenziale rialzo del 19% rispetto alle quotazioni attuali.

L’uscita di Buffett non dovrebbe intaccare la fiducia del mercato nella capacità di BYD di continuare a crescere, pur in un contesto di maggiore complessità. La stessa azienda, attraverso un post su Weibo, ha ringraziato Berkshire per i 17 anni di sostegno, sottolineando come “comprare e vendere faccia parte della normale pratica negli investimenti azionari”.

Conviene ancora comprare BYD?

La risposta dipende dal profilo dell’investitore. Chi guarda al breve termine deve fare i conti con la volatilità del settore e con la concorrenza sempre più agguerrita di player come Geely e Leapmotor. In più, la guerra dei prezzi in Cina riduce i margini e rende meno prevedibile la traiettoria degli utili.

Chi invece ha un orizzonte di medio-lungo periodo potrebbe vedere in BYD una opportunità unica. La compagnia è passata in due decenni da produttore di batterie per cellulari a colosso globale dell’auto elettrica, con una capacità di innovazione riconosciuta e una base produttiva che le consente economie di scala difficilmente replicabili. Inoltre, l’espansione internazionale e l’integrazione verticale restano punti di forza che pochi competitor possono vantare.

È vero, il titolo non gode più del “bollino” di Buffett, ma continua a essere considerato dagli analisti come una delle scommesse più interessanti del settore. I fondamentali restano solidi, anche se il contesto di mercato impone prudenza.

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