È la settimana della BCE: le previsioni degli analisti

In molti si attendono un taglio dei tassi da parte dell’istituto centrale di Francoforte nella prossima riunione alla luce delle conseguenze dovute alle politiche commerciali del Presidente Donald Trump.
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Verso la riunione della Banca centrale europea
Inizia oggi la settimana che vedrà la Banca centrale europea riunirsi giovedì 17 aprile per decidere come proseguire la sua politica monetaria in mezzo alla tempesta scatenata dal Presidente Donald Trump.
Sono in molti a ritenere che l’arrivo del tycoon possa aver cambiato le intenzioni dell’istituto centrale. Qualche indicazione potrebbe arrivare mercoledì mattina (ore 11 italiane) quando verranno diffusi i dati sull’inflazione di marzo nell’eurozona, variabile chiave cui la BCE ha legato le sue decisioni.
Le previsioni indicano un indice core (esclusi energia, alimentari e tabacchi) in calo dal 2,6% al 2,4%, mentre l’IPC resterebbe fermo al 2,2%.
La BCE analizzerà con attenzione anche le prospettive di lungo termine, alla luce dei dazi imposti da Trump e delle contromisure della UE, che hanno effetti inflazionistici. Il tema dominate, comunque, sarà l'incertezza, dal momento che i dazi sono stati temporaneamente sospesi da Trump in quello che è stato visto come un "passo indietro".
Le previsioni del mercato
Le attese del mercato indicano anche per questa riunione la possibilità di un taglio dei tassi nell'ordine dei 25 punti base, che porterebbe il tasso sui depositi al 2,25% e quello Repo (principale) al 2,4%.
Attualmente, i mercati prezzano fino a tre tagli della banca centrale Europea, dopo quello ormai scontato di aprile, segnalando un tasso sui depositi a fine 2025 fra l'1,5% e l'1,75%. Tagli che potranno avvenire in estate (a maggio non sono in calendario riunioni) o in autunno fra settembre e dicembre.
Effetto Trump
Il ‘Liberation Day’, ovvero la data del 2 aprile scorso quando Trump aveva annunciato i dazi universali, giorno in cui molte cose sono cambiate, anche le prospettive per la BCE. “Come possono cambiare le cose nel giro di poche settimane”, evidenzia Ulrike Kastens, Senior Economist di DWS: “Nell’ultima riunione di marzo, la BCE non aveva escluso una pausa nei tagli dei tassi ma ora si trova a dover rincorrere la nuova realtà commerciale. Il significativo aumento dei dazi sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti e l’incertezza associata hanno incrementato notevolmente i rischi al ribasso per l’economia nel 2025, rischi ai quali la banca centrale potrebbe rispondere con un ulteriore taglio di 25 punti base del tasso sui depositi, portandolo al 2,50%”.
Una delle domande chiave della conferenza stampa di Christine Lagarde riguarderà probabilmente l’impatto della politica tariffaria sull’inflazione. “A nostro avviso, gli effetti disinflazionistici sono stati recentemente rafforzati dal calo dei prezzi del petrolio, ma anche da un aumento dell’offerta di beni originariamente destinati agli Stati Uniti. Vista l’elevata incertezza, non ci aspettiamo cambiamenti nella comunicazione della BCE: dipendenza dai dati e decisioni prese riunione dopo riunione. Nel breve termine non si possono escludere ulteriori tagli dei tassi, anche se lo spazio di manovra resta limitato, non da ultimo a causa del pacchetto fiscale tedesco”, prevede Kastens.
Le previsioni degli analisti
"La BCE appare più aperta rispetto alla Fed nel proseguire il ciclo di tagli e le recenti turbolenze sui dazi hanno fatto aumentare la probabilità un ulteriore taglio di 25 punti base già ad aprile", notano gli analisti di Generali Investment, aggiungendo che "la BCE sembra più fiduciosa nella traiettoria di discesa dell'inflazione, anche se va detto che l'annuncio di politiche fiscali espansive in Germania potrebbe avere un impatto sul tasso termine di questo ciclo di accomodamento della politica monetaria".
Per gli esperti di Markets 360, la divisione di BNP Paribas dedicata all'attività di ricerca e analisi sui mercati, la BCE dovrebbe “tagliare il tasso di deposito al 2% entro giugno. Il percorso successivo è più incerto e dipenderà dall'entità e dalla durata dei dazi reciproci e dalla potenziale risposta dei decisori politici europei".
Da Rabobank vedono una BCE al "bivio" e aggiungono un altro taglio dei tassi ad aprile, rispetto a quello già atteso per giugno. "Le volubili politiche tariffarie di Trump rappresentano una sfida notevole per la BCE. Non solo la direzione da seguire non è chiara, ma ora ci sono molti bivi. Trump ha ordinato una sospensione di 90 giorni, il che riduce l'impatto sulla crescita, per ora. Tuttavia, può cambiare idea in qualsiasi momento. Questa incertezza politica sta già incidendo sulla fiducia, avvisano dal broker.
Anche per gli analisti di ING, la BCE sarà "costretta" a tagliare i tassi giovedì, anche per riequilibrare il tasso dei cambi e frenare l'ascesa dell'euro. "Guardando al futuro, la BCE si trova ad affrontare almeno due sfide principali: le tensioni commerciali in corso e l'elevato livello di incertezza potrebbero costringerla a tagliare i tassi di interesse più di quanto attualmente sia disposta ad ammettere. Allo stesso tempo, il rafforzamento del tasso di cambio dell'euro, non solo nei confronti del dollaro, eserciterà maggiori pressioni disinflazionistiche sull'eurozona. Anticipare parte di queste pressioni potrebbe spingere la BCE ad aprire, almeno verbalmente, la porta a una politica monetaria accomodante", concludono gli esperti.
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