L’economia USA funziona a tutto gas


Negli ultimi sei semestri l’economia è cresciuta sopra quella potenziale, ma nei prossimi trimestri è attesa in frenata.

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM


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Vendite al dettaglio MoM della Germania di dicembre (stima +1% contro -2,5% di novembre) alle 8:00. Inflazione MoM di gennaio della Francia alle 8:45 (stima zero contro +0,1% di dicembre). Inflazione della Germania YoY di gennaio (stima 3,3% contro 3,7% di dicembre) alle 14:00. Occupati ADP USA di gennaio alle 14:15 (stima 143k contro 164k di dicembre) e PMI Chicago di gennaio alle 15:45 (stima 47 punti contro 46,9 di dicembre).

PIL della Francia QoQ del 4Q23 è risultato pari a zero e in linea con le attese. Meglio delle attese invece il PIL YoY del 4Q23 dell’Italia (0,5% contro 0,3% stimato e 0,1% del 3Q23) e quello YoY della Spagna (3,4% contro 3,1% atteso e in linea con il 3Q23). Debole invece il PIL QoQ del 4Q23 della Germania (-0,3%) e in ulteriore peggioramento rispetto al 3Q23 (-0,1%) che di fatto sancisce l’entrata dell’economia tedesca in recessione.

PIL dell’Europa QoQ del 4Q23 pari a zero (-0,1% le attese e nel 3Q23) ad evidenza della forte frenata dell’economia. Riteniamo possibile che i dati possano spingere la BCE a ridurre i tassi già a partire da aprile. Mancano due serie di dati d’inflazione e la misura del PIL del 1Q24, prima del meeting dell’11 aprile (il successivo è fissato per il 6 giugno). Se l’inflazione dovesse mostrare convincenti segnali di raffreddamento e il PIL di ulteriore indebolimento, rafforzerebbero la convinzione del taglio prima dell’estate.

Ci siamo. Oggi è il giorno della decisione della Fed. Non ci sono aspettative di una variazione dei tassi. Come per la BCE, assume quindi rilevanza quello che Powell dirà (o non dirà) nel corso della conferenza stampa.

E quello che dirà non potrà non tenere conto degli ultimi dati. E i dati delle ultime due settimane hanno mostrato che l’economia statunitense ha funzionato a tutto gas negli ultimi mesi del 2023. Due dati chiave meglio chiarire le ragioni di questa forte crescita:

  • il PMI manifatturiero, che ha toccato quota 50,3 punti a gennaio, ben al di sopra delle aspettative di 47,6 e superiore al valore di 47,9 del mese scorso, raggiungendo il livello più alto da ottobre 2022. Nonostante l'economia sia stata messa sotto pressione dal rapido ciclo di rialzi dei tassi, l’ultima lettura positiva a sorpresa potrebbe essere la prima indicazione che l’economia manifatturiera negli Stati Uniti sta iniziando a stabilizzarsi;
  • il PMI servizi, che ha continuato a rafforzarsi indicando la forza dell’economia dei servizi. Il PMI dei servizi si è attestato a 52,9 punti a gennaio, anch'esso in territorio espansivo, al di sopra delle aspettative di 51,5 e della lettura del mese scorso di 51,4. I servizi sono stati una fonte di forza per l’economia sin dall’era della pandemia, poiché i consumatori continuano a richiedere servizi, anche nei settori dei viaggi, del tempo libero e dell’ospitalità.

La crescita economica statunitense continua a sorprendere al rialzo. La crescita del PIL nel 4Q23 è stata pari al 3,3% annualizzato, ben al di sopra delle aspettative di crescita del 2,0%. Questa forza è stata guidata dalla continua resilienza dei consumi, che sono cresciuti del 2,8%. E’ il sesto trimestre in cui la crescita economica è superiore al 2,0% (e sopra la crescita potenziale dell’1,5%-2,0%) nonostante i tassi di interesse più elevati.

Sebbene la crescita sia rimasta resiliente nell’ultimo anno, ci aspetteremmo una certa moderazione nei prossimi trimestri. Potrebbe trattarsi di un graduale rallentamento del trend tendenziale o di una crescita leggermente al di sotto del trend, guidato da consumi più deboli e forse da un certo raffreddamento nel mercato del lavoro. Ciononostante, non ci aspettiamo che la crescita economica scenda in territorio negativo e riteniamo che lo scenario di atterraggio morbido rimanga intatto.

Anzi, con il passare dell’anno, potremmo assistere a una riaccelerazione della crescita economica, in particolare in un contesto in cui l’inflazione continua a moderarsi e la Fed si orienta verso tagli dei tassi, entrambi favorevoli ai consumatori.

Oltre alla forte crescita economica, i dati della scorsa settimana hanno anche sostenuto una continua moderazione dell’inflazione. I dati sull'inflazione PCE di dicembre, spesso considerata una delle misure di inflazione preferite dalla Fed, sono stati inferiori alle aspettative (2,9% YoY, in contrazione rispetto al 3,2% di novembre e inferiore al 3,0% per la prima volta dal 2021). La continua moderazione dell’inflazione, nonostante una crescita economica superiore al trend, ha portato i mercati all’ottimismo, confidando che la Fed possa iniziare a tagliare rapidamente i tassi ufficiali già a partire dal secondo trimestre.

Storicamente, quando le banche centrali iniziano un ciclo di taglio dei tassi e l’economia non è in recessione, i mercati tendono ad avere performance migliori. Ad esempio, dal 1990, il rendimento medio dell’S&P 500 a 12 mesi dopo il primo taglio del tasso della Fed, in periodi di assenza di recessione, è stato di circa il 7,6%, contro un rendimento pari solo allo 0,5% in periodi di recessione. Considerati i recenti dati economici positivi negli Stati Uniti, vediamo crescenti prove di un atterraggio morbido dell’economia nel 2024, che potrebbe essere di buon auspicio per i rendimenti del mercato mentre la Fed si concentra sui tagli dei tassi.

E’ possibile tuttavia che parte del rendimento positivo atteso del mercato possa essere stato anticipato lo scorso anno, quando l’S&P 500 è salito del 24%. Questo rendimento robusto riflette in parte l’entusiasmo nei confronti dell’intelligenza artificiale e in parte la resilienza dell’economia, nonostante un incessante ciclo di rialzi dei tassi da parte della banca centrale.

Ciononostante, i rendimenti delle azioni dello scorso anno sono stati guidati da un insieme ristretto di titoli e settori. Per il 2024 prevediamo rendimenti guidati da un insieme più ampio di leadership di mercato. Non ci aspettiamo comunque che la crescita possa avvenire in linea retta, in particolare dopo il forte rally di fine anno nel 2023. Siamo quindi convinti che occorra sfruttare la volatilità del mercato come un’opportunità per posizionarci per una leadership più ampia sia nelle azioni statunitensi che nelle obbligazioni investment grade, mentre la Fed intraprende sul suo ciclo di taglio dei tassi.

Come la storia ci ha mostrato, i mercati possono prosperare in un contesto di allentamento dell’inflazione e tagli dei tassi da parte della Fed, soprattutto quando l’economia si stabilizza senza intoppi.

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