Doppia tassazione dividendi esteri
Chi investe in titoli azionari di società estere è spesso soggetto alla doppia imposizione fiscale dei dividendi. Si può fare qualcosa per evitare la doppia tassazione?
La doppia tassazione dei dividendi esteri
Comprare azioni fa gola specialmente per i dividendi, che rappresentano una parte degli utili distribuiti ai soci dell'azienda. Che si tratti di società residenti fiscalmente in Italia oppure all’estero, il Fisco batterà cassa sui guadagni legati ai dividendi previsti per le azioni che hai acquistato, ma in maniera diversa.
Sulla base della normativa italiana, i redditi finanziari sono soggetti a un'imposta del 26% sui proventi (dividendi, plusvalenze e interessi) o del 12,5% per i titoli governativi.
Ad esempio, quando una società italiana decide di pagare come dividendi 0,1 euro per ogni azione e tu ne possiedi 1.000, avrai diritto a un totale di 100 euro di dividendi. A questo importo lordo lo Stato italiano applica l’aliquota del 26%. Questo riduce l’incasso netto da 100 a 74 euro (100 - 26).
Come funziona invece la tassazione sui dividendi esteri?
All’imposizione fiscale italiana, anche il paese di residenza della società che distribuisce i dividendi potrebbe applicare una tassazione alla fonte. Prima di essere tassato dallo Stato italiano al 26%, il guadagno derivante da un investimento finanziario oltre frontiera, ad esempio quote di azioni estere come Apple e Tesla, viene tassato nel Paese dell’investimento.
Per questo il dividendo estero è soggetto a una doppia tassazione sui dividendi:
- Tassazione alla fonte, derivante dall’applicazione della ritenuta in uscita dal Paese di erogazione del dividendo (o la tassazione ridotta, se prevista, come vedremo);
- Tassazione del 26% in Italia sul dividendo estero percepito.
Specifichiamo che quello che conta per la doppia tassazione è il Paese in cui ha sede la società. Ad esempio, se compri azioni tedesche sulla Borsa di Milano, sarai comunque soggetto alla doppia tassazione.
Inoltre, la ritenuta del 26% applicata dalla tassazione italiana ha come base imponibile non quella dell’intero dividendo erogato, ma la parte del dividendo residua dall’applicazione delle imposte sui dividendi nel paese d’origine (il cosiddetto “netto frontiera“).
Soluzione contro le doppie imposizioni: gli accordi bilaterali
Cosa fare allora per evitare il doppio prelievo fiscale? Per alleviare il peso della doppia tassazione, l’Italia ha stipulato con numerosi Paesi esteri Convenzioni Internazionali contro le doppie imposizioni per ridurre la tassazione estera e fissare un limite massimo all’imposta nel paese da cui provengono i dividendi erogati. Questa aliquota convenzionale massima è generalmente pari al 15%.
I trattati prevedono dapprima che le autorità fiscali applichino le normali aliquote e che il contribuente italiano versi le imposte non tenendo conto dei limiti dei trattati. Solo in un secondo momento sarà possibile richiedere un rimborso della parte di imposta versata in eccedenza.
Di seguito la procedura, nei fatti piuttosto complessa, per recuperare parte della tassazione alla fonte se essa supera l’aliquota prevista dagli accordi. È necessario presentare domanda all’amministrazione finanziaria estera competente, su moduli appositamente predisposti, allegando la certificazione di residenza fiscale rilasciata dall’Agenzia delle Entrate italiana e la contabile della propria banca in cui si evidenzia la ritenuta alla fonte applicata all’estero. È necessario poi attestare l’applicazione di imposte in misura eccedente rispetto a quanto previsto dalle Convenzioni contro le doppie imposizioni.
Una procedura di certo non immediata, anzi, alquanto dispendiosa in termini di tempo e di risorse, considerando che va ripetuta potenzialmente per ogni dividendo. Nei fatti, vale la pena avviare l’iter di recupero solo se l’importo recuperabile è significativo. Se abbiamo ricevuto un dividendo estero di poche centinaia di euro, allora potrebbe non valere la pena provare a recuperare l’imposta in eccesso.
Tassazione dividendi nei principali Paesi
Occupiamoci adesso di individuare qual è l’aliquota applicabile per ogni ritenuta alla fonte sui dividendi. Tale aliquota non è unica, ma varia da Paese a Paese e con differenze anche notevoli, in base alle diverse normative fiscali. Come specificato, gli accordi bilaterali, quando presenti, permettono di seguire un iter per abbattere la tassazione alla fonte.
Nella seguente tabella abbiamo elencato le aliquote dei principali Paesi:
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