Dove investire nell'economia del cloud


Capace di rivoluzionare l’economia, il cloud potrebbe essere il catalizzatore della quarta rivoluzione industriale. Ecco le aziende più interessanti nella catena del valore del cloud.


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Il futura sta nel cloud

Il futuro della tecnologia continua a risiedere nel cloud, tecnologia che secondo Flavio Carpenzano, investment director di Capital group, potrebbe essere "il catalizzatore della quarta rivoluzione industriale". Capace di ottimizzare le risorse, il vero potenziale del cloud risiede nella modalità collaborativa con cui vengono analizzate e utilizzate enormi quantità di dati.

L’esperto di Capital Group individua le opportunità d’investimento lungo la catena del valore del cloud suddividendo la tecnologia in tre livelli: abilitatori, soluzioni e beneficiari.

Abilitatori della tecnologia: semiconduttori e componenti

Le società dei cosiddetti "abilitatori" della tecnologia, ovvero quelle che producono semiconduttori e componenti, hanno assistito a un boom della propria base clienti, a cui non è seguito un aumento degli operatori, tanto che oggi si contano pochissime figure dominanti. Il settore ha evidenziato una crescita costante, margini elevati e una minore ciclicità, che rappresentano solidi fondamentali per le opportunità di investimento a lungo termine.

Un’oligarchia, secondo Carpenzano, fatta di nomi come ASML, produttore di attrezzature per la realizzazione di semiconduttori quotato ad Amsterdam, e TSMC, produttore di semiconduttori quotato a Taiwan.

Il connubio di elevata tecnologia e solida esecuzione operativa ha consentito a TSMC di detenere quasi l’80% della quota di mercato nella produzione di chip all’avanguardia, mentre ASML è in pratica l’unico produttore di macchinari per la litografia ultravioletta estrema, utilizzati per produrre chip avanzati.

I grandi operatori

Il secondo livello comprende le società che forniscono infrastruttura e software per le esigenze dei clienti. Le aziende che si occupano di infrastruttura cloud comprendono nomi noti come AWS di Amazon (che detiene il 33% del mercato), Microsoft Azure (al 20%) e Google Cloud Platform (al 9%). La pandemia ha senz'altro accelerato il passaggio al cloud “ma c’è ancora margine di crescita - sottolinea Carpenzano - sia per le società attualmente dominanti che per altre”. Tra queste ultime i riflettori sono puntati su Pechino, dove Alibaba e Tencent detengono rispettivamente solo il 6% e del 2% della quota di mercato globale ma l'adozione del cloud in Cina è in ritardo e il governo cerca di recuperare terreno sovvenzionando fino al 100% la migrazione su cloud delle piccole e medie imprese.

Molto più frammentato è il mercato delle aziende che forniscono software-as-a-service, con oltre 20.000 aziende, di cui meno dell’1% presenta un valore superiore a 1 miliardo di dollari. Secondo Carpenzano il settore presenta “elevatissimi margini” a causa della mancanza di infrastrutture fisiche e del basso costo marginale per gli abbonati aggiuntivi, anche se ci sono diversi modi per acquisire notevoli quote di mercato: “specializzarsi in un particolare settore e rivolgersi al mercato end-to-end, oppure fornire un pacchetto utile per clienti appartenenti a un’ampia gamma di settori”. Tra le imprese del comparto, Carpenzano evidenzia in particolare quelle che si occupano di servizi aziendali:

  • Hubspot funge da sportello unico per le vendite, il marketing e il supporto clienti
  • Ceridian offre una piattaforma per le risorse umane
  • Shopify fornisce agli esercenti una piattaforma di e-commerce multicanale

I beneficiari del cloud

Infine, l'esperto segnala come i beneficiari del cloud potrebbero appartenere ai più vari segmenti dell'economia: da quelli tradizionali come agricoltura e allevamento a quelli più d'avanguardia, come medtech e biotech.

Ad esempio, l'utilizzo di droni può essere applicato all’agricoltura e migliorare notevolmente le prestazioni, ad esempio monitorando grandi aree e ottimizzando l’irrigazione. I macchinari agricoli a guida autonoma possono essere programmati in modo da effettuare interventi precisi, mirati e individualizzati.

"Si stima che entro il 2030 la connettività agricola possa fornire un contributo al Pil pari a oltre 500 milioni di dollari", evidenzia l’esperto, che segnala, in conclusione, l’utilizzo dei big data nel cloud nel campo dell’energia, per migliorare l'efficienza delle turbine eoliche. Scelta messa in pratica dall’azienda danese specialista dell’eolico off-shore Ørsted, che ha adattato la sua metodologia per calcolare la perdita di interazione delle turbine, applicando una maggiore disciplina nel suo processo di offerta dei progetti. La disciplina finanziaria, insieme alle simulazioni alimentate dal cloud per creare algoritmi predittivi che ottimizzano le efficienze, ha aiutato l’azienda a diventare un leader nell’eolico offshore.

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